Da soli non si va da nessuna parte
2ottobre 6, 2012 di decreblog
La cosa più importante che sto imparando in questi giorni è che, in una vita “naturale”, da soli non si va da nessuna parte.
Ci siamo abituati, nelle nostre asettiche vite di città, a non aver più bisogno dei vicini di casa, degli amici, perfino dei nostri familiari.
Ma qui questo è impossibile. La comunità è fondamentale per farcela: serve un esperto che tramandi le tecniche e i segreti della terra, un vicino con le braccia forti per aiutare a costruire una palizzata, un gruppo di acquisto per comprare a prezzi più bassi e condividere un percorso alimentare consapevole, perfino dei volontari come noi, con poche conoscenze ma molto entusiasmo.
Non che in città questo sia impossibile da perseguire. E’ solo che siamo spinti, dal sistema e spesso da uno stile di vita folle, a cavarcela sempre da soli e a vivere questo come una conquista, anziché come un limite. Saper chiedere aiuto senza dover per forza pagare per un servizio è qualcosa che la nostra società teme, perché significa svincolarsi dal meccanismo dell’acquisto e del guadagno e smettere di dare solo un valore economico alle cose. E’ come se, pagando, ci liberassimo dalla necessità di essere riconoscenti per quello che riceviamo o liberassimo il prossimo dall’imbarazzo di ringraziarci per un favore che gli stiamo facendo.
E’ difficile abituarsi, io stessa a fine giornata mi sento quasi in difficoltà a sedermi a tavola e mangiare “gratis”, anche dopo aver lavorato in fattoria tutto il giorno. Siamo qui da cinque giorni e oggi ho speso i miei primi 10 Euro per comprare un gelato per tutti in una breve passeggiata per Montecatini.
Ma tutto quello che ho dato e ricevuto in questi giorni ha un valore che non sarei nemmeno in grado di quantificare, è una ricchezza enorme che sto accumulando e spendendo continuamente, un tesoro che nessuna banca potrà mai possedere.
N.
L'”economia del dono” e “l’uomo artigiano” di Sennet sono nella mia tesi!! 🙂 Grazie della condivisione di questa esperienza, ma… tornate? E, se sì, quando?
Un abbraccio a tutti e due
Laura, si sa che sei “avanti”! Non a caso eri la nostra vicina di orto preferita. Torniamo (purtroppo), alla fine di questa settimana… Ma speriamo che l’avventura continui, in qualche modo che dobbiamo ancora definire!