Ambra avviluppi tra le dita tese
lasciando esplodere ogni parola
carca d’emozione che amabilmente
i tondi sostengon spalancandosi
bimbescamente ampli e gioiosi.
Giochi a tracciar colle labia, innocente
volute infinite, che te sola
sai s’essere inviti od offese.
Treman gl’occhi sulla tua figura
indugiandovi, sin a spingermi
a ricacciar, rosso, l’alma impura.
Ma sol teco vorrei distendermi
a lenir le cicatrici dei cuscini:
parole, fiati, mani, occhi, vicini.