PRISON BREAK: A 15 ANNI DAL DEBUTTO E’ INVECCHIATA DAVVERO BENE

Recensione nel tempo di un caffè

Parto dall’anno d’uscita per parlare di questa serie, agosto 2005, 15 anni fa il debutto di questa serie negli stati uniti che arriva in italia a metà del 2006. Ricordo ancora che da bambino vedevo la pubblicità di questa serie su Italia 1 affascinato dal fatto che il protagonista si fosse tatuato tutto il corpo per uscire di prigione, un intero piano tatuato sul proprio corpo.

Questo mi fa capire quanto sia importante l’idea iniziale e quella di Prison Break funziona alla perfezione, perchè bastano poche informazioni per farci venire voglia di vederla, soprattutto di provare a guardare almeno qualche episodio.

Per essere del 2005 quando le serie tv avevano mentalità diverse, più portate a trame verticali che orizzontali, Prison Break, come Lost, rompe un po’ questo format e rivoluziona le serie tv facendole diventare dei lunghi film, da seguire passo dopo passo.

Creata da Paul Sheuring, Prison Break ti coinvolge fin dai primi episodi, con personaggi ben caratterizzati, senza mai farti pesare il fatto che sia tutto ambientato in uno spazio ristretto come un carcere.

La trama è sicuramente il punto forte della prima stagione che rimane sicuramente la stagione migliore, per la novità del momento e per la possibilità di esprimere al meglio tutta l’idea iniziale.

Sono passati 15 anni eppure anche se vista adesso, la serie è invecchiata benissimo perchè già di altissima qualità, per certi versi è la serie di genere migliore che abbia mai visto, riesce a reggere tutte le 5 stagioni, e lo fa cercando di mantenere lo stile che l’ha resa famosa.

Prison Break penso sia trascendentale e adatta un po’ a tutti, non è un genere di nicchi, è scritta talmente bene che sicuramente mediamente può piacere proprio a tutti, una serie che consiglio sicuramente di vedere per chi se la fosse persa.

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