L’insostenibile leggerezza del ghosting

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INDICE DEI CONTENUTI

Definizione di ghosting

Il ghosting in Italia segue lo stesso copione dello stalking: gli uomini lo subiscono ma non ne parlano perché si vergognano, passerebbero per dei lamentosi o per “coloro che non sanno accettare le scelte di una donna“. Qual è il risultato? A differenza della friendzone (ormai considerata – a ragione – un pascolo recintato tutto popolato da figure maschili), pare che siano solo gli uomini a fare ghosting nei confronti delle donne. Questa percezione nasce dal numero di articoli di media online richiamati nei motori di ricerca quando si va a trovare il significato del termine “ghosting“: tutti descrivono il fenomeno da una prospettiva femminile. Sono racconti di donne che non si spiegano la sparizione improvvisa dell’uomo e gli addebitano – a torto o a ragione – una serie di disturbi del comportamento (i famigerati “narcisisti). Autocritiche femminili? Non pervenute.

Resettate tutto, oggi vi daremo un’altra chiave di lettura. Innanzitutto cerchiamo di capire la definizione. Ghostingennesimo termine inglese – significa letteralmente “diventare un fantasma”, ovvero scomparire improvvisamente dalla vita di una persona. E’ quell’avverbio, “improvvisamente”, a spiazzare la controparte. Le relazioni di qualsivoglia tipo nascono, raggiungono un apice in tempi variabili, spesso declinano secondo tempi altrettanto variabili. Capita purtroppo che ci si allontani dopo un periodo di frequentazione amicale o passionale. Ma si fa lentamente, anche per dare – è un processo spesso inconscio – il tempo all’altra persona di abituarsi alla mancanza. E magari si danno, da persone mature, delle spiegazioni. Il ghosting evita tutti questi passaggi: si va direttamente alla fine.

Secondo alcune correnti di pensiero, il ghosting si verifica tecnicamente quando una persona visualizza un messaggio e non risponde (mai) più. Poi magari questa stessa persona blocca anche la controparte sui sistemi di messaggistica o sui social. Ma anche no, semplicemente la ignora. Poi potrebbe riapparire all’improvviso dopo molto tempo (il cosiddetto zombieing) ma è un’ipotesi meno frequente (valutiamo comunque di occuparcene, se il tema è di interesse dei lettori).

Il ghosting è deresponsabilizzante

A leggere la narrativa di matrice “femminista chiagni e fotti”, in Italia fare ghosting è una prerogativa maschile, è l’ultimo atto del classico dongiovanni prevaricatore ed eterno farfallone che manipola la povera vittima femminile con lusinghe e inganni. Questa rappresentazione, nel 2021, è talmente logora da rasentare il ridicolo. Le donne in Italia – così come nel mondo occidentale – godono di un’ampia libertà di scelta, non esistono praticamente più restrizioni sociali e, con l’avvento dei social e delle app di dating, trovare un uomo è – letteralmente – più semplice che comprare un paio di scarpe. Quindi, per le donne, è ora di prendersi la responsabilità delle proprie scelte. Con ciò non si vuol negare in assoluto che ci possano essere uomini che praticano il ghosting – chi scrive lo ha anche fatto più di una volta, seppur controvoglia – ma farne un altro fardello da gettare sulle spalle degli uomini, questo no.

Ora facciamo un passo avanti. Acclarato che avviene su entrambi i fronti, andiamo a vedere le forme e i modi più ricorrenti. Il ghosting da parte femminile è un riflesso del soverchiante potere sessuale rispetto al mondo maschile, e della mancanza di contrappesi culturali (anche per colpa degli uomini, ovviamente). Pure in era pre-social, succedeva che le persone sparivano dai radar, magari anche in fasi emotivamente delicate. Fa parte del gioco: quando si scende nello scivoloso campo sentimentale, si sa che ci potrebbero essere “vittime collaterali“. E’ un rischio accettato dalla notte dei tempi.

