Giambruno, Meloni: “Cattiveria MAI Vista Prima!” – S&P: OTTIME Notizie.

Questa è la trascrizione dell’episodio del 23 Ottobre 2023 , che potete ascoltare qui.


Buongiorno e benvenuti a tutti su Rassegnata Stampa. Il podcast che ogni mattina vi porta le notizie della giornata senza filtri. Qui facciamo incavolare tutti.

Oggi è lunedì 23 Ottobre, e dobbiamo parlare di una buona notizia per la nostra economia, e poi delle ripercussioni politiche della vicenda Giambruno (so che ne avete già abbastanza, ma c’è da ragionare assieme).

Bando alle ciance, ciancio alla bande, io sono Max, incominciamo subito.


Economia.

Benvenuti all’inferno anche oggi.

Mentre i media italiani erano occupati dall’affare Giambruno, nella notte tra venerdì e sabato scorso è arrivata un’ottima notizia per il nostro paese. O quasi. Seguitemi, alla fine, vi offro anche un mio personalissimo spunto di riflessione, per quel che vale.

La notizia è la seguente: l’agenzia S&P ha confermato il rating per l’Italia a BBB con out look stabile. Si legge nella valutazione: “Il consolidamento di bilancio sarà più lento del previsto dopo la revisione dei target del deficit del governo, anche a causa dell’aumento dei pagamenti di interessi sull’ampio debito pubblico”. Ma l’agenzia avverte, e questo è il passaggio fondamentale: “Potremmo abbassare il rating dell’Italia nel caso in cui la traiettoria di bilancio del Governo si discostasse significativamente dai suoi obiettivi. Anche un’attuazione solo parziale delle riforme strutturali economiche e di bilancio, in particolare quelle legate all’erogazione dei fondi UE del PNRR, porrebbe rischi per la crescita economica e le finanze pubbliche”, conclude la nota.

Ok, il punto del deficit è essenzialmente legato anche alla crescita del PIL, più cresciamo, maggiore capienza abbiamo per spendere e qui le cose si fanno abbastanza complesse. 

Perché S&P prevede una crescita dell’economia in decelerazione nel 2023 (+0,9%) e nel 2024 (+0,7%). Le stime sul 2024, in particolar modo, sono drammaticamente più basse di quelle stilate dal Governo (al +1.2%), e molto più vicine a quelle dell’OCSE e dell’Europa (al 0.8%). Inoltre, se ci riflettiamo, una crescita allo 0 virgola è tra le più basse d’Europa l’anno prossimo, malgrado i nostri numeri siano “gonfiati” da questo potenziale effetto balsamico del PNRR, che altri paesi non hanno. Una situazione non esattamente rosea. Anche perché il problema strutturale sono i consumi interni. Lo sappiamo che il PIL è fatto per il 60% dai consumi delle famiglie, e l’ultimo dato dell’ISTAT ci parla del 63% degli italiani che fatica ad arrivare a fine mese, contro una media europea del 45,5%.

Altro aspetto importante da considerare. S&P cita l’incremento della spesa per gli interessi del debito, dovuto all’innalzamento dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea nell’ultimo anno e mezzo. E anche in quel dipartimento, non è che le cose siano assai chiare. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha suggerito di voler prendere una pausa sui tassi, pur mantenendo la politica monetaria restrittiva. Stesso discorso è stato fatto anche dall’omonimo americano, Jerome Powell la scorsa settimana. I due banchieri centrali vogliono vedere un percorso di diminuzione dell’inflazione più coerente prima di prendere altre decisioni. E per ora, questa discesa dell’inflazione non è affatto scontata: il comparto energetico è altamente volatile a causa delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, non possiamo escludere scossoni nei mesi a venire. Certo, siamo stati tra i più bravi in Europa ad affrancarci dal gas russo. Nel giro di un solo anno siamo passati dai 13 miliardi a solo 2. Ma gli altri partner a cui ci stiamo affidando non sono esattamente esempi di specchiati di stabilità (vedi Algeria che sta con Hamas e l’Azerbaijan che, dopo la ripresa del Nagorno Karabach, avrebbe intenzione di invadere l’Armenia, secondo l’intelligence americana). E come se non bastasse, adesso ci avviciniamo ai mesi più freddi dell’anno. 

