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CURIOSANDO SI CRESCE – Alla maturità scelsi di sviluppare una citazione di Pavese. Tema: l’importanza del passato. E al passato – sarà per merito di un nonno che aveva fatto la guerra e che mi fece conoscere il significato di storytelling prima che questo diventasse di moda – continuo a guardare con attenzione e rispetto. Sono innumerevoli i luoghi in giro per Torino (e non solo) in cui mi soffermo immaginandoli sessanta, settanta, duecento anni fa, all’epoca cioè degli avvenimenti da cui traggono tutta o parte della loro notorietà. Ecco piazza Castello nel giorno della celebrazione dell’Unità d’Italia, Cavour seduto al ristorante del Cambio, Nietzsche che abbraccia il cavallo nei pressi della sua abitazione di via Carlo Alberto, via Roma bombardata e pochi anni dopo teatro della prima sfilata del CLN, Calvino che si affaccia in via Napione dalla finestra di casa. Insomma, dei luoghi di una città mi piace scorgere il loro passato e ringraziare idealmente tutte le genti che vi sono transitate da anonimi o da protagonisti perché senza di loro, noi, nel bene o nel male, non saremmo qui, e non saremmo come siamo. 

Dal 2017 questo esercizio della memoria ho cominciato a farlo anche a Parigi e figurarsi… Ad ogni angolo – se conosci un po’ la storia della capitale francese – hai motivo di soffermarti. Poi un giorno mi imbatto nel sito di un fotografo transalpino che ha avuto un’idea geniale: sovrapporre le foto di ieri a quelle di oggi dello stesso luogo. 

Lui si chiama Julien Knez e ha creato un sito fantastico dedicato a Parigi, che vi suggerisco di visitare.

Lo diceva già Antonio Tabucchi nel suo libro Viaggi, non senza una certa irritazione: il turista (o peggio, aggiungo io, il cittadino) che si aggira stancamente e distrattamente per strade, piazze e musei ignorando quantomeno i tratti salienti della storia di quei luoghi, compie un peccato mortale. 

Ebbene, grazie a Knez, quando visiteremo Parigi (ma possiamo documentarci di nostra iniziativa ovunque siamo e ovunque andiamo), avremo un po’ più di consapevolezza di ciò che è stato, giusto per ricordare a noi stessi che la realtà che ci circonda non è frutto del caso, ma arriva da molto, molto lontano.

Ad maiora!

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