La sindrome da shopping compulsivo

Con la velocizzazione delle comunicazioni grazie ai cellulari prima e ai social dopo, una donna in media in Italia si è ritrovata – per la prima volta nella storia – al centro di un’estesa rete di occasioni con l’altro sesso. Un network in cui, oltre ai ragazzi ritenuti d’interesse, si aggiunge una pletora di “corteggiatori”, zerbini e orbiter con il numerino in mano, in fila come dal salumiere in attesa del proprio turno. A costoro spesso tocca riempire i tempi morti della reginetta di turno, la quale li ripaga con qualche monosillabo, qualche cuoricino o con un like buttato a caso sui profili dei propri “vassalli”. Le madri di queste principessine 3.0 avevano avuto una cerchia decisamente meno estesa di opzioni da gestire e in tempi oltretutto più rapidi (perché, rispetto alle figlie, la loro adolescenza finiva a 18-20 anni, non a 40), per non parlare poi delle loro nonne, spesso monogame in senso assoluto e impegnate a 20-25 anni con la gestione di una famiglia.

Fare le api regine in questi alveari, che in alcuni contesti diventano particolarmente affollati di aspiranti fuchi (si veda la “trilogia della vergogna“), crea alla lunga distorsioni esistenziali. La donna al centro di questo alveare comincia ad avere una vera e propria sindrome da shopping compulsivo. Ha bisogno di vedere e provare vari tipi di scarpe, ma non è detto che l’acquisto la soddisfi. Perché ciò che la emoziona non è il prodotto in sé, ma tutto il processo dell’acquisto, con i suoi riti e le scariche di dopamina. Per inciso, questa è un’altra regressione allo stato infantile, in cui c’è l’attrazione per un giocattolo e successivamente ci si stanca in fretta e se ne vuole sempre uno nuovo.

Buttare via il giocattolo

L’atto del ghosting diventa quindi il modo con il quale ci si sbarazza del vecchio giocattolo, davanti agli occhi costernati dei genitori che provano a spiegare alla bimba che non è normale comprare un bambolotto nuovo ogni settimana. Il punto è che forse sarebbe il caso di non dare nessun tipo di illusioni al bambolotto, di essere chiare e non giocare al solito ambiguo gioco delle attenzioni di cui una donna si nutre in modo bulimico.

Particolare da non sottovalutare: il ghosting si fa sia nei riguardi di eventuali amanti e trombamici che, soprattutto (e questo non viene mai detto), verso orbiter o “candidati” all’adorazione del piedistallo che per qualche ragione si erano avvicinati troppo. Nel primo caso, sia in caso di una ONS così come di in un breve flirt, si mette sempre in conto – quantomeno da una prospettiva maschile “scafata” nei riguardi dell’altro sesso – che lei abbia un altro (marito, compagno, fidanzato), che possa avere un ex che le ronza intorno, così come un plotone di (potenziali) trombamici. Quindi, sotto alcuni aspetti, la sua “scomparsa” può essere considerata un rischio calcolato, per quanto possa essere spiacevole. O magari semplicemente non è scattato quel feeling che permette lo sviluppo di una relazione. Magari si potrebbe essere più maturi e dirlo senza isterie, sarebbe un’occasione di crescita. Ma, come abbiamo visto, difficilmente una donna vuole prendersi una responsabilità.

Il “corteggiatore” non comprende la bolla di lei

Il secondo caso è quello di cui meno si parla, ma è probabilmente quello più numeroso, almeno in Italia. Parliamo di ragazzi e (sempre più) uomini che per mesi, se non anni, hanno cercato di coltivare o costruire un qualche tipo di connessione emotiva con la reginetta di turno, dedicandole tempo, attenzioni e spesso energie psicofisiche sorbendosi i suoi lamenti e le sue frustrazioni. Il loro obiettivo, da buoni zerbini, era quello di “conquistarla” con l’assiduità della presenza e delle attenzioni (molti si sentivano – a torto – coinvolti in quella che in lingua inglese viene definita “textlationship“, ovvero una relazione platonica basata solo su messaggi). Nella maggioranza dei casi – ma non è una regola – si tratta di uomini che magari hanno poche esperienze con l’altro sesso, e sono quindi più disposti nell’imbarcarsi in questo tipo di imprese.

