Luci ultraviolette, Purgatori virtuali, installazioni immersive tra punti luminosi in uno spazio buio, architetture 3D che inglobano il pubblico in un emozionante teatro virtuale di suoni, colori e luci. Digitalife 2017, per il suo ottavo compleanno, si regala un programma ricchissimo, sempre molto suggestivo e una nuova casa che si chiama Palazzo delle Esposizioni.
Il “figlio nerd” del Romaeuropa Festival, concentrato sul connubio affascinante di tecnologia e arte mescolate a creare derive sensoriali e scenari che bombardano di stimoli anche l’immaginario più arido, quest’anno propone 6 installazioni, una piattaforma per bambini, un mini festival di film scelti accuratamente per l’occasione e infine un evento di closing del Romaeuropa 2017 con 3 appuntamenti da non mancare.
Digitalife 2017 è stato inaugurato lo scorso 7 ottobre e andrà avanti fino al 7 gennaio 2018 presso i prestigiosi spazi di Via Nazionale 194. Ad attendervi al Palazzo delle Esposizioni ci saranno opere altamente coinvolgenti e cariche di fascino e significati all’interno di un programma espositivo realizzato dai curatori Richard Castelli, Raffaella Frascarelli e Adrienne Drake con Andrea Bellini, assieme all’ideatrice Monique Veaute.
6 installazioni, vi dicevo. Si comincia con “Phosphor” di Robert Henke, che propone un’opera realizzata con luce ultravioletta e polvere di fosforo a comporre paesaggi temporanei in continua mutazione, come la morfologia di una montagna corrosa dall’acqua. “Allegoria Sacra” del collettivo russo AES+F rappresenta un Purgatorio in chiave moderna in cui persone da ogni angolo del mondo occupano lo spazio come sculture in movimento, a raccontare il nostro presente.
Le immagini catturate da oltre 600 film vanno a comporre “La Dispersion du Fils” di Jean Michel Bruyère, proiettate all’interno di un vortice sensoriale di suoni e memorie. L’installazione video “Memorandum or Voyage” del collettivo giapponese Dumb Type è invece un’opera di 18 minuti che racconta gli spettacoli storici della compagnia in giro per il mondo, tra immagini di repertorio e nuovi effetti visivi.
“Instants of Visibility” di Ivana Franke vi immergerà in un universo filtrato da tessuti trasparenti e costruzioni cilindriche, in cui la luce si diffonde in punti luminosi che galleggiano in uno spazio buio, dove verranno alterate capacità percettiva e senso dell’orientamento. Infine, “<360>” dei Granular-Synthesis è una creazione 3D capace di inglobare gli spettatori in un universo audiovisivo che vi lascerà percepire lo spazio e il tempo in maniera del tutto inconsueta e originale.
Digitalife propone inoltre due rassegne di film e docufilm. La prima è Kizart, 12 filmati per bambini attraverso cui i più giovani avranno gli strumenti per creare da soli una propria visione e percezione dell’arte, anche grazie al coinvolgimento diretto di personalità del mondo dell’arte contemporanea. La rassegna è stata ideata da Raffaella Frascarelli per Nomas Foundation.
Poi c’è la Biennale de l’Image en Mouvement (BIM) del Centre d’Art Contemporain di Ginevra, realizzata su invito della Fondazione Giuliani e diretta da Andrea Bellini. Anche qui troverete 12 film che esplorano l’importanza dell’immagine della società contemporanea, tutti prodotti nel 2016 e presentati per la prima volta a Roma.
Il 2 dicembre, infine, Digitalife chiuderà il Romaeuropa 2017 con un incontro alle 17 dal titolo “Where are we now?” con il professor Massimo Bergamasco e l’artista e performer Stelarc; “ArtOnTime“, le performance alle 19 con Julia Krahn e con il duo Invernomuto; e in conclusione, alle 21, “Cracking Danilo Rea“, un progetto di Alex Braga in cui un’intelligenza artificiale cercherà di apprendere le modalità di improvvisazione del grande pianista Danilo Rea e di prevedere le note che suonerà.
L’ingresso a Digitalife è di 10 Euro, ridotto 8 Euro. Il biglietto integrato con la mostra Mangasia è di 18 Euro (ridotto 15 Euro). L’esposizione è aperta dalle 10 alle 20 martedì, mercoledì, giovedì e domenica, dalle 10 alle 22.30 venerdì e sabato. Chiusa il lunedì.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Paolo Gresta)
Mostra molto deludente. Fil su schermi giganti molto noiosi, qualche effetto, ma contenuti nulli. per quanto riguarda” dei Granular-Synthesis già nel 1970 avevo visto una cosa simile, anzi più spettacolare, con uno schermo a 360 gradi alla fiera di roma. 10 euro sprecati.
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