Fujifilm X-Pro3: test

La X-Pro3 prosegue l’evoluzione della linea X-Pro di Fujifilm con una fotocamera di caratteristiche molto particolari.
Già le precedenti X-Pro1 e X-Pro2 erano fotocamere di alta classe e qualità caratterizzate da un aspetto simile alle fotocamere a telemetro di qualche anno fa. La X-Pro3 prosegue su questa strada dell’originalità proponendo una fotocamera con uno schermo che in posizione di lavoro non è visibile. Per vederlo occorre ribaltare verso il basso il pannello mobile sul dorso. Su questo è riportato solo un piccolo schermo su cui normalmente è riportata l’informazione sul profilo colore, o pellicola Fujifilm, impostato sulla fotocamera. Tutto questo, secondo Fujifilm, dovrebbe portare chi usa la X-Pro3 a scattare in modo più tranquillo e ragionato, usando il mirino per inquadrare, senza la necessità quasi compulsiva di riguardare ogni foto sullo schermo appena la si è scattata e invece con la possibilità di conferirle l’aspetto che avrebbe avuto una foto analogica usando i profili pellicola disponibili. Le caratteristiche elettroniche e fotografiche sono per il resto simili alla X-T3 e alla X-T4 con il sensore X-Trans CMOS IV da 26,1 Mpx, l’elaboratore d’immagine X Processor 4 e l’autofocus con 425 punti AF.

Il design elegante e raffinato rende il suo aspetto accattivante insieme alla finitura disponibile in tre colori: nera (Black), Nera Titanio (DR Black) e Argento Titanio (DR Silver). Questo è legato al trattamento esterno della calotta e del fondello della X-Pro3. Infatti l’esterno del corpo della fotocamera è realizzato in titanio, mentre la struttura interna è in lega di magnesio. Le versioni DR Black e DR Silver dispongono di un trattamento superficiale di indurimento denominato Duratect che gli conferisce un grado di durezza molto elevato, superiore al quarzo, per proteggerle dai graffi e contemporaneamente conferisce loro una finitura con colori esclusivi e raffinati.
Il mirino ibrido offre poi la possibilità, unica fra le attuali fotocamere, di inquadrare con una visione ottica diretta o con una visione elettronica, a secondo delle preferenze del fotografo o delle circostanze di scatto. Il mirino ottico, che consente di inquadrare con cornicette variabili a secondo dell’obiettivo montato, è stato migliorato con minore distorsione e eye-poin aumentato a 17 mm. Quello elettronico è ora un pannello OLED, invece di un LCD, con 3,69 Mpx, maggiore contrasto, copertura quasi completa dello spazio colore sRGB e frequenza di scansione di 100 fg/s.
L’utente potrà scegliere di utilizzare, a seconda delle proprie abitudini o necessità, la funzione mirino ottico per un’immagine più reale possibile o elettronico per avere tutte le informazioni in tempo reale. Il vantaggio del mirino ibrido sta nella possibilità di unire le due tecnologie per ottenere il massimo in termini di qualità visiva e di funzionalità, consentendo di effettuare la composizione delle immagini attraverso un luminoso mirino e offrendo la possibilità di sovrapporre le informazioni importanti per lo scatto della foto. Il passaggio da un mirino all’altro è semplice, grazie all’interruttore a levetta posto nella parte anteriore del corpo della X-Pro3.
Quando si monta un obiettivo Fujinon della serie XF sulla X-Pro3 l’ingrandimento nel mirino e le dimensioni della cornice luminosa cambiano automaticamente per supportarne la lunghezza focale, se è fra quelle previste. L’ingrandimento mirino è 0,52x.
Dello schermo ho già detto: aggiungo che anche le grafica e i colori del piccolo schermo visibile normalmente sono uguali a quelli delle scatolette di pellicola. Naturalmente sullo schermo possono essere evidenziate in alternativa altre informazioni come le principali regolazioni della fotocamera.
Fra le simulazioni pellicola disponibili è stata introdotta la nuova Classic Neg che richiama i colori della pellicola Superia e un nuovo profilo B&W Monocromatic Color declinabile in diverse varianti calde o fredde e in diversi colori dal magenta al verde.
Tutto questo, secondo Fujifilm, dovrebbe portare chi usa la X-Pro3 a scattare in modo più simile a come si faceva una volta con la foto analogica. Per qualcuno, il cui modo di fotografare va in questa direzione,  può essere una cosa piacevole e positiva.
La X-Pro3 ha ricevuto altri miglioramenti rispetto alla precedente versione in linea con quelle della X-T4. L’autofocus ora vanta una sensibilità elevatissima, -7 EV, quasi al buio, c’è un limitatore via software dell’ampiezza della messa a fuoco, la funzione HDR arriva all’800 %, è disponibile un’esposizione multipla migliorata e la possibilità del focus bracketing.
Il sensore di questa come di altri modelli Fujifilm usa una tecnologia particolare ed esclusiva. La matrice di filtri (CFA – Color Filter Array) si ispira alla casuale disposizione della grana nella pellicola con un disegno aperiodico, eliminando la necessità di un filtro ottico passa-basso per risolvere i problemi del moiré e dei falsi colori. Nella matrice i pixel RGB sono disposti in gruppi di pixel 6×6 con alta aperiodicità (casualità). Aumentare il grado di casualità elimina la causa fondamentale del moiré e dei falsi colori, un problema che si verifica nelle matrici convenzionali durante le riprese di elementi a righe e altri pattern ripetuti. Questa matrice quindi non necessita di un filtro ottico passa-basso indispensabile per la riduzione del moiré e dei falsi colori generati dai sensori convenzionali ma, che nel contempo, degrada anche la risoluzione.

