Traduzione del libro di Charles Eisenstein, Climate. A New Story.

Clima. Una nuova storia può essere scaricato in italiano in pdf, così come una Sintesi del libro, elaborata da Adele Cozzi, la traduttrice del libro.

In un periodo di accesi dibattiti tra ‘allarmisti’ e ‘negazionisti’ sulla questione climatica, Eisenstein cerca di affrontare la questione anche da altri punti di vista, spesso trascurati. Dopo aver cercato di esplorare senza preconcetti la cosiddetta ‘narrativa standard’ sul cambiamento climatico, con le sue motivazioni e i dati scientifici su cui si appoggia, e dopo aver prestato attenzione alle confutazioni e al reciproco dibattito tra chi la sostiene e chi la rifiuta, l’autore ha portato avanti la sua indagine a partire da altri paradigmi, che gli hanno permesso di allargare la prospettiva e di individuare una gamma più ampia di approcci e di tattiche che è possibile mettere in atto, considerando quanto e come la guarigione ecologica e il ripristino dell’equilibrio degli ecosistemi siano fondamentali per affrontare i problemi del cambiamento climatico.

Di particolare interesse è l’analisi condotta da punti di vista diversi rispetto da quello consueto, incentrato sulle emissioni di CO2.

Il capitolo 4, ad esempio, analizza la questione attraverso la lente dell’acqua, il cui ciclo è strettamente intrecciato al ciclo del carbonio.

Il capitolo 5 esamina il ciclo del carbonio, richiamando l’attenzione sugli ecosistemi, sulle condizioni del suolo e sulla biodiversità, riportando dati da studi recenti e ponendo l’accento sulle connessioni sinergiche tra i sistemi, ignorate nei calcoli e nelle strategie correnti.

Il capitolo 8 affronta il tema della rigenerazione, con riferimento da un lato all’agricoltura e dall’altro al rapporto con la natura ‘selvatica’.

Di fronte al dibattito attualmente in corso fra ‘allarmisti’ e ‘negazionisti’ del cambiamento climatico, l’autore osserva che, «come avviene per molte questioni che provocano una forte polarizzazione, sono i presupposti nascosti, condivisi da entrambe le parti e non contestati da nessuna delle due, ad essere i più significativi».

Fra questi presupposti nascosti, l’autore elenca: la natura concepita come ambiente, separata da noi; il clima governato da processi geo-meccanici e non da processi vitali; la natura concepita come macchina; la quantificazione alla base della conoscenza; la riduzione della realtà a ciò che è misurabile, escludendo tutto ciò che non è quantificabile, ma che comunque contribuisce in modalità che non riusciamo a riconoscere all’equilibrio della biosfera; una quantificazione che va di pari passo con la monetizzazione; la volontà di far quadrare i numeri per poter continuare a mantenere in funzione la macchina industriale e il sistema economico che ci hanno portati fin qui.

Analizzando in maniera approfondita tutto questo, ciò che l’autore ritiene, in sintesi, è che:

– La crisi climatica è gravissima, ma la minaccia principale è lo «squilibrio climatico», causato dal degrado degli ecosistemi e dall’interruzione di cicli fondamentali come quello del carbonio e quello dell’acqua. Tutto ciò degrada la capacità dell’ecosfera di far fronte ai gas serra aggiuntivi emessi dall’attività umana.

– La minaccia di primaria importanza non è l’aumento di CO2, ma la potenziale amplificazione di questo riscaldamento dovuta a processi di feedback positivi, dovuti al degrado degli ecosistemi.

Lo squilibrio climatico rimarrà anche se cesseranno le emissioni e le temperature medie rimarranno costanti, perché la Terra è un corpo vivente di cui abbiamo distrutto tessuti e organi. Il processo è iniziato con la deforestazione e l’erosione del suolo, ben prima dell’era industriale, che tuttavia negli ultimi secoli ha dato una grande spinta.

In sintesi, in entrambi i casi (narrativa standard vera o falsa che sia) la priorità più urgente è proteggere e ripristinare il suolo, l’acqua e gli ecosistemi in tutto il mondo.

Per fare questo è necessario partire da altri presupposti. È necessario riconoscere

– che la terra è un organismo vivente;

– che tutto contribuisce alla salute dell’insieme;

– che tutti gli esseri meritano rispetto come soggetti vivi e non semplici cose;

– che qualsiasi danno agli esseri e all’integrità del pianeta danneggia inevitabilmente gli esseri umani;

– che il clima psichico, le nostre credenze, il clima politico e sociale sono connessi al clima atmosferico;

– che l’umanità è chiamata a contribuire con i suoi doni alla bellezza e alla vitalità della terra;

– che le crisi attuali sono ‘iniziatiche’, possono condurci a una profonda trasformazione.

La storia che ci ha condotti fin qui è la Storia della Separazione: «il sé separato e a sé stante, in un universo oggettivo che è Altro, popolato da forze impersonali, pezzi generici di materia e altri sé in competizione». Questo si traduce in una mentalità di dominio e di guerra.

Anche al di là della questione del cambiamento climatico, la civiltà industriale nella sua forma attuale provoca gravi danni ovunque. Ma un diverso tipo di civiltà è possibile. Si tratta di sceglierlo.

Dobbiamo recuperare la nostra capacità di ascolto, intorpidita e limitata dalla narrazione dominante, che ai nostri legami con la comunità, le piante, gli animali, la terra e la vita ha sostituito le relazioni generiche mediate dalla tecnologia e dal denaro.

Il cambiamento deve raggiungere il livello del denaro, che è la chiave di volta di un sistema sociale che sta divorando il mondo, un sistema che converte la qualità in quantità, la natura in merce, il suolo in sporcizia, gli alberi in quantità di legname e i valori in valore monetario.

Il fondamento della società moderna è sicuramente la scienza. La scienza può essere un potente strumento. Ciò che deve cambiare è l’impulso che sta dietro la scienza: la manipolazione di un mondo che essa vede come morto, fatto di atomi e vuoto. Quando questa visione cambierà, la scienza si trasformerà in qualcosa di irriconoscibile.

In conclusione, l’autore indica le seguenti priorità:

– Proteggere tutti gli ecosistemi incontaminati che ancora rimangono sul pianeta.

– Rigenerare, ripristinare e curare tutto ciò che è stato danneggiato, in particolare il suolo, l’acqua e le foreste: agricoltura rigenerativa; ripristino dei bacini idrografici; cura delle foreste.

– Smettere di scaricare veleni nel mondo (erbicidi, insetticidi, rifiuti tossici e farmaceutici, pesticidi, antibiotici che attraverso le nostre urine arrivano nell’acqua e nell’ecosistema, ecc.).

– Ridurre l’uso dei combustibili fossili. Un pianeta che ha subìto molti danni ai suoi organi e tessuti non è in grado di resistere al rapido aumento dei gas serra.

– Smilitarizzare la società. Piuttosto che quantificare le risorse e l’energia che la smilitarizzazione libererebbe, l’autore si limita a sottolineare che ci troviamo di fronte a un bivio fondamentale. Guerra o pace? Amore o paura? Dominazione o servizio? Non vedremo una vera guarigione della terra se manterremo il complesso militare-industriale e non abbandoneremo la mentalità del dominio attraverso la forza.

L’autore mette gratuitamente a disposizione tutto il suo lavoro nel suo sito web in varie lingue.

Clima. Una nuova storia può essere scaricato in italiano in pdf, così come una Sintesi del libro, elaborata da Adele Cozzi, la traduttrice del libro.