Matteo 8:18-34 Tu chi vuoi essere?

Soltanto leggendo d’un sol fiato questo collage di eventi, apparentemente così diversi l’uno dall’altro che sembra essere il frutto di un copia e incolla fatto male.  Soltanto leggendo con un unico respiro questo susseguirsi di racconti si potrà cogliere il filo rosso che tiene insieme episodi così diversi tra loro.  Che poi il filo rosso non è altro che il personaggio centrale di questi racconti: Gesù.  Il Gesù maestro del sermone sul monte, il Gesù che scende dal monte e si getta nel caos umano segnato dalle ingiustizie, dalle malattie, dalle lotte, ma anche dalle attese, dalle speranze.  Lì Gesù guarisce gli ultimi che non hanno medici, con essi parla, li tocca.  Il medico si fa malato, prende su di sè le infermità dei suoi pazienti e porta le malattie dei suoi malati.

Solo che ora, con il brano di oggi, noi faremo una diversa operazione.  Non proveremo a tenere la telecamera su Gesù, ma su coloro che lo incontrano.  Non parleremo del maestro guaritore, ma di questa variegata folla che gli va incontro.  E lo faremo con ordine seguendo la storia passo passo.  Ecco la prima a comparire è ancora una volta la folla.  Una grande folla intorno a lui.  Gesù è circondato.  La folla spinge.  È vicina, ma vuole avvicinarsi ancora di più.  Gesù comanda i suoi discepoli di portarlo dall’altra parte della riva.  Ecco, in questo momento provo a mettermi in mezzo a quella folla che vede Gesù allontanarsi sulla barca.  Stiamo avvicinandoci al tempo dell’avvento e avvento è un sostantivo che significa arrivo, venuta.  Tuttavia qui Gesù non viene, ma se ne va.  Non si avvicina, ma si allontana.  E la folla ora lo vede da lontano.  Credetemi, non credo che sia un male.  A volte quando siamo troppo vicino a qualcuno non possiamo vederlo davvero e per vederlo dobbiamo essere ad una certa distanza.

La folla può, in prima battuta, essere delusa nel vedere Gesù allontanarsi.  Ma poi riguardandolo da una certa distanza può scomporsi nelle tante singole persone di cui è composta, e ognuna di quelle persone potrà sollevare le proprie domande.  Io vi dico le mie.  Ma spero che stasera anche voi farete le vostre domande.  Chi sei veramente?  Puoi veramente salvarmi?  Puoi salvare questa terra dalla deriva verso la quale corre così velocemente?  È proprio vero che Dio in te si è avvicinato così tanto che anche quando ti allontani dalla barca, Dio è ancora vicino a me?

Le domande quando sono oneste domande, quando sono genuine e vere, sono accompagnate da una decisione.  Non possiamo aspettare le risposte di Gesù senza seguirlo.  Solo chi è a seguito di Gesù può veramente conoscerlo.  Bisogna già prendere la decisione di essere un suo discepolo per poter trovare risposte alle nostre domande.  Ed ecco che nel racconto ora, dopo la folla, compaiono tre modelli di discepoli: quelli che vogliono seguirlo dovunque egli andrà; quelli che vogliono seguirlo, ma prima vogliono risolvere alcuni loro problemi privati; quelli che lo seguono senza dire nulla sulla barca, in mezzo alla burrasca.  Se mi permettete vorrei riassumere i tre modelli in tre parole: i chiacchieroni, i pragmatici e gli incoscienti.

I chiacchieroni sono quelli che aprono la bocca e poi si dimenticano di chiuderla.  Sono i discepoli delle chiacchiere.  Fanno promesse che non potranno mantenere.  Si prendono impegni che non possono realizzare.  Però vogliono fare bella figura.  Amano gli applausi quando sono in scena, ma dietro le quinte sono dei nullafacenti.  Oggi il mondo è sopraffatto dai chiacchieroni.  Il mondo potrà farsi incantare dalle chiacchiere, ma Dio no!  Dei chiacchieroni preferisco i pragmatici.  Hanno uno spirito pratico.  Sono scientifici.  Le cose si fanno con ordine, valutando bene le cause e gli effetti, i lati positivi e negativi.  Cercano di avere ogni cosa sotto controllo.  L’unico problema è che alla fine non hanno nulla sotto controllo perché tengono lo sguardo concentrato sull’albero, ma hanno perso di vista la foresta.  Vedono da vicino, ma non vedono da lontano.  Vedono una cosa, ma non vedono l’orizzonte.  I pragmatici come i chiacchieroni riempiono il nostro mondo.  Li vedi attenti a non esporsi troppo, ma non si accorgono che la foresta sta andando a fuoco e le future generazioni non avranno un luogo dove posare il capo.