In sintesi le caratteristiche principali della X Pro3 sono:

– sensore APS X-Trans CMOS IV da 26,1 Mpx
– processore X Processor 4
– innesto obiettivi Fujifilm X
– autofocus ibrido con 425 Punti AF a rilevamento di fase e di contrasto
– assistenza alla messa a fuoco manuale con evidenziazione dei contorni o telemetro elettronico
– sensibilità ISO da 160 a 12800 ISO con estensioni a 80 e fino a 51200
– mirino ibrido: elettronico con 3,69 Mpx, copertura 100 % e ingrandimento 0,66x o ottico
– schermo da 3″ con 1.620.000 pixel sensibile al tocco
– otturatore a funzionamento meccanico con tempi da 30 secondi a 1/8000 e elettronico con tempi fino a 1/32000 di secondo
– comandi con ghiere per tempi, sensibilità ISO, compensazione esposizione e diaframmi sugli obiettivi
– raffica fino a 20 fg/s e 30 fg/s con ritaglio 1,25x (16 Mpx)
– video Cine 4K a 4096×2160 pixel o 4K 3840×2160 pixel pixel 30/25p/ 24p o Full HD 120/100/60/50/30/25/24p con audio stereo – ingresso microfono e uscita HDMI
– modalità di simulazione pellicola avanzata
– sistema di pulizia del sensore a vibrazione Ultra Sonica
– connessione wi-fi e Bluetooth
– corpo protetto da polvere ed acqua
– dimensioni 141x83x46 mm
– peso 497 grammi

La X-Pro3 costa 1.670 € solo corpo con finitura nera, 1.780 € con finitura in titanio Duratec black o silver.

Descrizione e comandi

La X-Pro3 è volutamente molto simile per dimensioni e peso ad una fotocamera a telemetro dei tempi della pellicola o anche a quelle attuali digitali, come si può vedere dalle foto a confronto con una Leica M10, la Fujifilm con un 35/2,0 e la Leica con un 50/2,0.

L’estetica è molto simile, le dimensioni sono quasi identiche, ma a vantaggio della Leica che è una fullframe.

La costruzione e la finitura sono eccellenti, sicuramente superiori a quelle della media delle altre fotocamere, in particolare con la finitura in titanio. Il corpo ha un rivestimento tipo pelle zigrinata che lo rende molto piacevole al tatto. Le ghiere di comando sono in metallo, i pulsanti esterni ben posizionati secondo la funzione assegnata.

Inizio la descrizione dalla parte frontale.

Nel frontale sulla destra dell’obiettivo c’è l’interruttore a levetta per commutare la messa a fuoco da AF-S (singola) a AF-C (continua) a M (manuale). La posizione è ottima, ma l’interruttore, un po’ piccolo, è difficile da azionare tenendo la macchina all’occhio. A sinistra accanto al bocchettone il pulsante di sblocco obiettivo.

Più in alto la leva per commutare il funzionamento del mirino da ottico ad elettronico e viceversa spingendola verso destra e per attivare, sul mirino ottico, il telemetro elettronico spingendola sulla sinistra. Al suo centro un pulsante che spinto, durante la revisione delle foto, consente di registrare un commento vocale. Alla sua sinistra la ghiera di comando frontale. In alto l’illuminatore a led di ausilio per l’autofocus e di segnalazione del funzionamento dell’autoscatto All’estrema destra il grande mirino ottico.

Sulla calotta superiore ci sono, a partire da destra, a fianco di quello di scatto coassiale con l’interruttore d’accensione, un pulsante Fn per impostazione predefinita assegnato alla scelta del metodo di misurazione esposimetrico, ma che può essere assegnato a qualsiasi altra funzione.

All’estrema destra la comoda ghiera di compensazione dell’esposizione.

Verso il centro la manopola per impostare i tempi di scatto con al termine la posizione A (Auto) che imposta la scelta automatica del tempo e di conseguenza la priorità dei diaframmi o il funzionamento program, a secondo di come è impostata la ghiera dei diaframmi sull’obiettivo. Se anche questa è impostata su A (Auto) si otterrà il funzionamento Program, se invece si vuole la priorità dei tempi basterà impostare la ghiera dei tempi sul valore prescelto. Sollevando la corona della manopola si aziona invece l’impostazione della sensibilità ISO il cui valore si può vedere nella piccola finestrella fra A e la posa B, come era nelle fotocamere a pellicola.

Al centro la slitta per un flash esterno.

Nella parte posteriore troviamo sulla sinistra in alto il mirino ottico/elettronico e alla sua destra il sensore per la commutazione automatica fra il questo e lo schermo.

Verso destra in alto un pulsante per la scelta delle modalità di scatto: singola, raffica, bracketing e autoscatto. A seguire il pulsante per il blocco dell’esposizione e della messa a fuoco.