Viene da dire che la “fame” non sempre aguzza l’ingegno. Costoro sono particolarmente disposti a tentare la “Ruota della fortuna” delle app di dating o dei social, sperando di racimolare contatti virtuali che possano trasformarsi in relazioni reali. L’intento non è di per sé sbagliato, ma sono i modi di attuazione massiva, a livelli da ludopatici, a farlo diventare uno spreco di energie senza fine (in tutti i sensi). Quando lei, per motivi diversi, si è stancata di giocare, si è annoiata dopo averli fatti avvicinare troppo al piedistallo oppure semplicemente trova un altro più emozionante (spesso di valore superiore al suo), ecco che scatta il ghosting. Da un giorno all’altro, lei smette di rispondere e a volte blocca anche sui social l’orbiter di turno. Il quale, spesso stupidamente, fa di tutto per capire cosa sia successo, dove abbia sbagliato con lei (spoiler: il più delle volte non ha sbagliato nulla, è lei a vivere in una “bolla irrealistica”), perché è stato trattato così. E magari rischia anche di prendersi una denuncia per stalking.

Un atto di frivolezza virtuale con conseguenze reali

Cosa ha quindi reso il ghosting così fastidioso? La facilità e la frivolezza con cui viene attuato senza scrupoli. In passato, i tempi della conoscenza erano decisamente più lenti, c’erano una serie di filtri a monte che evitavano il ricorso a questa modalità di interruzione così secca. Scomparire improvvisamente e senza spiegazioni dalla vita di una persona era comunque un atto visto male, da utilizzare come ultima ratio. Forse nasceva anche dal fatto che c’era stato comunque un investimento di tempo ed energie – non a senso unico – in quell’approccio o relazione, e quindi non si faceva così a cuor leggero.

Oggi una ragazza può tranquillamente ghostare un orbiter al giorno a prescindere dal livello delle connessioni emotive, e ne avrà altri cinque nella “lista dei desideri” – esattamente come in un sito di e-commerce – pronti a rimpiazzarlo. Si può azzardare l’ipotesi che si sia di fronte ad una sorta di paradosso dell’abbondanza applicato alle relazioni umane: parafrasando questa teoria, davanti alla ricchezza di opzioni di scelta, tende ad esserci minore crescita di una persona sia dal punto di vista emotivo che culturale. I social sono il mezzo per alimentare (moltiplicandone la portata) questo processo in cui gli uomini finiscono “triturati” psicologicamente ed emotivamente. E in Italia, come abbiamo già visto, questo sistema raggiunge livelli vergognosamente alti rispetto a tanti altri paesi europei.

26 pensieri riguardo “L’insostenibile leggerezza del ghosting

  1. Lorsignore non capiscono di avere la manna dal cielo, non resta che sperare che tutto questo finisca un giorno e che lorsignore pagheranno il tutto con infiniti interessi.
    Comunque 30 anni fa era all’incirca uguale, con dinamiche diverse ma la superbia e l’ego femminile erano ugualmente alimentati a più non posso.
    Siamo noi uomini a dover cambiare nella maniera più assoluta e radicale: stop corteggiamento, sciopero a oltranza e a tempo indeterminato del primo passo, non degnamole di uno sguardo e schifiamole allo stesso modo in cui loro ci schifano. Non ci vuole molto, basta mettere piede fuori dall’uscio di casa per rendersene conto. E ovviamente non mettere like cuoricini e altre scemenze simili alla principessa sul pisello di turno presente sui social.
    Altro soluzioni non mi vengono in mente.
    Grazie Galantuomo per tutto quello che fai e per la voce che dai a tutti noi.

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    1. Anno 2021: se sei un utente attivo dei social network mainstream hai già perso la partita.

      Il resto sono chiacchiere infantili: la prova empirica è che il mondo prima del 2003 funzionava benissimo (coi suoi limiti) e ora funziona esattamente come prima ma il numero degli infelici (che siano dei piagnucolosi invertebrati è un altro discorso) è aumentato esponenzialmente.

