Il 15 Marzo ricordiamo la nascita di San Daniele Comboni, fondatore dei missionari e missionarie comboniani. Sebbene sia nato a Limone sul Garda, quindi sulla sponda bresciana del lago, la sua vocazione missionaria è legata alla città di Verona, chiamata anche “Minor Hierusalem”, appellativo antico recuperato di recente.
DANIELE COMBONI, CITTADINO DELLA VERONA MINOR HIERUSALEM
Alessandro Corradi
E’ curioso come tutte le fasi salienti della vita di Daniele Comboni, (di cui in giugno 2017 si festeggiò il 150° della fondazione dell’Istituto missionario), s’intreccino con le chiese alla sinistra dell’Adige, nella nostra Verona Minor Hierusalem.
Nato a Limone sul Garda (BS) nel 1831, nel 1843 viene accolto come studente nel collegio di don Nicola Mazza. Il collegio si trova vicino a Santo Stefano, chiesa che frequentava assiduamente e in cui, una volta ordinato sacerdote, celebrerà più volte la messa.
Nel 1857 partecipa con altri quattro sacerdoti alla spedizione mazziana missionaria in Africa Centrale: a ricordo di questo viaggio è stata eretta nel suo centenario la statua che si trova in piazza Isolo, proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria in Organo.
La chiesa di Santa Maria in Organo a ricordare l’entrata di Gesù a Gerusalemme. Infatti custodisce la muletta, una statua di legno del XII-XIII secolo che raffigura Gesù in groppa a un asino e che era portata in processione la domenica del Palme. La leggenda vorrebbe che all’interno fosse custodita la pelle dell’asino che ha davvero portato Gesù sul dorso quando entrò a Gerusalemme.
Ospite dei francescani ad Alessandria d’Egitto, durante una sosta forzata della spedizione, seguendo un loro consiglio si reca in Terra Santa per due settimane. E’ intensa l’emozione che vive visitando i vari luoghi e lo testimonia la lunghissima lettera scritta ai suoi genitori http://www.comboni.org/scritto/13 : i suoi desideri sono quelli di ogni pellegrino di tutti i tempi: vedere i luoghi, toccare con mano ogni pietra, ascoltare meditando la Parola in essa racchiusa e pregare per sé e per i propri cari. Inoltre capisce che ogni opera di evangelizzazione ha bisogno di conoscere le radici storico e geografiche in cui la Parola di Dio è ancorata, perché sia poi annunciata in un altro contesto e cultura, senza correre il rischio di trasformarla in una ideologia.
Dopo tre anni, la sede, viene spostata dalla chiesa di san Pietro Incarnario a quella in via Seminario 12, accanto al Seminario Vescovile. Non lontano, presso la chiesa di Santa Maria in Organo, si trova la casa madre delle suore comboniane, fondate nel 1872.
La chiesa dei Santi Siro e Libera come memoria del cenacolo. La leggenda vuole che lì S. Siro celebrò la prima messa a Verona. Successivamente la chiesa divenne sede, nel 1517 di una Confraternità, che riuniva nomi illustri di Verona, dedicata all’adorazione eucaristica.
Nel 1869 viene accettato dalla Confraternita presso la chiesa di Santi Siro e Libera come confratello sacerdote.
Nel 1877 viene consacrato vescovo dell’Africa Centrale e celebra il suo primo pontificale nella chiesa di San Giorgio in Braida, il cui parroco don Francesco Sogaro succederà il Comboni nel vicariato dell’Africa Centrale.
http://www.veronaminorhierusalem.it
NB Ecco la lista delle 8 chiese che facevano parte del pellegrinaggio della Minor Hierusalem:
- San Rocchetto che ricordava il luogo della crocifissione, il Golgota. Qui i pellegrini di ritorno dalla Terra Santa eressero tre croci e un sepolcro. Oggi i resti più antichi rimasti sono del XIV secolo, ma il ricordo delle tre croci e del sepolcro è rimasto all’interno della chiesa e nel nome del monte su cui è eretta che è Cavro, contrazione di Calvario;
- Santa Maria di Nazareth, che ricorda l’evento dell’annunciazione. Eretta al di fuori delle mura delle città, sappiamo che risale almeno al 876 d. C. Si trovava di fronte a una chiesa dedicata all’arcangelo Gabriele e vicina alla fontana del ferro, in una situazione topograficamente simile a quella della Nazareth in Terra Santa;
- Santa Maria di Betlemme, oggi San Zeno in Monte, che ricorda la nascita di Gesù. Non sappiamo con certezza quando fu edificato il primo luogo di culto, se nel IX secolo o all’epoca dei crociati, ma sappiamo che fu eretto quando era ancora fuori dalle mura cittadine e fino al 1444 pagava un censo annuale al vescovo di Betlemme in Terra Santa;
- La chiesa del S. Sepolcro, oggi Santa Toscana, che ricordava appunto il sepolcro di Gesù. Una delle chiese più antiche di questo percorso sorgeva vicino alla porta del S. Sepolcro fin dal 1037. Qui vi era un piccolo ospedale gestito dagli Ospitalieri di San Giovanni e il cimitero dei benedettini di San Nazaro.
- Santissima Trinità in Monte Oliveto che ricordava il Monte degli Ulivi. Eretta su un monte chiamato Oliveto per la sua presenza di Olivi ricordava l’omonimo monte a Gerusalemme. Entrambi posti fuori dalle mura cittadine e come a Gerusalemme il torrente Cedron lo separa dal monte Calvario così a Verona l’Adige lo separa dal monte Calvario (monte Cavro dove è edificato San Rocchetto).
- La chiesa dei Santi Siro e Libera come memoria del cenacolo. La leggenda vuole che lì S. Siro celebrò la prima messa a Verona. Successivamente la chiesa divenne sede, nel 1517 di una Confraternità, che riuniva nomi illustri di Verona, dedicata all’adorazione eucaristica.
- La chiesa di Santa Maria in Organo a ricordare l’entrata di Gesù a Gerusalemme. Infatti custodisce la muletta, una statua di legno del XII-XIII secolo che raffigura Gesù in groppa a un asino e che era portata in processione la domenica del Palme. La leggenda vorrebbe che all’interno fosse custodita la pelle dell’asino che ha davvero portato Gesù sul dorso quando entrò a Gerusalemme.
- La chiesa di Sant’Elena per ricordare il ritrovamento delle prime reliquie e, in un certo senso, il primo pellegrinaggio cristiano della storia. Il nucleo originario è dell’813, ma fu ricostruita nel 1140 e sorge sulle fondamenta di una basilica della prima metà del IV secolo, cioè l’epoca del vescovo Zeno.
Le curiosità, le leggende o le tradizioni che legano Verona alla Terra santa sono molte e si possono scoprire sul sito dell’associazione “Il deserto fiorirà” (ildesertofiorira.org)… Fare il percorso della Verona Minor Hierusalem oggi non significa solo recuperare una memoria storica della città, ma anche e sopratutto diventare pellegrini a casa propria, cioè stranieri in un certo senso, per potersi così, ancora di più, meravigliare della bellezza dei luoghi che abitiamo.
Davide Galati
http://www.famigliacristiana.it