Poi troviamo la ghiera di comando posteriore. Sul piccolo accenno di impugnatura posteriore il pulsante per richiamare, nello schermo o nel mirino, il Quick Menu con il quale si possono impostare rutti i parametri di funzionamento della macchina usando il joystick e le ghiere di comando anteriore e posteriore. Scendendo, vicino allo schermo il joystick di comando che consente di scegliere i punti AF nel caso di uso di un punto singolo, oltre che di navigare nei menu. Più in basso, sempre accanto allo schermo il pulsante per il richiamo dei menu e per la conferma delle scelte, quello per la revisione delle foto e quello la scelta delle informazioni sullo schermo, oltre che il ritorno nei menu. Tranne quello per il Quick menu e per i menu gli altri sono anche pulsanti Fn riassegnabili.

Sul lato destro c’è dietro uno sportello l’alloggiamento per due schede SD.

Su quello sinistro, sempre dietro uno sportello le prese HDMI, USB e per un microfono esterno.

Sul fondello c’è l’attacco a vite per il treppiedi e lo sportello dell’alloggiamento della batteria agli ioni di litio.

In dotazione, insieme alla macchina sono forniti:
– batteria ricaricabile NP-W126S
– caricabatteria con cavo
– il tappo di copertura del bocchettone di innesto ottiche
– la cinghia a tracolla
– Il manuale stampato

Schermate

Modalità

Menu rapido

Menu

Uso in pratica

La X-Pro3 che ho avuto a disposizione era dotata degli obiettivi a focale fissa XF 14 mm f/2,8, 23 mm f/2,0 e 50 mm f/2,0. Ho preferito obiettivi a focale fissa in quanto più adatti allo spirito della X-Pro3. Naturalmente però sulla X-Pro3 possono essere montati tutti gli obiettivi Fujifilm X e compatibili.
Usare una fotocamera con mirino galileiano o elettronico, praticamente senza schermo, ed obiettivi a focale fissa però richiede un modo diverso di fotografare. Senza zoom ci si deve muovere per cercare la giusta composizione e inquadratura; a secondo delle foto che si vogliono fare e del luogo in cui si fanno.
Tutti gli obiettivi Fujinon della serie XF sono dotati di una ghiera dei diaframmi che consente di regolare il diaframma, verificandone l’impostazione direttamente oltre che nello schermo o nel mirino e che comprende anche la posizione A per l’impostazione automatica del diaframma. Questo, insieme alla ghiera dei tempi che prevede anche essa l’impostazione A, consente di scegliere in modo estremamente rapido se usare la macchina in Program (entrambe le impostazioni su A), o a priorità dei diaframmi (ghiera dei tempi su A e diaframma regolato sull’obiettivo), a priorità dei tempi (diaframma su A e tempo regolato con la ghiera) e manuale con entrambe le ghiere regolate a scelta del fotografo con una semplicità, facilità e velocità sconosciute ad altre fotocamere. Se a questo si aggiungono le ghiere esterne ed immediatamente a portata di mano per la regolazione della sensibilità ISO ci si rende conto dell’estrema facilità e rapidità di tutte le impostazioni fotografiche della X-T4.
Le dimensioni della X-Pro3 sono un po’ più grandi di quelle di altre fotocamere con sensore delle stesse dimensioni e conviene trasportarla in una borsa adeguata. Il peso non è elevato, nonostante macchina ed obiettivi siano tutti costruiti in metallo e con un’elevata qualità.

Corpo macchina

Come detto nell’introduzione la X-Pro3 è disponibile con tre diverse finiture. Quella usata per la prova aveva la normale finitura nera. Il corpo è ben costruito e finito ed ha un aspetto solido. E’ rivestito per buona parte di un materiale zigrinato antiscivolo che rende sicura l’impugnatura. Esteticamente richiama molto le fotocamere a telemetro di una volta e questa impressione è accentuata guardandola dalla parte posteriore con il piccolo schermo che simula la tasca in cui si inseriva la linguetta della scatola per memorizzare il tipo di pellicola. Fujifilm sfrutta l’opzione nostalgia che sicuramente per molti può funzionare.
I modelli in titanio, che ho maneggiato e provato alla presentazione, hanno un aspetto ancora migliore e piacevole, specialmente la versione brunita e hanno una maggiore resistenza agli strapazzi, urti e graffi che quelle verniciate.

