La stabilità degli alberi

Alberi che cadono o che vengono tagliati in città: come si arriva a questo destino?

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Sempre più di frequente, accade che all’interno delle nostre città sia necessario l’abbattimento di grandi alberi radicati in viali e parchi, considerati dai cittadini come elementi ormai intrinsechi della città stessa, che hanno accompagnato le varie generazioni attraverso i cambiamenti delle varie epoche. Per questo motivo, in alcuni casi l’opinione pubblica si oppone a tali abbattimenti. Ciò che molto spesso non viene preso in considerazione, però, è che gli alberi dei viali e dei parchi non sono oggetti inanimati di arredo urbano, ma veri e propri esseri viventi e, in quanto tali, crescono, si ammalano e muoiono. Quando un albero in città perde la sua stabilità per via di parassiti o marciume, aumenta il rischio che questo possa cedere o schiantarsi, rendendosi quindi un pericolo per chi ci passa sotto. Per questo motivo è importante conoscere la stabilità degli alberi e fare i necessari interventi per ridurre il rischio di caduta.

Quindi si può affermare che la salute delle piante in città è strettamente correlata a quella dei suoi abitanti, in più di un modo. Ma quindi come facciamo a capire se un albero starà in piedi o crollerà alla prima occasione? In nostro aiuto accorre il metodo Visual Tree Assessment (VTA, tradotto “Valutazione Visiva dell’Albero). Si tratta di un’attenta analisi visiva da parte di un tecnico qualificato che individua sull’albero i sintomi di probabili malattie e/o difetti strutturali. Il metodo si basa sulla compilazione di una scheda che analizza le caratteristiche visibili di radici, tronco, rami e chioma che, una volta completata, informa sulla vitalità, sullo stato fitosanitario (di salute) e sui difetti meccanici dell’albero (quando si vede la chioma estremamente asimmetrica di una pianta, fusti ritorti etc.). 

Il metodo VTA consente inoltre di individuare eventuali punti critici su cui misurare la porzione residua del legno sano, ossia la sicurezza dell’albero stesso.

Osservazione del colletto (parte alla base del fusto, a contatto col terreno): segni di marciume delle radici. Foto di Elisa Ghiandoni.
Osservazione del fusto: presenza di cavità e ferite cicatrizzate. Foto di Elisa Ghiandoni.
Analisi strumentale per la quantificazione del legno sano rimanente. Foto di Elisa Ghiandoni

Al termine dell’osservazione, il tecnico attribuisce una classe di propensione al cedimento, scelta tra le seguenti: A – trascurabile, B – bassa, C/D – elevata, D – estrema.

Alle piante che rientrano  nelle classi A, B, e C, sebbene indichino un rischio non elevato, viene comunque prescritta una visita periodica, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato. Gli alberi valutati in classe C/D hanno invece bisogno di più attenzioni. In questi casi il tecnico deve indicare dettagliatamente gli interventi colturali (insomma un “restyling”) da effettuare sull’albero per ridurne la pericolosità (potature, tiranti, ecc). 

Nel caso in cui non venga effettuato nessun intervento colturale, l’albero viene automaticamente collocato in classe D. La classe D raggruppa gli alberi per cui qualunque intervento non sarebbe sufficiente a renderli saldi. Questi alberi vengono quindi tagliati per la sicurezza pubblica, come ultima opzione. 

Danneggiamento dell’apparato radicale durante lavori di riparazione del marciapiede. Foto di Elisa Ghiandoni.

Armati di questa nuova consapevolezza, se ci capita di assistere a degli abbattimenti di alberi in città, questi potrebbero essere stati commissionati direttamente dalle amministrazioni pubbliche a seguito dei risultati dell’analisi VTA effettuata da professionisti. Potrebbero essere emersi quindi alberi appartenenti alla classe D, per i quali la legge prevede l’immediato abbattimento al fine di tutelare la pubblica incolumità.

Come ridurre quindi gli abbattimenti dei nostri cari alberi di città, che ci regalano ombra in estate e un ambiente più salubre tutto l’anno? La risposta è: rispettare la pianta. 


Aiuola impermeabile, dovuta alla stesura dell’asfalto fino alla base del tronco. Foto di Elisa Ghiandoni.

Quante volte avete visto una pianta potata come un attaccapanni (potatura detta ‘capitozzatura’)? Quante volte avete visto degli operai effettuare scavi per la sistemazione dei marciapiedi a ridosso del tronco di un albero, tagliando inevitabilmente le radici? E quante volte avete visto un albero di grandi dimensioni in un’aiuola larga quanto la sua chioma? 

Le potature drastiche, come la capitozzatura, facilitano l’insorgenza delle malattie e causano notevole stress e indebolimento della pianta; i danni alle radici, se non prontamente disinfettati, possono essere causa di instabilità e veicolano l’entrata di funghi;  le aiuole impermeabili e costipate (come quelle che spesso si vedono nei filari lungo le strade) impediscono il corretto assorbimento di acqua e nutrienti alle radici, aumentando il livello di stress alla quale una pianta è sottoposta e, conseguentemente, l’insorgenza delle malattie. 

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