In ogni caso, per ora incassiamo questa buona notizia di S&P. Ma non finisce qui, come diceva Corrado. Gli esami non finiscono mai, perché, prima della fine dell’anno, rimangono ancora due tappe importanti: il 10 Novembre abbiamo la valutazione di Fitch e il 17 Novembre c’è quella di Moody’s. Ora, non vorrei tirare sfiga, ma quest’ultima cade pure dì venerdì, ed è la più attesa, perché da Maggio scorso ha deciso di sospendere il giudizio sull’Italia, congelandolo al livello BAA3. L’agenzia però ha già avvertito che potremmo perdere “l’investment grade”. Tradotto: se dovesse accadere, i fondi pensione mondiali saranno obbligati a rimuovere i nostri titoli di Stato dal loro portafoglio. E allora, ciaone spread con i bund tedeschi. Ansia livello “mamma che si occupa di raccogliere i soldi per la maestra”. Ve lo dico.

Fatemi concludere con una mia personale riflessione, o meglio, un sospetto. Meloni, dopo la presentazione della Manovra la scorsa settimana, è scappata dalle domande dei giornalisti per un impegno urgente con il re della Giordania. Che un PdC non rendesse conto ai cittadini della legge di Bilancio non accadeva da 10 anni. Questo rappresenta un vero vulnus democratico, anche perché questa prassi va a compensare il fatto che quasi tutti i Governi licenzino la Finanziaria limitando fortemente qualsiasi discussione al Parlamento. 

Ma in fondo, per Meloni è più facile avere a che fare con la crisi medio orientale che con le domande sui conti pubblici italiani. Ci sta.


Meloni.

Lungi da me definirmi un profeta, ma venerdì ci siamo lasciati parlando della Cassazione che ha velocizzato le procedure per il divorzio breve, e delle vicende dei fuori onda del compagno della premier Meloni, Andrea Giambruno. Ebbene, venerdì mattina, subito dopo la pubblicazione del podcast, le due notizie si sono unite magicamente. La Presidente del Consiglio ha ufficialmente lasciato il compagno, nonché padre della figlia. Ora, non me ne occuperei se la cosa non avesse anche una valenza politica. Ed è stato proprio la diretta interessata ad attribuirgliela. 

Nell’annuncio della separazione, infatti, Meloni ha scritto una postilla importante: “Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”. Il messaggio è stato rafforzato pure nel video messaggio rilasciato per l’anniversario del Governo che cadeva ieri: “La cattiveria che usano per indebolirci ha raggiunto vette mai viste prima”, ha detto.

A parte che, dato il pathos, i suoi testi saranno scritti da un appassionato di Iliade e Odissea però assai ignorante di fisica (il mondo è letteralmente creato attraverso gocce che hanno scavato la pietra), è ovvio che la metafora si riferisca alla redazione di “Striscia la Notizia”. Si scrive Striscia, si legge Mediaset e Forza Italia. Ricordiamoci che il Governo attuale è nato con uno scontro senza precedenti con Silvio Berlusconi, per via della mancata nomina della sua fedelissima Lucia Renzulli al ministero della Sanità. Tanto che l’allora Premier solo in pectore, Meloni, dichiarò ai giornalisti: “Berlusconi si è dimenticato che non sono ricattabile”. Ebbene, pare che i ricatti alla fine siano arrivati in diretta televisiva nazionale. Alcuni giornalisti, tra cui la corrispondente del Financial Times in Italia, ha scritto: “Vuoi vedere che a far cadere l’Esecutivo non saranno poi i mercati?”. E’ una battuta, ma manco tanto. Anche se per ora a cadere è stata solo la famiglia della Premier. 

Ci sono risvolti anche abbastanza comici. In ogni parte politica.

