Neve, il tuo amore resiste alla primavera
così resta grande il mondo anche dal buio della galleria
ingoia ogni cosa l’occhio della montagna se non lo vedi più
da simbolo a significato tra ciò che vedi e l’evocato.
Più bassa la volta più ti avvicini: stalli, dorsali,
leggii di quercia rozzamente tagliati. Il resto
lacerti, un se vuoi vieni. O amor di longobardi
o irrimediabile tornare, mentre donne
sorridono all’obiettivo col mare dietro
ferme altalene, gatti a caccia di lucertole
continuo raccontare delle cose
nel cielo imbalsamato annienta-volontà.
Frana la facciata, non l’insegna SALUMERIA
alluminio dorato tende di plastica lucchetti
sul muro quel che resta degli uomini:
super grigliata mista,
sera agostana di inizio secolo.
Non so di chi si diceva, di un poeta, non mi ricordo, qui si vede questo, uno dei tanti, vedeva, si vede, come negarlo se si guarda senza tempo, quel che sembra evolvere, ma sembra, il paesaggio, i muri, i lucchetti, l’ascolto