Ed infine ci sono gli incoscienti.  Seguono Gesù senza dir nulla.  Vivono un discepolato del silenzio.  Ti seguo e basta.  Anche se non so dove mi porterà.  Sono belli questi discepoli, ma fanno anche un po’ sorridere.  Sono saliti sulla barca e ora si trovano in mezzo alla tempesta.  Essere discepoli di Gesù non è mica andare in crociera!  È pericoloso.  E gli incoscienti ora hanno paura e gridano a Gesù: Signore, salvaci, siamo perduti! Amo questo grido così umano: Signore, salvami, sono perduto.  Finalmente ora è chiaro cosa vuol dire seguire Gesù: non bisogna far chiacchiere, né essere troppo calcolatori, ci vuole un po’ di buona ingenuità, un po’ di incoscienza.  E nel momento necessario non bisogna vergognarsi di essere umani.  Un discepolo non è un eroe.

È giunto il momento in cui nel nostro racconto entrano in scena due indemoniati.  Dopo la folla che guarda da lontano, dopo i tre tipi di discepoli ecco la più strana categoria di persone: gli indemoniati.  Ma che roba è un indemoniato?  Oggi il modo più appropriato per definirlo sarebbe psicopatico, o schizofrenico.  Una persona che ha l’impressione di non essere lei ad agire, ma un’altra al posto suo.  Spesso anche il proprio corpo è percepito come non proprio, come di qualcun altro.  Una vera e propria sensazione di essere posseduto.  Ecco quindi due psicopatici violenti venire fuori dalle tombe di un luogo isolato e gridare a Gesù di lasciarli in pace, di non tormentarli.  Avevamo detto di Gesù maestro, di Gesù medico, ora Gesù fa anche lo psicoanalista.

Com’è il mondo visto dagli occhi di un malato mentale?  Quali solitudini, quali incomprensioni, quali giudizi li tormentano?  I due psicopatici vivono fuori dalla città dei Gadareni; Gadara in ebraico significa recinto, confine e così è per i due posseduti: solo relegati in periferia, ai margini, confinati.  Vivono nelle tombe.  Sono come morti per la società.  C’è un filosofo francese che ha scritto la storia della follia nel mondo occidentale.  Egli racconta come nel Medioevo sparisce la lebbra e i lebbrosari, questi luoghi di confine e di isolamento dei lebbrosi, si trovano improvvisamente vuoti.  Vanno quindi riempiti da nuove categorie di esseri umani: i poveri, i vagabondi, gli afflitti da malattie veneree di ogni tipo, i folli.  La società vuole proteggersi dalla minaccia di queste persone che reputa immorali, vuole renderli invisibili.

In realtà è quel che è successo a Gadara.  I cittadini hanno deciso di seppellire anzitempo questi due posseduti.  Ma Gesù li fa uscire dalla tomba.  Una specie di resurrezione ante litteram.  Gesù non ama confini, muri, barriere, perché sa che vengono sempre eretti da chi è più forte per cacciare via chi è più debole.  In sè il racconto è volutamente ironico: i demoni che posseggono questi due folli vengono mandati in un branco di porci che si lancia giù da un dirupo.  La liberazione di questi folli ha un grosso prezzo sociale.  È così, ogni volta che si vuole mettere mano ad una società più giusta, bisogna pagare un prezzo!

Ed è qui che appare l’ultima categoria di persone.  Dopo la folla che guarda a distanza, dopo i tre tipi di discepoli, dopo i due folli ecco i cittadini di Gadara che chiedono a Gesù di andarsene via.  Non vogliono pagare un prezzo così alto per curare i due folli.  Non vogliono pagare le tasse.  Costa di meno tenere i folli rinchiusi nelle tombe.  Gesù il riformatore dà fastidio a questi buoni cittadini che la domenica riempiono le chiese, ma a cominciare da lunedì mettono al primo posto il loro interessi personali.

Ecco allora la bellezza di questo brano di oggi: tutta una serie di personaggi passa accanto a Gesù, mostrando ognuna il proprio profilo.  Dalla folla che allunga il collo per non perdere di vista Gesù che si allontana, dal diverso modo di diventare discepoli di Gesù: chiacchieroni o pragmatici o incosciente.  Ai due psicopatici afflitti dalla loro solitudine, fino ai buoni cittadini di Gadara.  Sembra di raccontare il mondo intero di ieri e di oggi.  E tuttavia ora Gesù torna ad essere il personaggio principale, riemerge il suo stile, il suo modo di fare, il suo portare Dio sulla terra vicino a noi e ponendoci la solita e assordante domanda: chi di tutti questi personaggi vuoi essere?