Alcuni pensieri di San Serafim di Sarov. Traduzione in italiano di Tudor Petcu

Il dottor Tudor Petcu ha appena tradotto alcuni pensieri di San Serafim di Sarov in italiano.

Serafino di Sarov, in russo Серафи́м Саро́вский, al secolo Próchor Isídorovič Mošnín (Про́хор Иси́дорович Мошни́н) (Kursk, 19 luglio 1759 – Sarov, 2 gennaio 1833), è stato un monaco cristiano e mistico russo, considerato dalle Chiese ortodosse uno dei più importanti.

Starec vissuto nel XIX secolo, è ricordato per aver esteso gli insegnamenti monastici di contemplazione e di disprezzo del proprio corpo ai laici, indicando lo scopo della vita cristiana nell’acquisizione in sé dello Spirito Santo.

Dove c’è Dio, non c’è male. Tutto ciò che viene da Dio ha la pace dentro di sé e spinge l’uomo all’autocondanna e all’umiltà.

“La fede senza le opere è morta” (Giacomo 2:26). La vera fede non può esistere senza le azioni. Chi crede veramente farà comunque buone azioni.

Se l’uomo, per amore di Dio e per amore della vita in virtù, non si preoccupa molto di se stesso, credendo che Dio si prenderà cura di lui, questa fiducia nella divina provvidenza è sia appropriata che saggia.

Chi ama veramente Dio, si considera un viaggiatore e uno straniero su questa terra, nel suo desiderio di unirsi a Dio, solo verso di Lui punta continuamente mente e cuore.

L’uomo che deciderà di vivere una vita interiore deve prima di tutto temere Dio, che è l’inizio della saggezza (Proverbi 1: 7).

La mente dell’uomo sveglio assomiglia al guardiano premuroso e alla sentinella della Gerusalemme interna. Dall’alto della vita spirituale guarda con il suo occhio puro le potenze opposte, che sono intorno e dentro la sua anima, secondo le parole del salmista: “E i miei occhi hanno visto, ei miei nemici hanno sofferto” (Sal. 53: 7).

L’uomo finché è nel suo corpo assomiglia a una candela accesa. Come è maledetto che la candela si sciolga, così l’uomo muore. Ma la sua anima è immortale, ed è per questo che dobbiamo preoccuparci più dell’anima che del corpo: “A che serve che un uomo guadagni il mondo intero, ma perda la sua anima? O cosa può dare un uomo in cambio della sua anima? ” (Matteo 16:26).

Se il Signore permette all’impotenza di mettere alla prova l’uomo, allora gli darà anche il potere della pazienza.

Devi abituare la tua mente a lavorare secondo la legge del Signore. Sotto la sua guida trascorri la tua vita.

La tranquillità si ottiene attraverso le difficoltà. Le Sacre Scritture dicono: “Siamo passati attraverso il fuoco e l’afflizione, ma alla fine ci hai portato a riposare” (Sal. 65:11).

Niente è usato tanto per il raggiungimento della pace interiore quanto per il silenzio e per parlare a noi stessi più che agli altri.

Non puoi rallegrarti nel vedere il sole con occhi carnali? Ma quanta gioia proverai quando la tua mente vede con i tuoi occhi interiori Cristo, il Sole della giustizia?

Per mantenere la pace della mente, devi scacciare la tua rabbia, faticare, avere lo spirito di gioia, stare attento a non condannare gli altri e scendere nelle debolezze dei tuoi fratelli.

Qualsiasi progresso e vittoria in qualsiasi aspetto della nostra vita, dobbiamo biasimarli sul Signore. E con il profeta, diciamo: “Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria” (Sal 113: 9).

All’età di 35 anni, quasi nel mezzo della vita terrena, l’uomo di solito ha una grande lotta per trattenersi. Molti a questa età non rimangono sui sentieri della virtù, ma corrono e seguono il sentiero delle loro concupiscenze.

Chi vuole essere salvato deve mantenere il suo cuore in uno stato di pentimento e di oppressione: “L’accettabile sacrificio di Dio è lo spirito umiliato dal pentimento. Dio non disprezzerà mai un cuore spezzato e umile ”(Sal. 50:19).

Quando l’uomo si sforza di avere un cuore umile e una mente pacifica, allora tutti i dispositivi del nemico rimangono inattivi. Perché dove c’è pace di pensiero, Dio stesso riposa.

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