      Oramai i provider (istagaz, onlyfack, tuìcc eccetera) sono semplicemente PAPPONI VIRTUALI.

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    2. @Anonimo Noi lo stiamo dicendo in tutte le salse che, se non cambia il comportamento sbagliato degli uomini, la situazione non cambierà mai.
      @Nick the quick Non è chiaro il riferimento che fai al 2003. Questo blog non ama i social, ma ammette che possa esserci un uso consapevole, purché si conosca il meccanismo.

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    3. Nel 2003 è sbarcato Fuckerberg in Italia.
      Quell’anno c’era la scusa della “curiosità”. Tempo 2 estati s’era capito benissimo dove andava a parare.
      “Uso consapevole” è una locuzione politicamente corretta priva di senso: OGGI l’uso CONSAPEVOLE è NON USARLI, i sozzal (sennò è come suggerire un “uso consapevole” della roulette al casinò – esempio brillante: è divertente, sociale, eccitante, e… alla fine si perdono soldi)

      Ma per l’uomo medio è difficilissimo, essendo la sua caccia alla fica impresa disperata senza.
      Adesso che c’è pure la SCUSA del Covid, figurarsi…

      Faccio fatica a capire cosa si trovi di fastidioso/innaturale/incomprensibile/femminile nel ghosting OGGI: una donna può avere aperte 200 chat in contemporanea (bastano 2/3 dating app + i 1500 numeri in rubrica uazap), nemmeno volendo (a meno che non sia una pro camgirl) ha il tempo di stare dietro a tutte (io non riesco con più di 2…).
      Non è che la MALEDUCAZIONE (di questo si tratta, senza infiocchettare tanti discorsi) sia un’invenzione recente. Sono cafone pure dal vivo, molte donne (degli uomini è inutile parlare): OGGI, a passeggio, tra una pattuglia di nordafricani dalla faccia brutta e un’altra di universitarie ubriache la più pericolosa statisticamente è la seconda.
      Sono cafone perchè quelle merde dei loro genitori (cafoni pure loro, l’esempio si tramanda) le hanno lasciate a educarsi di fronte alla TV e nei sozzal, e non è che l’educazione ti viene d’improvviso a 30 anni.
      CONSAPEVOLI di ciò si seguono percorsi ALTERNATIVI (un blog è già 100 volte MEGLIO di una pagina sozzal – a prescindere dalle frequentazioni: “il medium diventa il messaggio” [McLuhan, 1964]) e si boicotta il mainstream.

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    4. Nick the quick Sei devi fare l’Osservatore, cortesemente non sbagliare sulle date. Come (ti) dissi in un altro commento, EffeBi è arrivato in Italia nel 2008. https://www.lastampa.it/tecnologia/2009/04/16/news/facebook-sbanca-in-italia-2-700-di-utenti-nel-2008-1.37067115
      Nel 2003 non esisteva ancora; è stato lanciato l’anno dopo negli States. Noi di GD abbiamo dedicato una persona esperta al lavoro sui social, e si è presa insulti e attacchi tanto da iniziare a bloccare gente. Paradossalmente persone di sesso maschile. L’uso consapevole può esistere, ma è per pochissimi. Il punto è che noi stiamo dicendo tutto ciò, laddove pochi altri lo fanno. Ma non possiamo nemmeno far finta che questi strumenti non esistano, e chiuderci nella torre d’avorio. Il blog c’è per stare al sicuro dal pollaio social https://wp.me/Pcy0B4-1p almeno fino a quando avremo uno zoccolo duro di lettori fidelizzati.
      Infine, sono d’accordo sulla maleducazione ma è anche vero che tante licenze sono state gli mdf della cerchia sociale a permetterle. Se fossero state sanzionate socialmente, forse non si sarebbe arrivato a questo punto. Questo blog ha voluto dare un contributo da un punto di vista maschile su questo tema.

