Due vittorie in tre gare giocate in meno di una settimana. Una vittoria in trasferta (a Vienna contro una delle due dirette rivali per il secondo posto nel girone F) dal peso specifico potenzialmente enorme che fa seguito al successo casalingo, contro la Moldova, il secondo del torneo di qualificazione alla prossima coppa del mondo.
La Scozia ha chiuso nel migliore dei modi la prima finestra internazionale aperta al pubblico (più o meno, ma di questi tempi si prende quello che viene) mettendosi nelle migliori condizioni possibili per poter conquistare il secondo posto nel girone F, dominato dalla Danimarca – che farà visita ad Hampden Park nell’ultima gara, in programma in novembre, e che ha aperto il trittico della Scozia battendola (2-0) a Copenhagen settimana scorsa.
Sabato sera (4 settembre, kick off 7.45pm) la Scozia ha ospitato al National Stadium la Moldavia, nazionale che sotto la guida dell’italiano Bordin sta cercando di risalire la classifica del ranking UEFA (al momento siede al trentaquattresimo posto, ma nel ranking della FIFA, organizzatrice della coppa del mondo, la Moldova è addirittura al centosettantacinquesimo posto – la Scozia, al quarantanovesimo) e che arrivava a Glasgow con tanta voglia di fare il colpaccio.
Per la Scozia la gara di sabato era fondamentale. Un risultato diverso da una vittoria, infatti, avrebbe complicato terribilmente la situazione di Steve Clarke e dei suoi ragazzi, che nelle prime quattro gare avevano raccolto una vittoria (contro le Faroer), due pareggi (Israele e Austria) e la sconfitta contro la Danimarca, arrivata al termine di una gara davvero dai due volti: primo tempo pessimo, ripresa molto meglio ma sostanzialmente la vittoria dei padroni di casa era il risultato giusto per quanto visto in campo.
La qualificazione della Scozia alla fase finale di Euro 2020 aveva riacceso il mio entusiasmo per il calcio internazionale e, assieme alla riapertura al pubblico degli stadi, mi aveva finalmente convinto a diventare membro dello Scotland Supporters Club e prendere in prevendita i biglietti per le ultime tre gare casalinghe del torneo di qualificazione, contro Moldova, Israele e Danimarca – oltre ad avere accesso, compreso nel costo della membership, alle gare della Scozia Femminile e della rappresentativa U21.
Piccola parentesi: per vedere le gare della Scozia maschile in Scozia serve un abbonamento a SkySports, mentre possiamo vedere (su STV) live e gratis le gare dell’Inghilterra maschile. Mi fermo qui, preferisco non fare ulteriori commenti.
Si può vedere SkySports anche attraverso il servizio offerto da NOWtv, che permette di avere un pass giornaliero/mensile e vedere online i canali Sky senza fare abbonamento e, dopo aver fatto due conti, ho deciso di approfittare dell’offerta in vigore ad inizio stagione anche perché SkySports offre, oltre a gare dei tornei inglesi, anche diverse partite del campionato scozzese.
Quindi, gare in casa dal vivo, gare in trasferta in tv. Pronti per non perdere nemmeno un minuto della rincorsa della Scozia maschile verso la qualificazione alla fase finale di una coppa del mondo, da cui manca dall’ormai lontanissimo 1998.
La rincorsa, come detto, non si era proprio aperta nel migliore dei modi ma, per una volta, c’erano davvero parecchie valide attenuanti per Andy Robertson e compagni: la Danimarca, infatti, è una squadra in un momento di forma impressionante, reduce da un buon Europeo e prima nel girone F con quattro vittorie in altrettante gare (saranno sei, in altrettante gare, al termine della sessione settembrina delle qualificazioni).
Contro la Moldova in casa, invece, la Scozia non aveva scuse: se l’obiettivo era davvero andare ai mondiali, serviva una vittoria e magari anche una prestazione convincente, ma soprattutto una vittoria, no matter what – nor how.
Quasi 41mila spettatori hanno deciso di andare ad Hampden Park a sostenere la Scozia nella prima gara con stadio aperto a tutti in più di un anno e mezzo. Avevo il biglietto per la semifinale dei playoff qualificazione ad Euro2020 contro Israele, gara giocatasi a porte chiuse a causa della pandemia e onestamente non vedevo l’ora di poter tornare in uno stadio a vedere una partita di calcio con un pubblico numeroso. Era per me anche l’occasione di tornare a Glasgow dopo oltre diciotto mesi di assenza, e ne ho approfittato fermandomi a Coatbridge per vedere la sfida tra Albion Rovers e St Mirren B prima di tuffarmi in una Buchanan St piena come ai vecchi tempi.
Considerando tutte le possibili variabili, ho deciso di arrivare ad Hampden con ampio anticipo e mi sono goduto tutto il pre-partita fuori dai tornelli e poi dal mio seggiolino nell’East Stand. Il viaggio di ritorno sarebbe stato un po’ complicato, ma pre-partita e gara in sé hanno regalato emozioni da ricordare.
La Scozia era partita bene, messo la Moldova in difficoltà e trovato il goal del vantaggio già al 14′ con Lyndon Dykes, bravo nel tap-in dopo che il portiere ospite, Avram, aveva respinto il primo tentativo di Patterson. Il mitico “Hampden Roar” si era sentito forte e chiaro, ci si aspettava che la Scozia adesso concretizzasse le occasioni create e chiudesse la pratica già nei primi quarantacinque minuti.
Nulla di tutto questo, la Scozia non riuscirà più a battere Avram ma riuscirà a tenere a bada i tentativi avversari di impensierire la propria retroguardia. Il secondo tempo non entrerà nei manuali di estetica del calcio ma il risultato finale (1-0), considerando anche la netta sconfitta patita dall’Austria contro Israele, dava alla Scozia la possibilità di volare a Vienna con due risultati su tre a disposizione.
Ieri sera la gara del Prater contro l’Austria è stata molto vivace, non bellissima ma piena di colpi di scena e la vittoria finale, 0-1 con rigore di Dykes alla mezz’ora di gioco, consente alla Scozia di portarsi al secondo posto in classifica e di giocarsi, contro Israele (ieri battuto 5-0 dalla Danimarca) in casa il prossimo 9 ottobre, un vero e proprio knockout game.