Fujifilm X-T3: impressioni

La X-T3 è la terza edizione della fortunata serie di mirrorless X-Tx. Fujifilm ha continuato a migliorare nel tempo queste fotocamere introducendo sempre nuove caratteristiche e funzioni interessanti.
La X-T3 esteriormente è molto simile alla precedente X-T2, ma presenta delle novità significative. La prima e più importante è il nuovo sensore X-Trans CMOS IV del tipo BSI retroilluminato, coadiuvato dal nuovo elaboratore d’immagine X-Processor 4 che consentono insieme di migliorare la qualità d’immagine. L’autofocus è sempre ibrido, a rilevazione di fase e contrasto, ma i punti AF sono aumentati a 425. Altro miglioramento si riscontra nel mirino, la cui risoluzione passa a 3,69 Mpx. La velocità di raffica è notevolmente migliorata ed ora può raggiungere 20 fg/s e 30 con un ritaglio 1,25x. Anche la ripresa video ha avuto notevoli perfezionamenti.

La X-T3 è una fotocamera molto compatta. Il corpo, di forma simile ad una reflex con il mirino in posizione centrale, non ha una vera e propria impugnatura, ma solo una piccola sporgenza sagomata sul lato destro e questo ne contiene le dimensioni. E’ distinguibile dalla X-T2 quasi solo per la sigla, come si vede nelle foto.

 

Confrontandola con la X-H1 invece si nota che è più piccola e leggera.

Questa caratteristica ne fa una fotocamera estremamente portatile in particolare se abbinata a obiettivi piccoli e leggeri, come alcune focali fisse e zoom della gamma Fujinon X, mentre con lo zoom 16-55/2,8 l’insieme risulta un po’ sproporzionato.

Le sue caratteristiche principali sono:

– sensore APS BSI-CMOS da 26,1 Mpx X-TransTM CMOS IV senza filtro antialias
– processore X Processor 4
– innesto obiettivi Fujifilm X
– autofocus ibrido a rilevamento di fase e di contrasto con 425 punti AF (per un totale di 2,16 Mpx) e assistenza alla messa a fuoco manuale con evidenziazione dei contorni
– sensibilità ISO da 160 a 12800 con estensioni a 80 e fino a 51200
– mirino elettronico con 3,69 Mpx, copertura 100 % e ingrandimento 0,75x
– schermo da 3″ con 1.040.000 pixel orientabile in alto e in basso
– otturatore a funzionamento meccanico con tempi da 30 secondi a 1/8000 e a funzionamento elettronico con tempi da 30 secondi a 1/32000
– comandi con ghiere per tempi, compensazione esposizione e sensibilità ISO
– raffica fino a 20 fg/s con otturatore elettronico e a 30 fg/ con ritaglio 1,25x (16,6 Mpx)
– video 4K DCI a 4096×2160 pixel e 4K a 3840×2160 pixel 60/50/30/25/24p e Full HD fino a 120/100p con audio stereo in formato MOV (MPEG-4 AVC/H.264, HEVC/H.265) e compressione Intra/Long-GOP, registrazione su una scheda SD a 4K/60P 4:2:0 10 bit e a 4:2:2 10 bit sull’uscita HDMI.
– connessione wifi e Bluetooth
– sistema di pulizia del sensore a vibrazione Ultra Sonica
– modalità di simulazione pellicola avanzata
– doppio alloggiamento per schede SD UHS II
– gamma di accessori dedicati compresa impugnatura con batteria supplementare
– dimensioni 133x93x59 mm
– peso 539 grammi

La X-T3 costa 1.440 € solo corpo e 1.800 e con lo zoom XF 18-55/2,8-4,0 OIS.

