IT e Business: contrasti e convergenza

Il ruolo delle strutture IT all’interno dell’azienda è al centro del cambiamento che sta avvenendo nel settore. Rischi e opportunità derivano dalle sfide che i CIO sono decisi a raccogliere.

È quanto emerge da una ricerca della Vanson Bourne commissionata da WMware e riportata da technopolisimagazine.it

Due terzi delle persone che hanno potere decisionale sulle scelte IT ritengono ci sia un notevole divario tra le aspettative aziendali e ciò che l’IT finisce per offrire nella realtà, quanto meno in termini temporali.
Lo rivela una ricerca commissionata da VMware a Vanson Bourne che ha coinvolto mille e ottocento dirigenti It di tutto il mondo (250 dei quali in Italia) e circa tremila e seicento “colletti bianchi” (500 in Italia). I risultati dell’indagine affermano che i tempi di risposta delle strutture It interne alle aziende si aggirano intorno ai quattro mesi, e nell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) salgono a cinque mesi.

“La conseguenza di questo scollamento,” commenta Alberto Bullani, Regional Manager Italia di VMware, “porta a una perdita di competitività in termini di mancata innovazione”. Il 38 per cento degli intervistati (che sale al 39 per cento in Europa) percepisce questa carenza, il 29 per cento (il 33 a livello europeo) ritiene addirittura di perdere clienti e il 25 per cento (36 in Europa) pensa a una perdita di produttività interna. “Eravamo convinti che ci fosse uno scollamento notevole tra le esigenze di business e i tempi di risposta dell’IT,” spiega Bullani. “Lo vediamo tutti i giorni, quando i nostri clienti si rivolgono a fornitori esterni per avere servizi che l’It interno non è in grado di garantire in tempi brevi. Abbiamo quindi organizzato un’indagine per capire meglio cosa sta succedendo.”

Secondo la ricerca, il 74 per cento dei cosiddetti “decisori aziendali” sente una forte pressione da parte di amministratori delegati, Cto e responsabili aziendali, che sempre più spesso richiedono con insistenza di modernizzare il data center aziendale nel giro di pochi mesi. Al 51 per cento viene richiesto di ridurre i costi, al 35 per cento viene caldamente suggerito di spostare parte dell’infrastruttura nella cloud e al 33 per cento di implementare un modello di cloud ibrido.

In generale tra i responsabili c’è la paura di essere superati da competitor più agili e veloci. Questo timore è sentito dal 71 per cento degli intervistati in britannici e dal 59 per cento degli italiani (che sono i secondi in Europa, seguiti dal 54% degli olandesi, dal 53 dei tedeschi, dal 52 dei francesi, dal 51 di chi lavora nei paesi nordici, dal 50 dei russi e dal 46 per cento dei medio orientali).

Nelle aziende meno attente alle evoluzioni tecnologiche il Cio viene a volte visto esclusivamente come un centro di costo, e in questo caso risponde al responsabile finanziario, ma ci sono invece aziende che ritengono questa figura strategica e quindi la inseriscono nel consiglio di amministrazione. Agli “It decision maker” viene chiesto di allinearsi con il business (63 per cento Italia, 58 Europa), di migliorare l’allocazione delle risorse (57 per cento sia in Italia sia in Europa), di aumentare gli investimenti (50 per cento Italia, 61 Europa) e di creare la figura del “digital officer” (45 per cento in Italia, solo 30 in Europa).

It Challenge in the Mobile Cloud Era



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