Prima dell’annuncio di Meloni, tutta la destra aveva attaccato il perbenismo della sinistra minimizzando i primi video grotteschi e imbarazzanti di Giambruno. Ma appena Meloni ha mollato il compagno, gli stessi pronti a difenderlo poche ore prima, hanno inneggiato al femminismo della premier. Decidetevi. O Giambruno era un maschilista o no. A sinistra, il leader di Azione ha commentato: “Tutta questa vicenda è abbastanza sconcia. L’uso strumentale dei fuori onda da parte di reti TV collegate a partiti politici. Il tutto con di mezzo una bimba di 7 anni che deve poter fare una vita normale”. Caro Carlo Calenda, la stampa e i media sono LIBERI di attaccare personaggi pubblici. Soprattutto di potere. Nessuno li obbliga a esporsi. Un politico davvero liberale esprime sì vicinanza umana alla Premier, ma non critica una redazione per fare il proprio lavoro. Ma forse di liberale Calenda ha ormai ben poco. 

Inoltre, Meloni che ha usato la famiglia e la maternità in campagna elettorale, non può pretendere che quando non gira bene, l’opinione pubblica se ne dimentichi. Vi faccio un parallelo. Ricordate le filippiche dei Cinque Stelle sulla rendicontazione di ogni spesa dei deputati? Quando smisero di farla, e si scoprì che molti di loro manco contribuivano al fondo comune per il micro credito alle imprese, fu ovvio attaccarli per non rispettare il loro stesso feticcio. 

Altri politici sono invece ottimisti. Emma Bonino ha espresso un desiderio. Magari questa situazione farà capire a Meloni che esistono le famiglie imperfette e la smetta con l’ossessione del modello “Mulino Bianco”, ha detto. Vorrei crederlo anche io. Ma tutti i leader della destra, da Berlusconi in poi, hanno avuto famiglie non tradizionali (divorziati, famiglie di fatto…); eppure mai hanno cambiato idea su Dio, Patria e Famiglia. 

E parlando di liberali falsi, pensate che a mettere like al post di Meloni ci si è messo pure Elon Musk. Ma se proprio vogliamo buttarla sul tragicomico, saranno contenti in India. Sapete che dopo il G20 di Nuova Delhi, nel subcontinente è scoppiato il trend “Melodi”, crasi di Meloni e del premier indiano Modi, con cui c’è stata ottima intesa. Finalmente, ci sarà spazio nel cuore della nostra PdC per Narendra? Lo scopriremo solo vivendo. 

Quello che so è che rimane di certo un retrogusto assai amaro. 

L’ultimo leader della destra italiana, Berlusconi, è stato famoso all’estero per il bunga bunga (chiedete a qualsiasi straniero, è la prima cosa che viene in mente), e adesso, per colpa di un deficiente, Meloni è pietra dello scandalo per un affare sessuale. Il principale giornale scandalistico americano, TMZ, titolava: “Il Primo Ministro italiano finisce la sua storia con il compagno che voleva un threesome (una cosa a tre, per i non esperti)”. E sulla stessa linea, moltissime testate estere più prestigiose. Potremmo parlare dell’opportunità dei media di parlarne, ma il fatto rimane: non esattamente un’immagine specchiata per il nostro paese, che ormai si associa più a Porn Hub che all’Europa.

Nel frattempo, per la cronaca, Mediaset ha sospeso Giambruno per presunta violazione del codice etico (parlando di “sospensione volontaria di una settimana”), e Striscia la Notizia che perdeva ascolti rispetto alla concorrenza, ha già promesso un intero ciclo televisivo di fuori onda del giornalista da far impallidire Emilio Fede. 

Ma se ci ragioniamo bene e allarghiamo lo sguardo, mi assale un pensiero. 

Negli Usa, la destra si divide per l’elezione dello Speaker della Camera. In Italia, i peggiori nemici di Giorgia Meloni sono il compagno, e gli alleati di Governo. In Spagna e Polonia, i neonazisti  rubano voti ai conservatori e perdono elezioni. A che serve la sinistra con una destra così? Vuoi vedere che la politica dell’invisibilità di Elly Schlein, quella che il governatore della Campania De Luca ieri ha definito “nullità”, alla fine è tutta una strategia? Della serie, faccio fare tutto a loro.

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