Governo, l’irritazione di Conte che convoca gli alleati: nuovo duello sull’autonomia

di Monica Guerzoni

Adesso il problema di Palazzo Chigi ha un nome e un cognome: Matteo Renzi. L’ex premier che concede il voto di fiducia sulla legge di Bilancio, ironizza su un governo che «deve decidere cosa fare da grande», sprona il presidente del Consiglio a cambiare passo e intanto strizza l’occhio a Matteo Salvini, è un fattore di forte instabilità per la maggioranza. Prova ne siano la lite con Luigi Di Maio sul decreto che ha messo in sicurezza la Popolare di Bari e ieri, nel chiuso del vertice notturno finito a mezzanotte e mezza, il veto dei renziani sul testo dell’Autonomia differenziata. Nessuno sa cosa il fondatore di Italia Viva abbia in mente e tutti, a Palazzo Chigi e dintorni, si chiedono quale sarà la prossima mina, per poterla disinnescare prima che esploda.

«Faremo il punto sulla giustizia, sull’autonomia, su quei punti già presenti nell’agenda attuale di governo», aveva anticipato venerdì sera Giuseppe Conte annunciando il vertice: in sostanza, un tavolo per programmare la verifica di governo chiesta dai partiti. Ma ieri, nel giorno in cui incassa la fiducia sulla legge di Bilancio, il premier decide di alleggerire il vertice di maggioranza, programmato per fare un giro di orizzonte su tutti i dossier aperti.

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