Blur – The Universal (1996)

Che dire di The Universal? Una delle canzoni più belle degli anni ’90. Un punto fermo della mia adolescenza, quando passavo le nottate su Radio 3 (che era su frequenze AM se ricordo bene; ma anche sulle FM c’erano nottate musicali) a registrare su audiocassetta – sul mio vecchio stereo Lenco – i live dei Blur e di altre band dell’epoca. Audiocassette che a volte si inceppavano, e dovevo star lì a sfilare il nastro con cura, sperando non si spezzasse. Con la voce sgraziata di Damon Albarn, il sontuoso pot-pourry pop e il grandeur sonoro dei Blur sembrava anche a noi nati negli anni ’80 di poter vivere in qualche modo ciò che ci eravamo persi (l’esplosione di certo glam-pop anni ’70, con David Bowie, Cockney Rebel e altri alfieri di album fantastici).
Grande band i Blur, al di là di questa canzone meravigliosa. Buon ascolto.

This is the next century
Where the universal’s free
You can find it anywhere
Yes, the future has been sold
Every night we’re gone
And to karaoke songs
How we like to sing a long
Although the words are wrong

It really, really, really could happen
Yes, it really, really, really could happen
When the days they seem to fall through you, well just let them go

No one here is alone, satellites in every home
Yes the universal’s here, here for everyone
Every paper that you read
Says tomorrow is your lucky day
Well, here’s your lucky day

It really, really, really could happen
Yes, it really, really, really could happen
When the days they seem to fall through you, well just let them go

Well, it really, really, really could happen
Yes, it really, really, really could happen
When the days they seem to fall through you, well just let them go

Just let them go

4 pensieri riguardo “Blur – The Universal (1996)”

  1. Che bella!!! Cosa mi hai ricordato, Mauro! Ed i Blur erano bravi davvero.
    Non ho mai compreso la rivalità, creata ad arte dai media, con gli Oasis (a mio avviso, facevano musica molto diversa), ma si sa, ogni decade deve caratterizzarsi per un dualismo o duellismo musicale.
    I miei preferiti, però, erano e restano i Pulp. Jarvis è troppo un genio ❤

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    1. Io a 13 anni andavo a scuola con la cartellina di educazione artistica che “nascondeva” riviste musicali come l’inserto Musica de La Repubblica…e passavo ore a leggere recensioni su recensioni, anche di band sconosciutissime che poi speravo di “intercettare” su qualche stazione radiofonica (mica c’era youtube o il file sharing: o speravi che trasmettevano i brani in qualche stazione radio più “alternativa” oppure ordinavi alla cieca il disco senza sapere neanche come suonasse e fidandoti della recensione). Sì, Blur e Oasis erano diversissimi (più eclettici e raffinati i primi, più “rozzi” e poco inclini al cambiamento i secondi), e ricordo bene la rivalità costruita ad arte sulle riviste. Un po’ perché i loro album si seguivano a distanza ravvicinata nella “release”. Ma come hai detto ogni decennio ha le sue rivalità (Beatles e Rolling Stones, Duran Duran e Spandau Ballet etc.). I Pulp li ho approfonditi poco ma loro pubblicavano addirittura dal 1980! Un giorno esplorerò la loro discografia partendo proprio in ordine cronologico 😉

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      1. Anch’io rimanevo spesso sveglia di notte ascoltando la radio, perché trasmettevano i pezzi migliori.
        E mi tocca ammetterlo: mi piaceva e ancora mi piace ascoltare musica poco nota. Vantare nei riguardi di alcuni artisti una sorta di esclusività.
        Ai Pulp devono molto (a volte quasi tutto) numerose band.
        I Blur (Damon Albarn somiglia perfino esteticamente a Jarvis Cocker), i Bluvertigo, fino ad arrivare ai Franz Ferdinand, solo per citare le più note.
        Li adorerai!

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