LA PAROLA

Fondo

Chissà se arriverete in fondo. Io ci ho provato ma mi sono fermato prima di dare fondo alla mia modesta sete di conoscenza. Tutto è cominciato in gita quando, nel Trentino, sono finito nel paese di Fondo, che non è l’ultimo in fondo al mondo, ma solo una minuscola cittadina di 1.446 anime, che popolano la Val di Non e che, tra loro, si chiamano Foneri. In fondo, ovvero tutto sommato, una grazioso paesino. Non vorrei assuefarmi al luogo comune ed evito la definizione di “ridente cittadina” anche perché se i fonerì ridono come tutti i mortali non si è mai visto un paese, e quindi neanche Fondo, sbellicarsi fino alle lacrime.

Lasciato Fondo non siamo certo in fondo. La Treccani ci delizia con un mare di usi e significati nel quale la parola fondo galleggia egregiamente senza andare a fondo.

Dai nostri progenitori latini abbiamo appreso che chi possiede un fondo non se la passa male e quasi mai, nella vita, tocca il fondo. Originariamente i fondi erano infatti proprietà terriere, ovvero possedimenti in campagna spesso – si direbbe oggi – con un rustico, ovvero una casa circondata dai campi. Col tempo ci siamo perfezionati e i fondi sono diventati “rustici”, quelli cioè delle origini, oppure “urbani” , più meno i lotti della moderna urbanistica. E alcuni, quelli posseduti da signori poco socievoli, hanno assunto la definizione di fondi “chiusi”, ovvero circondati da mura, siepi o barriere per tenere lontani gli estranei. Qualche fondo più che chiuso è diventato “incluso”, nel senso che il proprietario, questa volta più sfortunato che scorbutico, si è trovato circondato da altri fondi tanto che, per uscire dall’isolamento, è stato costretto a chiedere una servitù, cioè la possibilità di passare per terre altrui durante le proprie sortite.

Nel costume e nella politica, il fondo è roba di gran pensiero. Infatti non di rado le tematiche sono di fondo, e i problemi vengono sempre esaminati a fondo. Salvo qualche volta sprofondare che è comunque un rischio dietro l’angolo.

Nei giornali chi ha il compito di stendere l’articolo di fondo possiede un ufficio proprio e attraversa il salone dell’open space, dispensando saluti di pura circostanza ai redattore ordinari che ponzano sui fondamentali del mestiere per cercare di evitare addirittura errori di fondo.

A volte il fondo regala gioie almeno all’occhio, che non disdegna la vista dell’ultima opera di Tinto Brass, il quale usa declinare al femminile il fondo schiena del quale tutti possediamo un esemplare pur variabile per quantità e qualità.
Nei campi di calcio un cross dal fondo è roba che può precedere l’urlo del gol, che dà comunque, gioia che nasca dall’abilità o dal già citato fondo schiena.

Sfondato non è infine solo il secchio bucherellato all’estremità ma anche colui/colei che, con un euro, centra la supervincita dell’anno. Mentre a tavola è “senza fondo” chi divorerebbe anche le gambe del tavolino.

Tutta roba che in fondo,fondo in fondo null’altro è che vita vissuta fino in fondo.

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