Comandi

Ho provato la X-Pro3 contemporaneamente alla X-T4 e questo quindi mi ha evidenziato immediatamente la sua minor dotazione di comandi e pulsanti, oltre la diversa disposizione di alcuni di essi dovuta al mirino posizionato a sinistra.
I comandi delle Fujifilm sono diversi da tutte le altre fotocamere digitali e richiedono di cambiare il proprio modo di operare se si proviene da fotocamere di altre marche. Abituarsi è però molto facile e se ne apprezza la praticità quando scattando ci si accorge che in un attimo si può cambiare la modalità di funzionamento e, se in manuale, impostare tempi, diaframmi e sensibilità. La disposizione di queste ghiere però non consente di azionarle facilmente con l’occhio al mirino. In particolare cambiare la sensibilità ISO richiede una manovra complicata con due mani e non è possibile effettuarla rapidamente; questo rientra nel modo di fotografare più lento e ragionato proposto per la X-Pro3. se si ha fretta comunque è sempre possibile usare l’impostazione ISO automatica.
Sono invece molto comodi ed efficaci tutti i comandi relativi alla messa a fuoco. La levetta che commuta la modalità AF è facilmente raggiungibile con la mano sinistra, mentre il joystick è comodissimo per dimensionare l’area di messa a fuoco e spostare in punti o la zona AF. Anche la leva per commutare il funzionamento del mirino da ottico ad elettronico e viceversa è facilmente raggiungibile.
Le modalità di scatto si scelgono con l’apposito pulsante sul dorso che fa apparire nel mirino un menu per scegliere fra scatto singolo, scatto continuo (raffica), bracketing ISO WB e altri, esposizione multipla, filtri avanzati e ripresa video.
Tutte le altre impostazioni si possono regolare dal Quick menu il cui pulsante all’estrema destra però non è facilmente raggiungibile.
I comandi quindi non sono molti e ce ne sono pochi diretti: il tutto conferma l’impostazione generale di questa fotocamera.
Ci si deve però abituare ad alcune particolarità. I tempi di scatto intermedi fra quelli riportati sulla relativa ghiera si devono impostare con la ghiera di comando posteriore il che significa dover alternare le modalità di impostazione dei tempi fra ghiera e manopola e questo influisce sulla rapidità di impostazione.
L’impostazione delle modalità di misurazione dell’esposizione per impostazione predefinita usa la misurazione multizona. Se si vuole cambiare il metodo di misurazione in media, media pesata al centro o spot è necessario che le impostazioni per la messa a fuoco con il rilevamento dei volti e degli occhi siano impostate in OFF, altrimenti la misurazione esposimetrica rimane impostata su multizona e non è possibile modificarla su un altro valore. Cosa c’entri la rilevazione dei volti/occhi con la misurazione esposimetrica lo sa solo Fujifilm (sarebbe utile invece averla associata al rilevamento degli occhi), ma questa è una cosa che mi ha fatto perdere tempo, avviene solo in queste fotocamere ed l’ho scoperto solo leggendo il manuale.
Infine quando si scatta in raffica, a qualunque velocità, se si vuole che la fotocamera regoli l’esposizione fotogramma per fotogramma invece che mantenerla fissa al primo scatto è necessario che nel menu IMPOSTAZIONI nel sottomenu IMP. PULSANTI/GHIERE sia impostato OTTURATORE AE in ON. Anche questa impostazione è strana, mi ha creato inizialmente difficoltà e si può scoprire solo leggendo attentamente il manuale.

Menu

Sono suddivisi nei sottomenu: Impostazione Qualità d’immagine (3 pagine), Impostazioni AF/MF (3 pagine), Impostazione Ripresa (3 pagine), Impostazione Flash, Impostazione Filmato (4 pagine), Impostazione fotocamera (11 pagine) e Revisione (3 pagine). Molto spazio, 3 pannelli, è dedicato alla messa a fuoco che si può impostare nei minimi particolari. Alcune opzioni però, come la formattazione delle schede di memoria sono nascoste, in questo caso fra le impostazioni utente. Altre impostazioni come quelle dell’otturatore meccanico ed elettronico o del salvataggio e numerazione delle foto richiedono un attento studio.

Mirino

Il mirino può funzionare in due modalità, ottica o elettronica, commutabili spingendo verso destra la leva di commutazione sulla parte frontale. In modalità ottica si vede direttamente la scena inquadrata senza nessuna mediazione. Per individuare la corretta inquadratura, visto che la visuale nel mirino è più ampia di quella che sarà registrata dal sensore, si utilizzano le cornicette bianche illuminate visibili al suo interno. Queste cambiano a secondo dell’obiettivo montato ed è visibile solo quella corrispondente ad esso. La copertura del mirino parte da quella corrispondente al 23 mm, poi ci sono cornicette perle focali di 27, 35, 50, 56, 60 e 90 mm. Il mirino ottico tiene conto della distanza di messa a fuoco e quindi della parallasse: quando il soggetto si avvicina le cornicette quindi si spostano per tenerne conto.
Il tutto è ottenuto per via  elettronica sfruttando le funzionalità di sovrimpressione di immagini proiettate elettronicamente su quella ottica caratteristiche di questo mirino ibrido. In questo modo anche quando il mirino è usato in modalità ottica è possibile vedere al suo interno tutte le impostazioni relative al funzionamento della fotocamera, compresi i punti AF. Si può quindi regolare la macchina e scattare senza mai staccare l’occhio dal mirino. Per la messa a fuoco manuale è possibile, spingendo verso sinistra la leva di commutazione del mirino, attivare il telemetro elettronico che apre a destra in basso una finestra con l’ingrandimento del dettaglio da mettere a fuoco, che si può scegliere spostandolo con il joystick. Un inconveniente di questo mirino è però che quasi tutti gli obiettivi sono visibili nella parte destra in basso oscurando parte dell’immagine inquadrata. Nella prova questo è avvenuto col 23 mm, mentre con il 50 mm la parte inquadrata è al centro e non è oscurata; in compenso però è molto piccola. Forse l’unico obiettivo che non oscura il mirino è il 27/2,8 Pancake, ma non ho avuto modo di provarlo. Inoltre alcuni obiettivi non sono utilizzabili con il mirino ottico come il 14 mm che ha una copertura maggiore del mirino o gli zoom.
In modalità elettronica invece il mirino ha una risoluzione di 3,69 Mpx. La risoluzione ed il dettaglio sono ottimi e l’ingrandimento adeguato per vedere bene l’immagine. Nel mirino in modalità elettronica è possibile vedere tutto quello che si vede nello schermo, compresi tutti i menu, quindi anche in questo caso operare tutte le regolazioni senza staccare l’occhio. Inoltre si ha una copertura del 100 % utile se si ha la necessità di inquadrare con estrema precisione, come in macro. Infatti in questa modalità si può usare solo il mirino elettronico in quanto con quello ottico si avrebbero dei problemi di parallasse. Altro vantaggio del mirino elettronico è quello di poter vedere in anticipo l’esposizione e correggerla se del caso.
In conclusione il mirino elettronico non ha nessuna controindicazione, è più vantaggioso e preferibile a quello ottico che rimane come un qualcosa in più utile sopratutto a rafforzare il carattere retrò della fotocamera.

