La Password di Netflix

Fedele alla propria vocazione di laboratorio sperimentale, il Galantuomo Dissacrante propone ai lettori – dopo il racconto distopico – un nuovo formato, ispirato a quello del “Di(zion)ario” di Massimo Fini (a sua volta figlio di un genere che ha avuto in Ennio Flaiano e Alphonse Karr il proprio apice). Ogni voce è una scheggia, cioè un piccolo frammento tratto dalla vita reale, che riguarda i temi del blog. Questa è la dodicesima puntata di questa rubrica.

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Netflix

È la piattaforma di streaming più amata dalle donne di tutta Europa e Stati Uniti (ma è diffusa anche in Sudamerica e in Asia), ma molte italiane ne hanno fatto un vero e proprio format con il refrain “Netflix, pizza e coperta”, intesa come serata tipo da passare sul divano a fare incetta di serie televisive, magari insieme al gatto e rispondendo a monosillabi ai “corteggiatori” di turno.

Un ritornello che viene ripetuto sia sui social che persino nelle famigerate bio di Tinder per darsi un tono da snob “asociali”, nella speranza di differenziarsi e di porre una sorta di distanza fra loro e i vari orbiter, quei viscidi pseudointellettuali e altre categorie di morti di figa (MDF) che provano ad “avvicinarsi”.

E invece implica semplicemente che sono omologate, uguali a tante altre che hanno bisogno di doversi dare qualche aria per filtrare evidentemente i corteggiatori, creare qualche barriera e alzare il prezzo.

Si potrebbe aprire poi un discorso potenzialmente infinito sull’attuale società occidentale in cui l’uomo è uno spettatore passivo (tema presente anche in Michel Houllebeq, tanto per fare un esempio), un fruitore di contenuti sui social e sulle piattaforme di streaming americane, dove viene propagandato un modello di uomo femminilizzato, sempre zerbino verso la propria donna e possibilmente fluido. Ma tutto ciò sarebbe più oggetto di un libro che di un’umile rubrica di un altrettanto umile blog.

Ad ogni modo, al netto della continua propaganda globalista e femminista, non andrebbe demonizzato così tanto Netflix nella routine quotidiana.

Cerchiamo di essere pragmatici. La piattaforma di streaming americana salva tante relazioni (sia brevi che, soprattutto, lunghe) dalla noia di coppia, tenendo impegnate le donne con la visione di storie banali e romantiche e permettendo all’uomo di ritagliarsi un po’ di tempo per starsene in santa pace con se stesso (magari leggendo per nutrire la mente).

Queste serie sono in molti casi l’equivalente patinato e in 4k delle telenovele sudamericane o delle soap opera americane arrivate in Italia negli anni ’80 e sarcasticamente smontate da Alberto Sordi nella famosa scena de Il Tassinaro, nella quale litiga con l’arrogante e ignorante texano.

Punto fondamentale per la stabilità della coppia: non bisogna guardare le serie insieme (a parte la circostanza in cui si trova davvero una serie che interessi ad entrambi: in tal caso, auguri), e ognuno deve avere il proprio account. Altrimenti l’algoritmo vi suggerirà serie indigeribili e mielose (il trucco per evitare tutto ciò è creare un profilo a nome di lei da usare solo quando siete insieme, poi possibilmente cancellarlo di volta in volta).

Password

Pare che alcune ragazze in Italia impongano come condizione di una relazione la password dei social del ragazzo in questione. Può succedere anche a parti invertite, va detto. Per dirla con l’ennesimo inglesismo, è proprio una forma di stalkware (il tema sarà trattato a parte).

È superfluo dire che una donna normale ed equilibrata non dovrebbe chiedervi nulla di simile. Così come è inutile dire che la risposta a simili richieste è un “no” secco e deciso [si veda anche La lezione sul codice del pianto].

Da parte di lei è solo un atto di strapotere sessuale, per quanto la gelosia possa giocare un ruolo preponderante in certe richieste. Se cedete, le state dicendo che siete disposti a tutto pur di tenervela nella vostra vita. Quindi siete dei bisognosi, e il messaggio che le state dando è che lei vale più di voi.

