Meduse

Durante la notte non incontro nessuna fata argentata, la digestione va liscia nonostante le quasi due pizze della sera prima.

Invece Frenci cade dal letto come un sasso un paio di volte, nonostante le due sedie posizionate al suo fianco per protezione.

Quando si sveglia la mattina cerco di capire cosa sia successo, ma lui non ricorda neanche di essere caduto. Ironman.

Io mi sveglio di buon’ora per fare ginnastica e andare a prenotare un ombrellone in prima fila.

So che l’addetta attacca alle 08.00.

Alle 07.59 sono davanti al suo desk, dietro di me inizia a farsi la fila. Sono il primo. Gagliardo.

Chiedo di prenotare un ombrellone in prima fila per la giornata: mi dice che sono già tutti occupati. Pretendo spiegazioni, in fondo sono arrivato prima di lei, come hanno fatto a soffiarmi tutta la prima fila? E chi? Sono gli amici degli amici? O hanno pagato un sovrapprezzo? Hanno prenotato abusivamente la sera prima?

Dice che sono ospiti passati prima delle 08.00, che hanno prenotato l’ombrellone dalle sue colleghe che attaccano alle 07.30.

Mi sfugge il senso del tutto, ma capisco di dover anticipare la sveglia di una buona mezz’ora il giorno successivo.

Con le sembianze di venditori di tappeti e giochi ambulanti, ci dirigiamo in bicicletta verso la spiaggia, dopo colazione.

La giornata è calda, molto calda, l’acqua è peggio di ieri, ma almeno ci sono piccole ondine da surfare per il nano.

C’è un sacco di gente, quello che ti aspetti da una domenica di Agosto al mare: per esempio quello che fa le sabbiature e sembra un Marine in addestramento, quello svenuto nella pozzanghera di acqua salmastra e stantia abbandonata dalla marea, quello che progetta e costruisce con materiali e impianti ecosostenibili il castello della Walt Disney con la sabbia e quello che viene in spiaggia e profuma come se dovesse andare alla cena di gala.

Tutto ciò mina la mia proverbiale empatia e mi rende profondamente antidemocratico.

Io e Frenci scateniamo una guerra d’inferno con le pistole d’acqua, diventando per gli altri ciò che gli altri sono per me.

Quando torniamo in appartamento incontriamo i soliti cari amici pinguini che ballano il tip tap, con cappotto, guanti e sciarpa. Una geniale automazione decide per noi, ogni volta che usciamo dal bungalow, di attivare il climatizzatore a 20°C.

Osservo le nuvole di condensa del mio fiato.

Nel pomeriggio fatichiamo a svegliare Frenci che pare narcolettico, lo convinciamo ricordandogli del bagno al mare, ma poco dopo il nostro arrivo in spiaggia, lui avvista due grosse meduse, bianche e viola, in acqua, vicino al bagnasciuga. Sono proprio identiche a quella che avevo visto al largo il giorno prima.

Evita di fare il bagno e di incontrare altri esseri tremendi e si concentra sui castelli di sabbia.

Decidiamo di cenare al resort.

Non capiamo perché nessuno abbia scelto i tavoli all’esterno finché non parte, a volume da discoteca del sabato sera, la baby-dance italo-brit-teutonica, a pochi passi da noi.

Frenci mangia disorganizzato, passando dalla torta della nonna ai gamberetti cotti al vapore, con grande disinvoltura.

Io mi coccolo a fine serata con un gin tonic a base di Mare, qualche bacca di ginepro, due scorzette di lime e un rametto di rosmarino.

Ripenso alle meduse: cerco su internet e scopro che abbiamo avuto il piacere di conoscere la rhizostoma pulmo, detta anche polmone di mare. Può superare i 60 cm di lunghezza ed i 10 chili di peso ed è la più grande medusa del Mediterraneo.

Fortunatamente nel resort abbondano le piscine.

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