Schermo

Lo schermo è la caratteristica più particolare della X-Pro3. Come detto in posizione normale di lavoro non è visibile ed al suo posto si vede un piccolo pannello con riportata l’indicazione del profilo pellicola in uso, oppure le principali impostazioni della fotocamera.
Lo  schermo è da 3″ con 1.620.000 pixel nitido e abbastanza visibile anche in piena luce.
Per vedere lo schermo però si deve ribaltarlo verso il basso.

Questa soluzione in pratica impedisce o quasi di fotografare con lo schermo visibile e quindi di osservare ogni scatto immediatamente dopo averlo effettuato. Tutto questo, secondo Fujifilm, dovrebbe portare chi usa la X-Pro3 a scattare in modo più rilassato e ragionato, usando il mirino per inquadrare, senza la necessità di riguardare ogni foto appena scattata. L’idea è buona, almeno per certi tipi di fotografia, ma presenta anche qualche inconveniente. Innanzitutto si potrebbero comunque guardare le foto nel mirino dopo averle scattate, anche se la cosa di solito è meno naturale. Poi visto che ci sono pochi comandi diretti e che certe regolazioni vanno quindi obbligatoriamente fatte con il Quick menu ogni volta si è costretti ad aprire e poi chiudere lo schermo, a meno che anche questa operazione non si faccia con il mirino. Inoltre questa scelta è in contraddizione con il fatto che lo schermo sia sensibile al tocco: in pratica lo si può usare in questa modalità solo quando si rivedono le foto, perché il suo uso per la messa a fuoco o altro si rivela poco pratico.
L’inconveniente maggiore però dipende dalla scelta fatta da Fujifilm per l’apertura dello schermo Questo si apre verso il basso e ciò ha impatto con il montaggio della fotocamera su treppiedi. Con la fotocamera montata lo schermo non si può aprire oltre i 90° rendendo così impossibile inquadrare con esso quando montato, cosa molto comoda ed utile piuttosto che inquadrare in questa situazione con il mirino. Se l’apertura fosse stata verso sinistra si sarebbe evitato questo problema, ma allora sarebbe stato simile a quello della X-T4 con il quale in realtà si può scattare chiudendolo come con la X-Pro3.
Anche questa quindi sembra più una caratteristiche inserita solo per rafforzare l’immagine analogica della X-Pro3.

Otturatore

La X-Pro3 dispone di otturatore meccanico ed elettronico. L’otturatore meccanico prevede tempi da 30 secondi a 1/8000 più le pose B e T; il tempo di sincronizzazione flash è di 1/250. Quello elettronico con tempi da 30 secondi a 1/32000 è utile se si vuole scattare con diaframmi aperti per ridurre la profondità di campo in scene molto luminose, oppure per scattare in modo totalmente silenzioso o infine per ottenere la massima velocità di raffica.

Stabilizzazione

La fotocamera non è dotata di stabilizzazione integrata sul sensore. Alcuni obiettivi Fujifilm sono però stabilizzati. Ho quindi effettuato una prova di stabilizzazione con l’XF 50-140/2,8 OIS disponibile per la prova della X-T4. I risultati sono nella pagina delle prestazioni.