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    5. Per quanto mi riguarda io non lecco i piedi nemmeno alla più figa del reame e questo a volte le stupisce e le incuriosisce persino, poi quando si arrendono mi danno, come sempre, del misogino se non faccio lo zerbino e del tirchio se non svuoto il conto per il SUV e la casa dei loro sogni, magari dopo aver pagato fior di cene, apertivi e gite, pure… Errore che non commetto più da due annetti, visto che, come consiglia il nostro maestro, non serve a nulla, anzi… Niente like, ne “bellissima” su FB, niente “buongiorno principessa” a meno che non me la dia da tempo e su IG non ho neppure la pagina, mi basta ed avanza quella FB.
      Basterebbe tenere TUTTI noi uomini un profilo dignitoso per uscire da questa melma dove siamo infognati per colpa dei soliti zerbini\MDF e quattro sgallettate senza arte ne parte convinte tutte d’essere donne di classe e strafighe anche con la terza elementare e a 65 anni.

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  2. Se permetti un appunto quando scrivi ” Il quale, spesso stupidamente, fa di tutto per capire cosa sia successo, dove abbia sbagliato con lei ” non è in se una reazione stupida ma un meccanismo che la psiche di una persona attiva inconsciamente .
    Ovvero , la nostra mente ha bisogno di dati per elaborare un processo mentale che ci faccia , diciamo , metabolizzare l’accaduto .
    Se tali dati vengono a mancare , come succede appunto nel ghosting , tale processo rimane incompiuto o si trascina per molto più tempo del dovuto , cosa che non accadrebbe se invece avesse tali informazioni .
    Può portare anche a conseguenza gravi in base alla situazione se non addirittura arrivare ad una vera e propria violenza psicologica .

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    1. Quel “spesso stupidamente” va contestualizzato alla situazione descritta, infatti subito dopo è scritto: “dove abbia sbagliato con lei (spoiler: il più delle volte non ha sbagliato nulla, è lei a vivere in una “bolla irrealistica”), perché è stato trattato così. E magari rischia anche di prendersi una denuncia per stalking”. Quindi quell’avverbio non vuol essere una condanna verso la vittima di ghosting, ma l’avvertenza che, a volte, si possono commettere stupidaggini in questo cercare di capire (ovvero, un’accusa di stalking)
      Tra l’altro, sempre per rispondere alle tue giuste osservazioni, in altre parti del pezzo, si invita la gente ad essere chiara, matura, a preferire una brutta spiegazione ad una comoda “sparizione”.

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  3. Quando ho letto “giocare al solito ambiguo gioco delle attenzioni di cui una donna si nutre in modo bulimico.” mi è passata davanti una vita….forse perché ho “leggermente” metabolizzato ?

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  4. Secondo me un’altra causa del ghosting, oltre a quelle elencate, è che alla fine le iterazioni fatte su una chat non sono una vera iterazione umana, quindi inconsciamente non ci si rende conto che dall’altra parte c’è una persona con i suoi sentimenti e con la sua sensibilità e, sempre inconsciamente, si pensa che non partecipare più a una chat (o bloccare una persona quando non serve più) abbia la stessa gravità del fare tasto destro -> elimina cartella.
    Alla fine il ghosting è solo un effetto del fatto che i social ci stanno alienando dalla realtà e che ci stanno togliendo la nostra umanità.

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    1. @Urhen Anche questo è vero. Ma il punto da tener presente si trova verso la fine, ed è il riferimento al “paradosso dell’abbondanza”. E’ lì la chiave di svolta. Ciò che dici, ovviamente, non è affatto da escludere. Ma se non ci fossero legioni di mdf, se non ci fosse l’aspetto ludopatico e la sindrome da shopping compulsivo, non si sarebbe arrivato a questo.

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  5. Secondo me il ghosting rivela semplicemente la mancanza di rispetto verso gli altri ,ignorando la frustrazione ,lo sconforto e la disistima che si provoca ..Se fossimo sempre sinceri nelle relazioni di qualsiasi genere non saremmo gravemente responsabili del dolore altrui.

