Michelangelo burlone – Lo scherzo di Porta Pia

E poi c’è Roma, la città eterna. Roma è un tramonto su Castel Sant’Angelo, l’alba osservata dal Pincio, è la cascata di petali di rosa nel Pantheon; Roma è perdersi davanti la magnificenza dei Fori Imperiali, è il Colosseo sull’orizzonte, è la sorpresa del Bernini in ogni angolo. Roma è storia e leggenda ma è anche curiosità e aneddoti. Oggi parleremo di uno di questi curiosi aneddoti che la storia ci ha regalato.

Michelangelo Buonarroti, Porta Pia, 1561 – 65, Roma

Si narra che a una certa età, dopo gli 80 anni, il celebre maestro Michelangelo fosse intenzionato ad andare in pensione – cosa tra l’altro più che lecita vista l’età e l’incredibile carriera – ma no, Papa Pio IV non era dello stesso avviso e difatti gli commissionò la progettazione e successiva realizzazione di Porta Nomentana, ribattezzata Porta Pia. Anche un mito come Michelangelo deve poter godere del meritato riposo: che il piccolo scherzo giocato al Papa sia stato meritato?

Cerchiamo di chiarire questa storia dello scherzo. Michelangelo eseguì 3 disegni per il progetto di Porta Nomentana, realizzandoli appositamente di costi diversi ciascuno; sembra infatti che Papa Pio IV era all’epoca rinomato per la sua tirchieria. Esattamente come previsto da Michelangelo, Papa Pio IV scelse il disegno più economico; in questo disegno il maestro aveva inserito delle particolarità nello stemma, degli insoliti oggetti: un asciugamano, un sapone e un bacile. Ricordiamo in questa sede che il Papa sfoggiava con orgoglio l’appartenenza alla casata Medicea, quindi il cognome Medici; c’è però un particolare da specificare, altrimenti lo scherzo di Michelangelo non avrebbe senso: i Medici dai quali il Papa discendeva non erano i Medici di Firenze bensì di Milano, con un passato da barbieri. Si spiega così la rappresentazione degli utensili sullo stemma. Riflettendo però, non sono gli oggetti ad essere insoliti quanto piuttosto la loro collocazione; asciugamano, sapone e bacile erano e sono attrezzi di uso comune per un barbiere e non stupiscono per il riferimento alle origini, tra l’altro corretto, ma destano sorpresa per esser stati pensati e poi realizzati in uno stemma papale trovando perciò posto su un monumento così importante.

Questo aneddoto, viene definito da alcuni come l’ultimo scherzo di Michelangelo (e se ne deduce perciò che ve ne siano stati altri), ma chi ha detto che si tratta di uno scherzo? Potrebbe essere uno scherzo sottile, di matrice squisitamente provocatoria, se il Papa avesse avuto vergogna delle proprie origini; se invece così non fosse? Se invece si trattasse di un tributo, di un’esaltazione dei modesti natali del Papa? In fin dei conti Papa Pio IV da figlio di barbieri è diventato Papa. Inoltre, perché prenderlo come uno scherzo? In linea di massima le proprie origini non vanno mai rinnegate e mi sembra doveroso sottolineare che ogni lavoro, qualunque esso sia, nobilita l’uomo.

Michelangelo Buonarroti, Porta Pia, 1561 – 65, Roma

L’imponente Porta, facente parte delle Mura Aureliane, situata sull’asse che dal Quirinale porta su Via Nomentana, nasce in un momento storico di transizione: il passaggio dal Rinascimento al Barocco, quindi si possono osservare in essa elementi riconducibili ad entrambi gli stili.
Costruita in mattoni e travertini, è suddivisa in tre campate; si può notare al centro il maestoso portale con tabernacolo marmoreo in alto rilievo. Ai lati del portale due paraste scanalate sostengono una cornice sormontata da un timpano triangolare, all’interno del quale vi è un timpano ricurvo spezzato arrotolato in volute e ricemi di ghirlanda; i due timpani abbracciano un’iscrizione posta al centro. Le campate laterali ospitano all’esterno delle finestre incorniciate da edicole, i quali rilievi richiamano quelli centrali. In alto lo stemma di Papa Pio IV eseguito da Giacomo Del Duca fiancheggiato da statue di angeli realizzate da Nando dé Rossi.

Da questi ultimi nomi si deduce con facilità che la morte bussò alla porta di Michelangelo prima che egli riuscisse a terminare il simpatico progetto ideato con ironia, che rubò al maestro il riposo che tanto anelava.
Porta Pia resterà nella storia per l’interrogativo che ogni osservatore si porrà nel momento in cui i suoi occhi incontreranno lo stemma papale.
Nessuno – tranne Michelangelo che non può più – potrà spiegare con certezza le motivazioni dello strano ma particolare stemma; si può supporre si tratti di uno scherzo così come si potrebbe pensare ad un tributo sincero, ma quel che è innegabile è che Porta Pia è un unicum.

Roma si fa scrigno di meraviglie di ogni tipo ed è, al tempo stesso, custode di aneddoti e stralci di storia dal valore inestimabile.

Ludovica Amicucci

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