Autofocus

L’autofocus della X-Pro3 è ibrido, a rilevamento di fase, e di contrasto, direttamente attuato dal sensore che è dotato di  2,17 Mpx dedicati di pixel mascherati adatti al rilevamento di fase. Dispone di 425 punti AF a rilevamento di fase, su una matrice di 13×9 o di 25×17 e altrettanti a rilevamento di contrasto, con una copertura quasi totale del formato. I punti possono essere scelti ed usati in modo singolo, a zone di 3×3, 5×5 e 7×7 punti, su tutta l’area allargata per un inseguimento ampio o con scelta automatica su quasi tutta l’area inquadrata.
I singoli punti o le zone possono essere scelti e spostati con il joystick. Di base la X-Pro3 propone la scelta fra una matrice di 117 punti, ma volendo si possono attivare tutti i 425 punti. Le modalità di funzionamento possono essere: singola AF-S, continua AF-C o manuale, selezionabili con la piccola levetta sul frontale. Via menu si può scegliere se dare la priorità alla messa a fuoco o allo scatto sia in AF-S che in AF-C. In AF-C (continuo) è possibile regolare alcuni parametri di funzionamento dell’autofocus: sensibilità dell’inseguimento, sensibilità alla velocità del soggetto inseguito e zona dell’inquadratura a cui dare la priorità. Sono disponibili cinque profili predefiniti per varie situazioni: base con impostazioni standard per soggetti in movimento, ignora ostacoli, soggetti in accelerazione/decelerazione, soggetti che appaiono all’improvviso, soggetti con movimenti irregolari più un’impostazione personalizzata. L’autofocus dispone inoltre della funzione per il rilevamento dei volti e degli occhi del soggetto. La sua sensibilità è elevata anche senza la luce ausiliaria, -3 EV a rilevamento di contrasto e -7 EV a rilevamento di fase con il 50 mm f/1,0.
Se si vuole mettere a fuoco manualmente si deve commutare la levetta anteriore su M; apparirà nel mirino una scala delle distanze l’immagine sarà automaticamente ingrandita (altrimenti si deve cliccare sulla ghiera posteriore per ingrandirla) e, se si è attivata da menu la funzione Controllo Fuoco, sarà possibile usufruire di uno dei modi di assistenza alla messa a fuoco disponibili secondo la scelta effettuata: Digital Split Image che sdoppia la parte centrale dell’immagine facendola combaciare quando è a fuoco, Digital Microprism che genera una griglia di quadratini, che assomigliano ai microprismi dello schermo delle reflex analogiche, al centro dell’immagine e che scompaiono quando è a fuoco e infine Focus Peak Highlight che evidenzia i bordi della zona a fuoco con un colore e un’intensità a scelta.

Esposizione

Impostando tutte le ghiere su A (Tempi, diaframmi e ISO) la fotocamera funziona in modo totalmente automatico scegliendo i tre parametri di esposizione. Si può variare la coppia tempo/diaframma scelta, a parità di esposizione, con la ghiera posteriore (program shift). Si può anche variare l’esposizione regolandola con l’apposita ghiera entro +/- 3 EV o 5 EV, tramite la ghiera di comando posteriore, se la ghiera è posizionata su C . Spostando una delle ghiere da A ad un valore definito si ottiene la priorità su quel parametro tempo, diaframma o sensibilità, e la macchina regolerà gli altri due sempre con la possibilità di compensare l’esposizione. Spostando due ghiere da A la fotocamera regolerà il terzo parametro sempre per la migliore esposizione. Infine è possibile regolare manualmente tutti e tre i parametri di esposizione facendo eventualmente riferimento ad una scala graduata nel mirino.
La misurazione può essere a zone multiple (matrice), media, media con prevalenza centrale e spot. Ho già detto che per poter variare la zona di misurazione è necessario che la messa a fuoco con il riconoscimento dei volti e del viso deve essere disattivata.
L’esposizione è stata corretta in esterni con buona luce. Nelle situazioni di forte contrasto tende a sottoesporre per salvaguardare le luci. In questo caso usando il raw è però possibile un ottimo recupero delle ombre grazie alla buona gamma dinamica consentita dal sensore, mentre se si usa solo il jpeg si otterranno foto con ombre scure e poco leggibili. In luce scarsa, esterni illuminati di notte ad esempio o interni bui, invece con la misurazione a matrice tende a sovraesporre di circa 2/3 di stop. E’ facile comunque correggere questa differenza con l’apposita la ghiera di regolazione, controllando direttamente nel mirino elettronico il risultato.

Sensibilità ISO

La sensibilità può essere regolata, automaticamente o manualmente, da 160 a 12800 ISO a passi di 1 stop o di 1/3 di stop e può essere estesa verso il basso fino a 80 e verso l’alto fino a 51200 ISO sia per le foto jpeg che raw.
La regolazione automatica della sensibilità ISO consente di impostare un valore limite fisso del tempo di scatto oltre il quale la sensibilità deve essere aumentata oppure di farlo scegliere automaticamente in funzione della lunghezza focale dell’obiettivo anche zoom. Sono disponibili tre profili di regolazione automatica per ciascuno dei quali è possibile definire le sensibilità minima e massima e il tempo di scatto limite, sia fisso che automatico.

Bilanciamento del bianco

Può essere automatico oppure selezionato su sette valori prefissati compreso uno per riprese subacquee. Si può anche impostare una regolazione personalizzata basata su una misurazione (se ne possono memorizzare tre) oppure regolarlo in gradi K°.
In esterni si è dimostrato sempre corretto, sia di giorno che di notte, mentre in interni in una sessione di ritratto con luce artificiale la regolazione automatica non è stata corretta, con toni un po’troppo caldi, ed ho dovuto correggere manualmente le foto raw.

Formato foto

Le foto possono essere salvate in formato 3:2, 16:9 e 1:1 e in varie dimensioni, L a 26 Mpx, M a 13 Mpx e S a 6,5 Mpx per il formato jpeg; in raw le dimensioni sono sempre 6240×4160 cioè 26 Mpx. Le foto possono essere salvate in Jpeg con qualità Fine o Normal, in raw (RAF) anche compresso senza perdite e in raw più jpeg.