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  6. Fenomeno capitato a tutti almeno una volta nella vita, e che affonda le radici nell’abbondanza di opzioni che ha la donna media.
    In altre parole, lei ti tiene in caldo per per qualche settimana, vuoi per noia, vuoi perchè i 2 tipi con cui si sentiva più assiduamente l’hanno ghostata a sua volta, vuoi perchè le hai fatto la battuta brillante che le ha strappato un sorriso. Inutile sottolineare che un rapporto simile dura meno di un novilunio.
    E’ brutto essere ghostati? Si.
    La tua vita finisce se una sconosciuta ti ghosta? Certo che no.
    Si continua a vivere benissimo, anche perchè chi è così maleducata da ghostarti, spesso è la stessa che molla il fidanzato con un messaggino whatsapp, quindi non ci si è persi nulla.
    Si volta pagina e amen.
    Per il resto ribellioni attuate stando chiusi in casa lasciano il tempo che trovano. I nostri nonni facevano le rivoluzioni scendendo in piazza, non disinstallando Facebook. Non so quante volte ho letto di queste ipotetiche rivoluzioni maschili che dovrebbero redistribuire la fi*a. La ricetta cambia (non calcolate le donne, non salutate le vostre colleghe, disintallate i social, diventate degli asceti e meditate), ma la mia reazione è sempre la medesima: un sorriso amaro. Deliri da anime in pena che vagano per il web.

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    1. @Luke Noi non siamo “apocalittici”. Analizziamo la situazione, chiediamo una consapevolezza verso un uso intelligente dei social e di tutti i mezzi di comunicazione. Abbiamo aperto un profilo IG, dedichiamo una persona ai social e andiamo noi dove stanno gli altri. Nella nostra vita privata, non ci discostiamo da ciò che suggeriamo qui. Lo dico – nello specifico – non per te (che a mio avviso hai ben compreso lo spirito di questo blog), ma perché ritengo giusto chiarire certi punti.
      Questa disamina sul ghosting nasce per due ragioni: 1) spiegare che esiste un ghosting femminile più su larga scala di quanto si creda; 2) evidenziare, appunto, che tutto ciò è dovuto al paradosso dell’abbondanza traslato alle relazioni umane. Un paradosso che ha pesanti conseguenze.

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    2. I tuoi nonni non avevano niente da disinstallare, mancando in alcuni casi pure dell’allacciamento al gas domestico. A fare ‘sti paragoni assurdi squalifichi solo il discorso che li contiene. E’ un banale accorgimento retorico.
      Ricorda che online può leggerti chiunque, non solo i minus habens da app sul cellulare…

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    3. esatto, scendere in piazza ma fare azioni ben più aggressive dei nostri nonni, perchè non è che loro abbiano portato a chissà cosa, tant’è… bisogna andare a prendere i colpevoli per le orecchie e fare come nella rivoluzione francese… vedi, poi, se chi sappiamo noi non si dà una regolata… preciso che non mi sto riferendo esclusivamente alle uteromunite

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  7. Articolo interessante ma è lo specchio del periodo storico delle nostre latitudini fatto essenzialmente di fuffa. Ultimamente sto chattando di tanto in tanto ( fortunatamente non su dating app o social mainstream) con una ragazza Siberiana ed è un altro pianeta. Hanno ancora una forma di ” pudore” dialettico ormai completamente scomparso dalle nostre parti. In tante settimane non ha mai fatto shit test o discorsi astrusi tipici delle nostre principesse. Ovviamente non vuol dire niente ma credo che un po’ di sostanza la si possa ancora trovare nella forma. Comunque ancora non ci siamo ” sbottonati” quindi questo mio discorso potrebbe lasciare il tempo che trova e magari mi rimangio tutto, vedremo.

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    1. @vito Non serve arrivare in Siberia per trovare educazione. A volte basta solo varcare le Alpi. Certo, una russa – specie fuori da Mosca o SPB – può darti quella sensazione, perché lì vige un tipo di educazione diversa e il femminismo l’hanno lasciato fuori dalla porta.