Il sensore è, come in tutte le Fujifilm di alta gamma, del tipo X-Trans (esclusiva Fujifilm) con matrice dei filtri colore aperiodica. Questo consente di eliminare il filtro antialias senza che ci sia pericolo di effetto moirè e di migliorare la risoluzione.
Le caratteristiche complessive quindi sono notevoli e un miglioramento della già ottima X-T2. In particolare la velocità di raffica elevata di 20 fg/s (o 30 con ritaglio) è mantenuta con il live view attivo tramite l’otturatore elettronico, a differenza della X-T2 e anche della X-H1 che consentono il live view solo fino a 5 o 6 fg/s. Questo è un notevole miglioramento per le riprese sportive e naturalistiche perché consente di seguire il soggetto senza il rischio di perderlo ed è dovuta alla maggiore capacità di elaborazione del X Processor 4. Anche la ripresa video è migliorata per questo e fa della X-T3 un’ottima macchina per le riprese video in unione agli obiettivi cine Fujinon MKX specifici per il video.
L’insieme di queste caratteristiche ne fanno una fotocamera  anche professionale.
L’unico difetto, o meglio mancanza, che si può addebitare alla X-T3 è l’assenza della stabilizzazione integrata sul sensore introdotta da Fujifilm con la X-H1. Secondo la casa però questo non è possibile se si vuole mantenere la compattezza e leggerezza del corpo della X-T3, anche se si deve dire che qualche concorrente c’è riuscito.

Dopo un primo contatto alla Photokina ho avuto modo di provare nuovamente la X-T3 durante il Photo Show presso il noto negozio romano La Placa che ringrazio per la disponibilità

Come detto la X-T3 è esternamente identica alla X-T2 quindi per la descrizione dettagliata dei comandi rimando al suo test.
Quello che colpisce maggiormente di queste Fujifilm è comunque l’assenza della manopola delle modalità di funzionamento. Al suo posto c’è invece la ghiera dei tempi di scatto, mentre sul lato sinistro c’è quella delle sensibilità ISO e su tutti gli obiettivi XF quella dei diaframmi. Ognuna prevede anche la posizione A per il relativo automatismo. Combinando quindi la regolazione di queste ghiere si possono ottenere il funzionamento programmato (program) quelli a priorità dei tempi o dei diaframmi, quello ISO auto e quello manuale.
Tutti i comandi risultano pratici e comodi, consentendo la regolazione anche con l’occhio al mirino, anche se per spostare le ghiere dei tempi e della sensibilità ci vuole un po’ di pratica. Sarebbe inoltre preferibile che il Joystick fosse spostato un po’ più in alto, scambiandolo magari con il pulsante Q che richiama il menu rapido. Con questo è possibile poi intervenire su quasi tutte le regolazioni senza dovere entrare nei menu.
I menu non sono molto estesi e complessi, ma in alcuni casi la loro struttura è un po’ strana rendendo in qualche caso difficile trovare immediatamente alcune regolazioni o comandi.

Il mirino è eccellente, chiaro e luminoso. La sua risoluzione è elevata, 3,69 Mpx, e si fa apprezzare più di un mirino reflex. Anche usando la messa a fuoco manuale si riesce molto facilmente a trovare il fuoco con le sue funzioni di assistenza.

Lo schermo è orientabile in alto e in basso. E’ sensibile al tocco e consente di effettuare molte regolazioni direttamente sfiorandolo.

L’autofocus promette di essere veloce e sensibile e dispone delle funzioni di individuazione dei volti e degli occhi del soggetto. E’ personalizzabile e in autofocus continuo AF-C è possibile regolare sia la sua velocità che la sensibilità per adattarsi a diversi scenari operativi. Fujifilm ne fornisce 5 già predisposti, ma se ne può creare anche uno utente.

Per la prova ho usato lo zoom XF 50-140 mm f/2,8 OIS (equivalente ad un 75-210) con stabilizzazione integrata.
L’obiettivo composto da 23 lenti (5 ED e una Super ED) in 16 gruppi. La distanza minima di messa a fuoco è di 1 m con un ingrandimento 0,12x. E’ dotato di stabilizzazione ottica OIS. L’autofocus è comandato da tre motori lineari. Le dimensioni sono 83 mm di diametro, 176 mm di lunghezza con un peso di 995 g.
Costa 1.430 €.

Con questo ho fatto prevalentemente degli scatti alla gentile e brava modella messa a disposizione da La Placa nella sua sala di posa, più qualche scatto alle fotocamere e agli obiettivi in mostra. Ho effettuato anche degli scatti per valutare il rumore a tutte le sensibilità. Gli scatti sono stati tutti salvati sia in raw che in jpeg.