Profili colore

La X-Pro3 dispone, come tutte le Fujifilm di numerosi profili colore che richiamano i colori delle più famose pellicole dia e negative Fujifilm: Provia (standard), Velvia (vivace), Astia (morbida), Classic Chrome (neutra), Pro Neg. Hi, Pro Neg Standard, Classic Neg (novità), consentono di ottenere foto jpeg con caratterizzazione colore diverse da usare secondo i soggetti ed i gusti del fotografo. Oltre a questi esistono i profili per bianconero, Acros (drammatico) e B&W anche con filtri giallo, rosso e verde e sepia. In aggiunta è disponibile anche il profilo “Eterna” adatto alle riprese video; questo simula le caratteristiche della pellicola cinematografica con colori tenui e toni intensi nelle ombre e con la possibilità di usare una gamma dinamica del 400 % equivalente circa a 12 stop per ottenere riprese adatte ad una facile postproduzione.
Questi profili possono anche essere applicati alle foto in formato raw tramite i software Raw File Converter 3 o CaptureOne for Fujifilm, scaricabili gratuitamente, e quindi è possibile cambiarli a posteriori per trovare quello più adatto a ciascuna foto.
Fra tutti quello che preferisco e che ha la migliore resa per i paesaggi è il Classic Chrome.
Nelle foto pubblicate si possono vedere i risultati dei diversi profili.
Nella prima serie le foto sono jpeg direttamente dalla fotocamera con i relativi profili applicati.

Nota: poiché la X-Pro3 ha lo stesso sensore, elaboratore d’immagine e profili pellicola della X-T4 per queste foto illustrative riporto quelle scattate con la X-T4.

In questa seconda serie i profili sono stati applicati tramite CaptureOne ad un’unica foto a partire dal raw.

Flash

Come i modelli X-Tx la X-Pro3 non dispone di un flash integrato. Questo come sempre può costituire una limitazione in quanto non si ha disponibile un piccolo flash da usare in situazioni di emergenza o come luce di schiarita in esterni.

Raffica

Un’altra caratteristica che non ci si aspetterebbe in questa fotocamera è la raffica. Questa può arrivare, alla velocità più alta H e usando l’otturatore elettronico a 30 fg/s con un ritaglio di 1,25x (16 Mpx) o a 20 fp/s a formato pieno in entrambi i casi con la disponibilità del live view, cioè la visualizzazione del soggetto in tempo reale nel mirino. Usando l’otturatore meccanico si arriva a 15 fg/s. Alla velocità più bassa L si hanno 5 fg/s.
L’autofocus può essere singolo, continuo o manuale, su un singolo punto, un’area o su tutta la zona di punti AF per l’inseguimento.
Per le prestazioni vedere la rispettiva pagina.

Video

La ripresa video consente di riprendere video Cine 4K a 4096×2160 pixel (rapporto 17:9) o 4K a 3840×2160 pixel (rapporto 16:9) 30/25/24p fino a 400 Mbps o Full HD a 2048×1080 o 1920×1080 pixel 120/100p, 60/50p o 30/25p con un bitrate fino a 200 Mbps in formato MOV con codec HEVC/H.265 o H.264 o MP4. La X-Pro3 è dotata di uscita HDMI per dispositivi esterni e di presa microfono. Per la cuffia non è prevista una presa e si deve usare un adattatore per quella USB-C.
La registrazione video può arrivare fino a 15 minuti per la ripresa 4K e 60 minuti per il Full HD. La ripresa rallentata arriva a 6 minuti.
Durante la ripresa la messa a fuoco può essere automatica, singola o continua, o manuale, ma non è attiva la funzione di inseguimento. Si possono regolare anche i diaframmi, il bilanciamento del bianco e l’esposizione, comprese le eventuali compensazioni. La ripresa si attiva selezionando tramite l’apposito pulsante Drive il video e premendo il pulsante di scatto.
I video possono essere salvati in MOV (MPEG-4 AVC/H.264, Audio: Linear PCM).
Fujifilm inoltre rende disponibili due ottiche cinematografiche MXK con innesto X, MKX 16-55 T2.9 e MKX 50-135 T2.9 particolarmente adatte alle riprese video.

Connessione

Sono disponibili le connessioni wifi e Bluetooth. Con il wifi è possibile controllare la fotocamera da remoto tramite l’app Fujifilm Camera Remote e uno smartphone o tablet e di trasferire le foto scattate. Il Bluetooth consente di mantenere attiva una connessione con uno smartphone, tablet o computer per il trasferimento continuo delle foto.

Funzioni speciali

Modalità HDR: è possibile impostare da menu la modalità HDR che consente di compensare differenze di luminosità della scena ripresa che non sarebbero completamente registrabili dal sensore. La modalità HDR può funzionare in modo automatico oppure essere impostata come percentuale: 100 % (nessuna compensazione), 200 % e 400 %. Quando la si imposta al 200 o 400 % la sensibilità minima utilizzabile aumenta rispettivamente a 320 o 640 ISO. Questa modalità può essere usata sia per le foto che per i video.

Filtri avanzati: sono disponibili una serie di filtri per modificare l’aspetto delle foto: Toy camera, Miniatura, Colore pop, High-key, Low-key, Toni dinamici, Soft focus e vari effetti di colore.

Queste funzioni come lo scatto a raffica e il bracketing si attivano con il pulsante delle modalità di scatto.

