… è sempre un qualche meraviglioso silenzio che porge alla vita il minuscolo o enorme boato di ciò che poi diventerà inamovibile ricordo … (A. Baricco)
Le origini
La danza è un linguaggio universale che nasce dal movimento, manifestazione primaria di vita.
Ancora prima di imparare a parlare, l’uomo ha imparato a danzare, ritrovando, nel suo corpo e nella sua anima, la vibrazione di quel ritmo che governa i fenomeni naturali, i cieli, le costellazioni.
Molti miti cosmogonici fanno scaturire l’origine del mondo dalla danza.
Numerosi graffiti e dipinti nelle grotte del Nord Africa e di molte regioni europee, risalenti fino al 14.000 a.C., presentano, accanto all’effigie di animali, l’uomo che danza: si tratta per lo più di un movimento vorticoso sul proprio asse, che si sviluppa da destra a sinistra, come il movimento cosmico degli astri.
Intorno all’8.000 a.C. nascono le prime forme di organizzazione tribale ed è la danza a cementare l’unione fra gli uomini appartenenti ad una stessa comunità. A questa età risalgono le più antiche rappresentazioni di danza corale, in cui gli esecutori con il capo mascherato si dispongono in circolo intorno ad una o due persone.
Per i nostri antenati, così come per i popoli primitivi, la danza appartiene alla sfera sacra.
La danza in Grecia
In Grecia la danza era considerata di origine divina ed era posta alla base di un sistema educativo finalizzato a raggiungere l’euritmia, l’armonioso equilibrio tra corpo e spirito, fondato sull’unità lirica di danza – musica – poesia.
Sull’isola di Creta si ritrovano le danze più antiche, le prime testimonianze figurative di danze in circolo o allineate, dove cori misti e solo femminili si muovono seguendo un suonatore di lira.
Da Creta la danza passò in Grecia, dove si svilupparono due grandi correnti molto diverse fra loro: le danze apollinee e le danze dionisiache.
Le danze apollinee, di origine cretese o dorica, avevano carattere solenne, rituale, e ubbidivano ai principi dell’euritmia. In seguito assunsero valenza profana.
Ricordiamo i “peana” (a carattere magico-apotropaico, con movimenti vivaci), le “gimnopedie” (a scopo educativo, con movimenti ginnici e guerreschi), le “pirriche” (danze d’armi, esaltate per la loro perfezione; eseguite in assolo, a coppie o in forma collettiva, con passi vorticosi, corse, salti e vari movimenti delle braccia. Sembra che il primo ad eseguire questa danza sia stato Achille, davanti alla pira di Patroclo).
Le danze dionisiache, di ascendenza tracica o ionico-asiatica, erano danze sfrenate, orgiastiche e considerate da Platone come inferiori, non adatte al perfetto cittadino. Sviluppavano i vari gradi dell’estasi, sino al completo annientamento della coscienza individuale. In origine erano praticate soprattutto da donne (le “menadi”). Con il tempo persero la violenza originaria per adattarsi alle esigenze comunitarie del culto di Dioniso. Uomini mascherati da satiri, le donne da menadi, danzavano con movimenti turbinosi che scomponevano le vesti, spesso flettendo all’indietro il dorso e la testa.
Dai riti dionisiaci prenderà vita il teatro, fondato sull’armoniosa collaborazione di tutte le arti.
Aristotele collega la nascita della tragedia al “ditirambo”, inno sorto nella regione di Corinto intorno al VII secolo, accompagnato da danze in occasione delle feste dedicate al dio Dioniso.
Arione avrebbe dato al ditirambo dignità letteraria, mentre Tespi avrebbe sviluppato la valenza spettacolare. Tespi avrebbe anche creato la figura dell’attore.
Con il decadere dell’egemonia di Atena nel IV secolo, il teatro si diffonde fuori dall’Attica, trascurando del tutto le scadenze festive del calendario religioso.
Rielaborato da: S. Sinisi, Storia della danza occidentale
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e sempre stupendo leggerti ………………. hi maycol
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E sempre stupendo rileggere questo percorso artistico……
Un grande abbraccio tesoro caro
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Veramente meraviglioso questo blog.
Complimenti,
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Carissime Flo e Marilicia, alcune parti di questo blog per voi non sono nuove. Per questo vi ringrazio di passare a salutarmi ogni tanto. Mi mancate. Un bacio ad entrambe.
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