La cattiva notizia è che un atto simile non significa solo cedere davanti ad un ricatto (azione sempre riprovevole, perché la si dà vinta a chi usa quest’arma), ma significa anche perdere il suo rispetto, e dimostrarle di essere un beta dentro, un coniglietto o, come dicono i millennial e quelli della generazione Z, un “sottone”. Uno zerbino, in altri termini.

In quel momento, quasi sempre, inizierà dentro di lei quel processo di distruzione della vostra personalità e della vostra relazione, di cui in seguito – in quanto zerbini di turno pagherete un prezzo emotivo altissimo.

Meglio una fine spaventosa (della relazione) che uno spavento senza fine.

Spazzolino

Il lunedì mattina sei ancora troppo stordito dal weekend per accorgertene. Ti rasi il viso velocemente, e agogni la doccia calda per svegliarti completamente.

Te ne accorgi in genere il lunedì sera, quando vai a lavarti i denti prima di andare a letto. Solo allora vedi che c’è un “intruso” nel bagno, ed è lo spazzolino di lei. Magari è solo il terzo o quarto weekend che passate insieme.

Le scrivi un messaggio, dicendole che si è dimenticata lo spazzolino. Risposta quasi immediata: “No, non preoccuparti, l’ho lasciato di proposito per non dovermelo portare la prossima volta”.

Tu guardi quello spazzolino piantato nel portaspazzolino e ti sembra una bandiera, un primo segno a metà fra l’occupare e marcare il (tuo) territorio. In genere, al prossimo incontro, glielo restituisci, innescando così una crisi diplomatica.

Puoi tuttavia anche tenertelo e buttarlo (o restituirlo) una volta che finisce la frequentazione, sia ben chiaro. Ma quantomeno sai che è un “simbolo”. Sta poi a te regolarti su cosa fare.

3 pensieri riguardo “La Password di Netflix

  1. Da millenni gli uomini si infiltrano nelle terre altrui e vincono la guerra sui nativi del luogo, a condizione che siano più potenti dei loro nemici.
    Mentre però i maschiacci si sono imposti nel territorio con, sfortunatamente, la violenza, l’astuzia, la strategia e la superiorità tecnico-bellica, il ‘gentil-sesso’ usa, invece, un’arma (altrettanto pericolosa e temibile) differente: l’inganno, la perfidia, il profittarsi.
    Anche oggi questo scenario è ancora molto valido, e sta a noi rispondere con il portone chiuso in faccia a una donna che non sia di valore, che abbia un passato promiscuo, che sia una cercatrice incallita di beta per scambiare il proprio organo in cambio di risorse.
    Sta a noi tutto questo, sublimarci oppure lasciar entrare il cavallo di Troia (ça va sans dire!)

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  2. Netflix è la nuova frontiera della solitudine, insieme ai loro puzzolenti pelosi della min**a e ai social dove si lussano il ditino a furia di cancellare messaggi di MDF che scrivono a tutte in una pesca a strascico, è una delle loro droghe che le allontanano dalla loro triste ed inconcludente realtà.
    Io mi vergognerei a dire che passo il fine settimana a guardare serie TV, mentre loro se ne vantano persino e questo è segno della demenza dei tempi e della ricorrente stupidità femminile odierna.
    Sulle password… Mai capitato, anzi semmai ho chiesto io d’aprirmi il loro profilo in pochissimi casi, ma era solo per dimostrargli che “accà nisciuno è fesso” e infatti una volta entrato, ho trovato quello che era palese immaginare anche senza “prove”: il troiaio con robe che avrebbero fatto accapponare la pelle persino ad una pornostar.
    Pochissime hanno lasciato lo spazzolino nella mia bella casa, la maggior parte hanno preferito sfacciatamente il cazzosello facebookiano e la giovane nerchia africana.
    Mi si perdoni la volgarità, ma ho descritto semplicemente i fatti e l’attuale universo femminile dai 15 agli 80 anni.

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  3. Ho sempre lasciato io lo spaZZolino e mai il contrario.
    Chi ha un abbonamento inderneZ e ancora guarda la tv (Shitflix, AmerdonVideo, DiSSney+, poco importa) è un minorato mentale da evitare.
    Le serie, ove meritassero, si lumano a sbafo dai siti appositi e il televisore opera come semplice monitor.

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