Secondo Congresso: il saluto dell’Unione degli Universitari (Milano)

Pubblichiamo il saluto rivolto al nostro Secondo Congresso dall’Unione degli Universitari (UDU) di Milano. La nostra sezione milanese e l’UDU intrattengono da anni un intenso e importante rapporto di collaborazione. Il nostro ringraziamento alle compagne e ai compagni dell’UDU è dunque anche un augurio e un impegno a continuare la lotta comune per far crescere insieme il protagonismo e l’organizzazione tra le studentesse e gli studenti, a Milano e non solo.

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Care compagne e cari compagni,

il Congresso è un momento cruciale per la vita di ogni organizzazione che basi sulla qualità del dibattito interno la programmaticità della propria azione pluriennale.

Questo è uno dei tanti tratti che accomunano Fronte Popolare e l’Unione degli Universitari: oltre a questo vale sicuramente la pena ricordare il comune orizzonte dell’eguaglianza sociale, la centralità dell’istruzione per costruire un futuro migliore e, più in generale, l’ambizione di dare una lettura della fase che non si fermi alla contingenza.

Pensiamo che la vicinanza con Fronte Popolare negli ultimi anni sia stata cruciale e strategica per la crescita della nostra organizzazione. Abbiamo condiviso tante piazze e tanti confronti: speriamo di poterlo fare anche con il direttivo entrante.

Il periodo che abbiamo di fronte non è facile da interpretare: il PNRR rappresenta ragionevolmente, per il comparto dell’istruzione, l’avvio di una effettiva riforma strutturale che allineerà l’Italia alle esigenze di catene del valore allogene, senza alcuna considerazione per lo spirito egualitario che la Costituzione imprimerebbe all’intero comparto educativo. Non è facile neanche delineare quello che deve essere il ruolo di organizzazioni come le nostre in un momento dove si è più lontani che mai dall’accesso alle “stanze dei bottoni”: è ragionevole ritenere che questa condizione si protrarrà a lungo, e che occorrerà dotarsi di tutte le conoscenze utili a disegnare un nuovo Domani dove tutte e tutti potremo dirci liberi dai gioghi che ci pre-esistono.

Non ci sentiamo di citare Mao, perché sicuramente la confusione sotto il cielo è tanta, manon ci viene da chiamare la situazione eccellente. Siamo sicuramente più a nostro agio nel richiamare Gramsci, per ricordarci che insieme dovremo riuscire a coniugare pessimismo della ragione ed ottimismo della volontà.

Al lavoro, allo studio ed alla lotta!

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