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  8. Una forma di gosthing che spesso accade, e mi è accaduta, è quando ci provi cin la tipa.
    Sei sfacciato, intraprendente e arrivi ad un contatto fisico molto erotizzato: accarezzare la schiena e sfiorare il culo, accarezzare un fianco e sfiorare una tetta, mano sulla coscia, accarezzare viso e capelli, abbracciarla da dietro appoggiando il pisello sul culo ecc….
    Tutto questo, gratifica la donna che si sente desiderata.
    È un gioco bello, eccitante…… fino al punto in cui non ti accontenti più delle briciole e vuoi concretizzare la cosa in una relazione, o in trombamicizia, o una ons.
    A quel punto lei sparisce, ti ignora e fa silenzio!
    Non la vedi più, e se la vedi sei invisibile per lei.
    Perché la regola non scritta era che lei generosamente ti permetteva di “assaggiarla ” tramite contratto fisico per sentirsi figa.
    Ma tu, hai osato desiderare di più, relazione o sesso, e questo non va bene, e lei sparisce!
    Finché eri l’asino che si accontenta di seguire la carota dando un morso ogni tanto è ok.
    Ma appena pretendi l’intera carota, l’incanto va in frantumi…..
    Lei da quel momento non può più usufruire gratis delle tue attenzioni e continuare a sentirsi bramata e desiderata, quindi non ha più senso andare avanti.
    La cosa peggiore che può accadere se è realmente stronza, è che per la rabbia che tu hai preteso di più, hai cambiato le regole del gioco è che fa passare la cosa per molestie.
    In pratica, quelle stesse attenzioni che fino a prima ricercava e la facevano sentire figa, diventano per vendetta un abuso.
    A me è capitato, le ho detto:” io ho fatto ciò che tu mi hai permesso di fare, gradivi questo tipo di attenzioni “.
    Lei si è giustificata dicendo che era soltanto gentile.
    Sarà. … ma una donna per essere gentile non si fa toccare in quel modo….
    Fortunatamente questo gioco avveniva anche in pubblico, per far vedere che era desiderata, e i testimoni dell’accaduto mi hanno dato ragione
    Se ciò accadesse a qualcuno di voi, non abbiate paura di dire che lei apprezzava certe attenzioni.
    Che facciano ghosting, o si comportano in questo modo infame, prima o poi tornano.
    Ma dovete mandarle a fanculo, perché tornano o per vedere se siete ancora presi, per poi sparire nuovamente o trattarci ancora male.
    Oppure per ripristinare “per nostalgia ” il rapporto di dare attenzioni che c’era prima.
    Non cascarci, se doveva succedere qualcosa, sarebbe successa subito, o poco tempo dopo che avete palesato i vostri bisogni di relazione o sesso.
    Allontanarsi immediatamente!

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    1. @Chicco È plausibile, ma sembrano essere più dinamiche da discoteca o tardo-adolescenziali. Spiego meglio: il contatto fisico di tipo erotico – se si esclude appunto la discoteca – andrebbe ricercato in modo passionale nel momento in cui c’è un bacio con una donna. Da quel momento in poi, salvo eccezioni, lei ti ha comunque accettato come qualcos’altro rispetto ad un orbiter o uno dei tanti corteggiatori. Certo, un bacio a volte può solo rimanere un episodio. Ma nella maggioranza dei casi rimane comunque un segnale e va gestito come tale (cioè dandogli il giusto peso specifico). Ad ogni modo in molti casi il bacio è un preludio. E comunque rimane il primo passo verso un nuovo tipo di rapporto.
      Ecco la ragione per cui è meglio giocare la carta del bacio rispetto ad altri contatti fisici. Il bacio, oltretutto, la “responsabilizza” perché è difficile dire che un’effusione labbra-lingua appassionata e ricambiata possa considerarsi una molestia… inutile dire che parliamo di situazioni di massima lucidità e chiara espressione di consenso da parte di lei (le ubriache sono appannaggio dei morti di fica, qui non interessano).

