L’app usata dai criminali diffusa da infiltrati dell’Fbi: centinaia di arresti nel mondo

di Alessandra Muglia

L'app usata dai criminali diffusa da infiltrati dell'Fbi: centinaia di arresti nel mondo

Il premier australiano Scott Morrison

Per gli austrialiani è Ironside ma nel resto del mondo il nome in codice dell’operazione è «Trojan Shield», scudo di Troia. E come il cavallo costruito dagli antichi greci, per incastrare i nemici ha fatto leva su quello che appariva come uno strumento di difesa e protezione. Perché l’app crittografata AN0M, usata dai molti criminali in tutto il mondo per comunicare tra loro in modo riservato, è stata diffusa anni fa negli ambienti malavitosi nientemeno che da agenti infiltrati dell’Fbi.
Le forze dell’ordine hanno monitorato in tre anni 25 milioni di messaggi su piani omicidi, traffici di droga, armi e riciclaggio e sono arrivate ad arrestare oltre 250 persone soltanto in Oceania e altre decine tra Europa e Stati Uniti: dagli uomini legati ai cartelli della droga sudamericani a quelli delle triadi asiatiche, fino alle organizzazioni criminali mediorientali ed europee, hanno rivelato gli investigatori australiani e americani questa mattina in una conferenza stampa congiunta.
Novemila agenti sono stati impegnati in raid coordinati in più Paesi: 224 gli arresti in Australia e 35 in Nuova Zelanda. Dettagli sulle operazioni condotte in Germania, Usa e altri Paesi saranno resi noti più tardi in giornata.
La polizia neozelandese ha descritto l’operazione come «la più sofisticata al mondo contro la criminalità organizzata condotta finora».

E ha raccontato che l’idea di utilizzare un’app crittografata è venuta a un paio di agenti dell’Fbi nel 2018, «davanti a un paio di birre». A diffonderla nel mondo criminale è stato il trafficante di droga australiano latitante Hakan Ayik al quale era stata data da agenti sotto copertura.Ayik, 42 anni, ha consigliato l’app ai criminali associati che avrebbero acquistato uno smartphone su cui era stato preinstallato AN0M, consentendo loro di inviare messaggi crittografati e di registrare video. La polizia ha affermato che in alcuni casi ci sono voluti mesi per stabilire da chi fosse utilizzato uno specifico dispositivo.

Più di 11.000 persone utilizzano AN0M in tutto il mondo, di cui 1.650 in Australia, con la metà delle attività criminali rilevate sull’app concentrata nel Nuovo Galles del Sud.


L’applicazione ANoM era stata installata sui telefoni cellulari che, privi di ogni altra funzionalità, venivano scambiati al mercato nero. Un telefono di questo tipo può comunicare solo con un altro telefono contenente l’applicazione. «Un criminale doveva conoscere un altro criminale per ottenere questo materiale», ha spiegato la polizia australiana. «I dispositivi sono circolati e la loro popolarità è cresciuta tra i criminali, che avevano fiducia nella legittimità dell’applicazione perché le principali figure della criminalità organizzata ne garantivano l’integrità», ha aggiunto.

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