Cosa dice la Strategia Forestale Nazionale (se non lo sapevate, sapevatelo!)

Un breve viaggio che va ad esplorare questa nuova e innovativa, foresta politica

Tempo di lettura 5′

Proprio all’inizio del nostro percorso di divulgazione forestale, vi abbiamo mostrato come sono fatte le foreste italiane e perché sono importanti. A quanto pare dopo diversi decenni di trascuratezza e disinteresse anche la politica si è interessata alla grande domanda: “cosa ne vogliamo fare del 36,4% del territorio italiano?”.

Immagine elaborata dal CREA. Disponibile nel report su Rete Rurale.

Perché di questo si tratta. Il 36,4% del territorio italiano è occupato da foreste. Benché questo sia per due terzi proprietà privata, gli ecosistemi forestali sono di interesse per la società e non solo per il singolo proprietario per moltissime validissime ragioni, che vi abbiamo raccontato in diversi articoli (qui, qui, anche qui, pure qui, per finire qui). Fino a pochi giorni fa le foreste italiane erano tutelate in vari modi, ad esempio tramite il vincolo idrogeologico e la legge quadro sulle aree protette. Non c’era però una visione a scala nazionale su cosa farne di tutte queste foreste, oltre a conservarle con un approccio museale, che molto spesso è controproducente per la società stessa. Invece ora questa visione strategica c’è! E’ uscita ufficialmente sulla Gazzetta Ufficiale il 9 febbraio 2022 la Strategia Nazionale Forestale, il primo documento di questo genere nel nostro Paese. 

In cosa consiste questa Strategia?

Fondamentalmente ci dice quali sono gli indirizzi, a livello nazionale e coordinati con l’Unione Europea,  per la conservazione, valorizzazione e gestione sostenibile del nostro patrimonio forestale. Non si limita solo ad occuparsi della gestione forestale, ma fornisce indicazioni per il settore forestale e le filiere connesse. Una caratteristica molto moderna di questa strategia è che non è stata scritta in oscure stanze di palazzo, ma tramite una consultazione, a livello nazionale, di tutti gli interessati al mondo forestale, dalle associazioni alle imprese, passando per l’Università e i ministeri stessi. 

Questa Strategia ha come grandi obiettivi quelli di:

  1. favorire la gestione forestale “sostenibile”, ovvero assicurare che l’Italia continui, nel tempo, a ricevere tutti quei servizi che normalmente otteniamo dalle foreste, ovvero i servizi ecosistemici (ndr. benefici che le foreste più o meno direttamente ci forniscono come acqua potabile; materie prime, tipo il legno; luoghi dove rilassarsi e così via),
  2. migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse forestali: leggi->più foreste in città, più condizioni per creare lavoro legato alle foreste 
  3. sviluppare la responsabilità e conoscenza globale delle foreste: ovvero capire che quello che consumiamo in Italia spesso ha impatti dall’altra parte del mondo e risolvere dove possibile, o ridurre questi impatti. 

Questi obiettivi, che possono sembrare belle speranze, in realtà si traducono in azioni concrete previste da questa Strategia. Ad esempio finanziare, almeno in parte, la gestione dei rimboschimenti fa parte delle azioni per conseguire l’obiettivo numero 1 (Luca Toni). Anche preparare i piani di gestione forestale (decidere come utilizzare la foresta e in particolare quando e come tagliare gli alberi e favorirne la ricrescita) rientrano tra le azioni per l’obiettivo 1.  Per il secondo obiettivo invece alcune azioni finanziate dalla Strategia  sono il miglioramento della tracciabilità dei prodotti forestali e la formazione degli operatori in bosco e in generale delle aziende che lavorano in bosco. Anche la promozione di filiere del bosco locali rientra tra le azioni cardine per questo obiettivo. Infine il terzo obiettivo si può raggiungere facendo ricerca, rendendo le politiche forestali internazionali e sensibilizzare e responsabilizzare i cittadini sul tema, ovvero quello che cerchiamo di fare noi nel nostro piccolo!

A noi cittadini che ci dovrebbe importare di questa Strategia? 

Sicuramente interessa le comunità rurali e montane, che ottengono nuove opportunità di sviluppo tramite le risorse stanziate da questa Strategia su una risorsa, che nelle aree montane e rurali, è sicuramente abbondante, ovvero la foresta. Inoltre, proprio la Strategia punta a ripristinare le foreste di pianura, lungo i fiumi (ripariali) e costiere, che sarebbero quelle più vicine, e accessibili, alla maggior parte della cittadinanza, visto che molti di noi vivono in città di pianura e costiere. 

Insomma, vediamo come una Strategia che sembra avere importanza solo per chi lavora nel settore forestale, in realtà, può avere grandissimi impatti su tutti i cittadini italiani e non solo! Questo perché le foreste sono ecosistemi molto importanti e in grado di fornire una grande quantità di benefici, sia che si viva a stretto contatto con esse o meno, indipendentemente quindi dalla propria nazionalità e dal proprio stile di vita.

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