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    2. @Galantuomo Dissacrante le dinamiche da discoteca sono off-limits per chiunque non rientri tra i soliti noti e, sinceramente, a me fanno schifo, le ritengo squallide, così come l’aver a che fare con ubriache, a prescindere che inizino loro o no hanno comunque responsabilità, secondo me, e non va dimenticato che queste due cose, ovvero, discoteca e ubriache o alterate da roba più o meno pesante, vanno di pari passo; concordo che talune dinamiche dovrebbero avvenire con altre modalità, in altri contesti, decisamente più pertinenti, più idonei e con una che comunque, con piccoli e grandi gesti (tra cui il semplice ma non scontato rispetto e carezze d’affetto, abbracci frequenti e sguardi, tutte cose da farti diventare colorato e bollente come la lava a causa dell’emozione, specialmente se sei uno che manco viene rispettato dalle femmine), ti faccia capire che è veramente interessata… purtroppo, questo tipo di donna è da ritenersi quasi ufficialmente estinta

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  9. Galantuomo Dissacrante, qui non si sta parlando di ubriache e di discoteca, ma si sta parlando di una donna adulta e lucida in un un’ambiente di lavoro.
    È una cliente di dove lavoro io.
    Parlare di ubriache, è un po una deresponsabilizzazione, come ha fatto lei dicendo da prima che lo faceva perché era gentile e affettuosa.
    Ma ripeto: se sei gentile non ti fai palpare in quel modo diretto, e ne tantomeno lo ricerchi tu stessa.
    In secondo quando ho smontato la sua scusa ha montato su la palla della molestia, e le persone di cui ti parlavo sono i miei colleghi diretti che di tanto in tanto hanno assistito a queste effusioni….
    Ci sono donne affamate e bisognose di attenzioni, e pur di riceverle si spingono oltre la soglia.
    Io ho pensato di baciarla, ma essendo su un posto di lavoro, non me la sono sentita di rischiare. E a ragione col senno di poi!….
    Un bacio, l’hai detto tu stesso, può essere il preludio ad altro ma anche non voler dir nulla.
    Poi sul fatto della “responsabilizzazione ” non sono così d’accordo: il bacio avrebbe potuto accettarlo anche per gioco, per continuare il flirt e sentirsi appagata.
    Ma non appena avrei preteso qualcosa di più concreto me l’avrebbe ritorto contro pure quello, dicendo che l’ho baciata “contro la sua volontà “.
    Perfino con una scopata consenziente, quante volte è capitato che finisse in una falsa accusa di stupro?
    Non ci vuole niente a passare da:”Come scopi bene…. nessuno mi fa godere come te!… tu si che sai cosa vuole una donna!…” a :”Mi ha violentata!…. Ho fatto finta di starci perché mi ha obbligata, ricattata, costretta…”.
    E infatti una mia vicina molto oggettiva e redpillata mi ha detto:”Ringrazia il cielo che non è successo niente, altrimenti oltre a guai giudiziari, ci avresti rimesso il posto di lavoro! Sarebbe venuta lì a farti un casino e ad accusarti, già hai rischiato per queste accuse di contatto fisico se non fosse stato per i colleghi che hanno testimoniato”
    Purtroppo la mia colpa è stata quella di non accontentarmi più delle briciole, e pretendere se non la torta intera almeno una porzione abbondante.
    E questo nella sua mente ha mandato all’aria un gioco dove lei si saziava con queste attenzioni erotiche, e a me aumentava la fame che lei poi non avrebbe voluto soddisfare.
    Hai parlato di atteggiamenti adolescenziali, le donne che accusano gli uomini di essere eterni Peter Pan, sono le prime ad esserlo.
    Infatti sparire senza dare spiegazioni, provocare, e farsi provocare senza arrivare a nulla, scaricare l’intera responsabilità sull’altro sono comportamenti tipici di bambini e adolescenti.
    Senza contare, che le donne accusano ogni uomo di essere narcisista per un nonnulla quando sono loro le prime a esserlo!
    La mia vicina, una volta mi disse una cosa che mi è rimasta impressa:”Ricordati che spesso le donne sono molto più coinvolte dal gioco seduttivo che non dal seduttore stesso. E questo è dovuto perché hanno uno smodato bisogno di attenzioni “.
    Mai cosa fu più vera.
    E comunque anche parlando con amici, mi hanno detto che la lei di turno con cui ci hanno provato, è puntualmente sparita, e anche incazzata, quando loro hanno cercato di concretizzare la cosa in sesso o relazione.

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