Sono ancora viva, un libro che racconta storie di donne sopravvissute alla violenza

Sono ancora viva, testo pubblicato alla fine dello scorso anno e curato dalle giornaliste Chiara Brilli e Elena Guidieri, è come prima cosa un’affermazione di riscatto e di dignità. Si tratta di un’antologia di storie di donne che sono riuscite ad uscire da una condizione di violenza – fisica, psicologica, sessuale, economica – inflitta dai partner. Una sorta di racconto corale nel quale possono ravvisarsi molti tratti comuni a tantissime storie di violenza e perciò particolarmente utili a chi, ancora, vi si trova invischiata. Utile per capire, per trovare sostegno, per realizzare  che ciò che sembra capitarci in prima persona non è in realtà una nostra prerogativa ma, purtroppo, una consuetudine che accade a molte. Utile come primo passo per realizzare di avere un problema e correre ai ripari.

Ci sono, in commercio, moltissimi volumi che affrontano la questione “violenza di genere”. Molti sono prettamente teorici e specialistici, destinati ad un pubblico di operatori; tanti altri trattano i fatti di cronaca più efferati, nella maggioranza dei casi conclusi tragicamente. Il volume di Chiara ed Elena, invece, pone il proprio focus sulle donne vive. Essere vive, urlare al mondo di essere riuscite ad attraversare un uragano non è esattamente una cosa banale, se si leggono le storie. Come quella di Giulia, che si trova a combattere contro un uomo violento e possessivo proprio durante il periodo della gravidanza. O come quella di Chiara, che una sera si ritrova le mani del suo compagno intorno al collo e lì capisce che sarebbe dovuta fuggire per sempre dal suo aggressore. O come quella di Rosina, che intraprende una relazione extraconiugale e che per questa ragione sarà costretta a perdere tutto: la dignità, i suoi figli, la sua vita.

Il testo si articola in modo dinamico: le domande poste alle donne intervistate rispondono bene alle esigenze del volume; il lettore è condotto all’interno di ogni singola storia in modo puntuale, preciso. Gli interrogativi posti, inoltre, tengono conto delle tecniche di colloquio generalmente adoperate in un contesto come e quello della consulenza (Bernianamente corrispondono alle tecniche di colloquio applicate dall’Analisi Transazionale: con le domande si esorta alla chiarificazione, si chiede una confrontazione, si approfondisce un aspetto con una specificazione…) e permettono alle intervistate di raccontarsi pienamente.

Dall’analisi delle storie emergono alcuni tratti comuni che la letteratura specialistica  ha definito come “fattori scatenanti” il fenomeno della violenza domestica: il più rilevante è quello relativo alla gravidanza: i dati e le dichiarazioni raccolte dalle denuncianti sottolineano come spesso si assista ad una escalation di violenza proprio in seguito alla notizia di aspettare un bebè. Un altro aspetto importante riguarda il fatto che le autrici indagano anche le tante debolezze del sistema italiano a protezione della vittima: uomini che patteggiano pene gravi, carabinieri e poliziotti che “consigliano” alle vittime di non denunciare per non rovinare la reputazione del partner, donne che si sentono abbandonate dal sistema che dovrebbe proteggerle e aiutarle, anche nella gestione delle piccole faccende quotidiane (che in situazioni così complesse diventano macigni).

Sono ancora viva è un urlo liberatorio delle donne che faticosamente sono uscite o tentano di uscire dal momento più buio della loro esistenza e, insieme, un grido di speranza per coloro che ancora, stanno cercando la forza di reagire.

(Fonte: frammentidiundiscorsopedagogico.wordpress.com)

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