Per i ritratti ho usato sia l’esposizione program, sia quella a priorità dei diaframmi sia quella manuale. Tutti gli scatti sono stati comunque effettuati a f/2,8. Per la sensibilità ho usato l’ISO auto che finalmente anche nelle Fujifilm regola il tempo di scatto in funzione della lunghezza focale dell’obiettivo considerando anche quella impostata sullo zoom. Anche in automatico, program o priorità, l’esposizione, con la misura multizona, è stata quasi sempre corretta, nonostante lo sfondo bianco, e solo per alcune foto ho dovuto apportare una correzione di 0,5 stop.
Anche per il bilanciamento del bianco mi sono affidato all’automatismo, ma questo non mi ha completamente soddisfatto, come si può vedere dall’esempio jpeg riportato e ho dovuto correggerlo durante la conversione da raw.

La conversione è stata effettuata sia con il software fornito da Fujifilm, Raw File Converter 3 (una versione personalizzata di Silkypix developer Studio), sia con CaptureOne in versione personalizzata per Fujifilm che è quello che mi ha dato i migliori risultati e che quindi pubblico.

I ritratti sono tutti di ottima qualità, con una elevata nitidezza ed una messa a fuoco precisa sugli occhi, tranne qualche caso isolato (non pubblicato). La resa dell’incarnato è piacevole e realistica.

Nelle foto dell’esposizione si nota la scarsa profondità di campo a f/2,8.

Ho poi utilizzato una delle foto di ritratto convertendola con Raw File Converter 3 per poter applicare i profili di simulazione pellicola e i profili colore disponibili sulla X-T3.

La resa rispetto al profilo standard Provia, il primo, si differenzia in alcuni casi molto come per la Velvia, vivace, o il ClassicChrome che ricorda le pellicole dia del passato, in altri meno, ma consente di adattare il risultato ai gusti ed alle esigenze del fotografo. Le ultime tre foto sono relative ai tre profili colore Portrait (ritratto) disponibili. il primo è abbastanza differente dal secondo che invece è quasi uguale al terzo.

Ho provato anche a scattare alcune foto in raffica per le quali la modella si è esibita nel far svolazzare i capelli. Per motivi di illuminazione e anche di tempo non ho potuto adeguare il tempo di scatto che è rimasto di 1/250, ottenendo però così un effetto mosso piacevole e che rende il movimento.

La X-T3 è riuscita a scattare in queste condizioni 15 foto raw+jpeg in un secondo.

Infine la prova rumore. Ne nel negozio, ne nella sala di prova c’era una situazione veramente buia in cui fotografare. Ho scattato ad una esposizione di borse e zaini in una zona poco illuminata.

In queste foto il rumore si incomincia a vedere, nelle zone maggiormente in ombra, a 1600 ISO, ma non è percepibile in quelle più illuminate e non reca alcun danno all’immagine. Anche a 3200 ISO l’immagine è poco affetta dal rumore, se non nelle superfici uniformi e può essere accettata così come è. A 6400 invece il rumore è facilmente visibile ed è necessaria una sua riduzione; ancora di più a 12800 e 25600 ISO, anche se si deve rilevare che è comunque meno presente che in altre fotocamere con sensore APS.

In conclusione la Fujifilm X-T3 conferma le ottime qualità dei precedenti modelli migliorandole ulteriormente per quanto riguarda qualità d’immagine, autofocus, raffica e video.
La leggerezza e le dimensioni ridotte rimangono inoltre uno dei suoi pregi fondamentali. Unico neo l’assenza della stabilizzazione sul sensore ormai presente nella maggioranza delle mirrorless.

Pregi

– dimensioni ridotte
– ottima qualità d’immagine
– ottimo mirino
– autofocus veloce e preciso
– raffica molto veloce
– ripresa video
– buona disponibilità di obiettivi di qualità

Difetti

– assenza della stabilizzazione integrata
– bilanciamento del bianco non sempre preciso

A queste prime impressioni spero di far seguire entro breve tempo un test completo e approfondito.

1 commento su “Fujifilm X-T3: impressioni”

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