Batteria e caricamento

La X-Pro3 è dotata di una batteria agli ioni di litio NP-126S che consente, secondo Fujifilm, circa 370 scatti oppure la ripresa video per 45-75 minuti a secondo del formato e dell’attivazione del riconoscimento dei volti.
Il consiglio è comunque di munirsi di una seconda batteria e di ricaricarle spesso se si prevede di scattare molte foto o riprese video lunghe.

Obiettivi

Il corredo obiettivi Fujifilm X si va ampliando costantemente nel tempo. Ricordo che il fattore moltiplicativo per il sensore APS delle Fujifilm è 1,5x.
Attualmente sono disponibili 31 obiettivi di cui 28 della serie XF, di più alta qualità, 19 a focale fissa dal 14 mm f/2,8 (810 €) ai fantastici 50 mm f/1,0 (1.650 €) e 200 mm f/2,0 (4.000 €), oltre alla serie ultraluminosa 16 mm f/1,4 (820 €), 23 mm f/1,4 (760 €), 35 mm f/1,4 (530 €) e 56 mm f/1,2 in due versioni normale (860 €) e APD (1.200 €), 90 mm f/2,0 (820 €), due macro 60 mm f/2,4 (580 €) e 80 mm f/2,8 OIS (1.100 €), e una serie di obiettivi di dimensioni e peso ridotti 16/2,8 (370 €), 18/2,0 (500 €), 23/2,0 (440 €), 27/2,8 (350 €), 35/2,0 (410 €) e 50/2,0 (450 €).
Gli zoom sono 12 dal grandangolo 8-16 mm f/2,8 (1.650 €) al tele 100-400 mm f/4,5-5,6 (1.700 €) comprendendo anche i 10-24/4,0 OIS (810 €), 16-55 mm (970 €), 18-55 mm f/2,8-4,0 (650 €), 18-135 mm f/3,5-5,6 (680 €), 50-140 mm f/2,8 (1300 €) e 55-200 mm f/3,5-4,8 (630 €). Ci sono poi tre zoom più economici della serie XC senza anello dei diaframmi il 15-45/3,5-5,6, il 16-50/3,5-5,6 ed il 50-230/4,5-6,7 e un focale fissa XC 35 mm f/2,0. Inoltre sono disponibili obiettivi a focale fissa di Viltrox e Zeiss Touit e alcuni Samyang non autofocus.
Tutti gli obiettivi della serie XF sono in metallo con una costruzione e finitura di alta qualità, ghiere morbide e fluide. e ghiera per la chiusura del diaframma; molti sono del tipo WR (Weather Resistent), cioè protetti da acqua e polvere.
Con questi obiettivi la scelta è abbastanza completa e composta soprattutto di ottiche a focale fissa di alta qualità e luminosità, come si addice alle caratteristiche ed al livello della macchina.
Quelli più adatti per la X-Pro3 e il modo di fotografare che ispira sono gli obiettivi a focale fissa, in particolare quelli della serie meno luminosa f/2,0, più piccoli, leggeri ed adatti all’estetica del corpo macchina. Oltretutto sono quelli che ostruiscono di meno la visuale dal mirino in modalità ottica. Ovviamente però può essere usato qualsiasi altro obiettivo, compresi quelli ad alta luminosità e gli zoom.
Su tutte le Fujifilm, come sulle altre mirrorless, è poi possibile montare obiettivi di reflex o di altre fotocamere con appositi anelli adattatori, grazie allo spessore ridotto del corpo. Naturalmente si perde l’autofocus e l’esposizione deve essere regolata in manuale o a priorità dei diaframmi.
Fujifilm fornisce un adattatore per obiettivi Leica M, ma sul mercato si trovano praticamente per tutte le fotocamere.

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Ho usato la X-Pro3 prevalentemente per foto di paesaggio, ma anche per ritratti o foto di strada. La fotocamera ha dimensioni che non possono essere considerate ridotte in rapporto al formato del sensore, ma con i piccoli e leggeri obiettivi Fujifilm con cui l’ho provata è abbastanza leggera e maneggevole. Certamente montarvi uno zoom ad alta luminosità, come quelli provati sulla X-T4, si può fare, ma questi stonano un po’ esteticamente con la X-Pro3. Questa infatti si propone per una fotografia più pensata e meditata che si abbina bene con gli obiettivi a focale fissa che richiedono di pensare e spostarsi per trovare la migliore composizione ed inquadratura piuttosto che variare velocemente lo zoom e scattare.
Comunque per chi volesse, occasionalmente, scattare foto che richiedono velocità, la X-Pro3 offre prestazioni praticamente pari a quelle della X-T3 e vicine a quelle della X-T4 se si esclude la stabilizzazione.

Per tutte le foto di prova ho usato il formato 3:2.
Le foto di prova sono suddivise in due gruppi: foto di test, scattate a tutte le sensibilità, da 80 a 12800 ISO, in luce naturale di giorno e di notte e in interni ed a vari diaframmi per valutare l’obiettivo, e foto di esempio a varie sensibilità a secondo delle situazioni, anche se di giorno sono stati usati possibilmente i 160 ISO. Tutte le foto sono state salvate sia nel formato jpeg come salvato dalla macchina, sia raw compresso senza perdite che ho convertito con CaptureOne Express for Fujifilm.

====>  Prestazioni & Conclusione

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