Matteo 9:9-13 Natale: il senso della nostra vita

Io sono venuto per chiamare dei peccatori!  È Gesù stesso che ci dice la ragione per cui è venuto.  La ragione per cui è nato.  È Gesù stesso che ci dice qual è il significato del Natale: io sono venuto per chiamare dei peccatori.

  1. A volte non basta tutta la vita per sapere perché siamo venuti al mondo. Può non bastare l’intera vita per dare un significato alla nostra nascita.  Perché sono nato? Per quale motivo? Qual è il senso della mia vita?  Un filosofo diceva che noi siamo gettati nel mondo.  Il filosofo era il discusso Heidegger e utilizzava l’espressione Geworfenheit: l’esser gettati nel mondo.  Che non significa altro che che noi nasciamo senza sapere perché, viviamo, gioiamo, soffriamo, sentiamo, ma spesso non riusciamo a comprendere il senso della nostra vita.  L’angoscia non è altro che questo profondo sentimento che attraversa la nostra anima e annuncia con la sua presenza il fatto che noi stiamo vivendo senza comprendere il senso della nostra vita.  Anzi, forse la cosa più drammatica oggi è il fatto che le persone hanno completamente smesso di porsi questa domanda: perché vivi?  Oppure: qual è il senso della tua vita?  Se provi a fare queste domande a qualcuno, può facilmente succedere che ti prende per pazzo.  O, cinicamente, ti risponderà che non sa perché vive e non lo vuole sapere.  Ed è una bugia.  Noi non possiamo vivere senza avere un senso della vita.  Noi viviamo cercando continuamente una ragione del perché siamo nati.  Si nasce una sola volta, ma poi bisogna rinascere innumerevoli volte per capire la ragione per cui siamo al mondo.

Un mistico indiano, Inayat Khan dice: Beato colui che ha trovato nella vita lo scopo della propria esistenza.  E se mi permettete, aggiungerei anche: Beato colui che anche se non l’ha trovato un senso nella vita non smetta di cercarlo.  Anche il disperato Giobbe che dice delle parole terribili: Perché non morii fin dal seno di mia madre? Perché non spirai appena uscito dal suo grembo? Perché trovai delle ginocchia per ricevermi e delle mammelle da poppare? (Giobbe 3:11-12); anche il disperato Giobbe dice tutto questo perché vuole capire la ragione della sua nascita.

 

  1. Gesù invece sa qual è la ragione per cui è venuto al mondo: io sono venuto per chiamare dei peccatori. Oppure, se vogliamo, possiamo dire: io sono venuto per curare dei malati.  Gesù usa entrambi le espressioni e sembra che peccatori e malati possano essere sinonimi. Noi oggi comprendiamo più la parola malato che la parola peccatore.  Credo che eccetto l’uso che se ne fa in chiesa, e anche lì non tanto spesso, la parola peccatore sia completamente sparita.  Se la chiesa vuole oggi spiegare il significato di peccatore deve necessariamente partire dalla parola più semplice: malato.  Tutti sanno cos’è un malato.  È una persona che non sta bene.  Vi è un’alterazione nel suo organismo che fa funzionare male tutto il resto.  La malattia non colpisce solo l’organo malato, colpisce anche l’anima del malato.  La malattia è un pensiero fisso.  La mente non pensa ad altro.  La malattia assorbe tutto l’essere del malato.  Lo riduce da solo: chi può sapere come sto male io?  Lo spinge a stare tutto ripiegato su se stesso.  La malattia ci trasforma in solitari egoisti.  E in questo è così un ottimo esempio per spiegare cosa significhi la parola peccatore.  Il peccatore è un malato nell’anima, che ha perso il suo contatto con Dio, la fonte della sua stessa vita, che ha perso il significato della sua vita, e vive ripiegato egoisticamente soltanto su se stesso.  Ecco, se questo è il significato di peccato e di malato, noi abbiamo al buona notizia che Gesù è venuto apposta per chiamare i peccatori, per guarire i malati.  Il senso della nascita di Gesù non ha soltanto senso per Gesù.  Ha senso anche per noi.  Anzi, se vogliamo comprendere qual è il senso della nostra vita, dobbiamo comprendere il senso della nascita di Gesù.  Se comprendiamo il Natale nella sua profondità, comprendiamo anche il nostro singolo natale, la nostra nascita, il senso della nostra vita.  Ed il senso della nostra vita è che Dio è venuto in Gesù Cristo per chiamarci, per svegliarci dal sonno della nostra malattia e del nostro peccato.  Il senso della nostra vita è essere amati da Dio.

 

  1. È difficile sapere la ragione per cui siamo venuti al mondo. Qual è il significato della nostra nascita.  Ma Gesù sapeva con chiarezza quale fosse la sua ragione: io sono venuto per chiamare dei peccatori.  Questo è il significato del Natale.  Ora lo sappiamo.  Ma vorrei però ancora soffermarmi non tanto su di noi peccatori e malati che abbiamo incontrato per mezzo di lui la nostra guarigione e la nostra salvezza e quindi il senso della nostra nascita.  Vorrei soffermarmi su cosa abbia significato per Gesù quel: io sono venuto.  Quel movimento. Quel viaggio.  Paolo per spiegare questo viaggio del Figlio di Dio usa un’espressione straordinaria: kenosi.  Ma lasciatemi prima citare il passo di Paolo e poi torneremo su questa straordinaria parola.  Eccole le parole di Paolo: […] pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente,  7 ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini;  8 trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. (Filippesi 2:6-8).  Il Cristo spoglia se stesso.  È questa la traduzione della parola kenosi.  Ma che può anche essere tradotta con: svuotò se stesso.  Il poeta John Milton, nel suo Paradiso Perduto così ci restituisce questo svuotamento: […] incurante della beatitudine in cui sedeva… per ripagare l’offesa dell’uomo si offerse di morire. Oh amore incomparabile… Il tuo nome sarà d’ora in avanti la preziosa materia del mio canto, e la mia arpa giammai potrà dimenticare di levarne la lode.

Incurante della beatitudine in cui sedeva: ecco cosa vuol dire kenosi.  Cosa vuol dire spogliarsi, svuotarsi.  Qual è il significato più straordinario della nascita di Gesù?: farci incontrare l’amore incomparabile di Dio.  Un amore incurante della beatitudine in cui sedeva e che si ritrova nella scomoda mangiatoia umana.  Un amore incurante della beatitudine in cui sedeva e che decide di portare le nostre malattie e prendere le nostre infermità.  Un amore incurante della beatitudine in cui sedeva e che giungerà fino alla croce.

Ecco quindi il significato del Natale: farci conoscere l’amore incomparabile di Dio.  E sapere che Dio lo abbiamo incontrato in Gesù Cristo, il quale è venuto per chiamare noi peccatori.  Chiamarci per nome.  Distoglierci dalla nostra malattia.  Dall’egoismo del nostro peccato.  Noi sappiamo qual è il senso della nascita di Gesù, e quel senso è per noi e quindi sappiamo anche qual è il senso della nostra vita, accogliere con gioia la buona notizia che in Cristo l’amore incomparabile di Dio ci è donato gratuitamente.  Amen