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15:06pm23 Marzo 2021 | mise à jour le: 26 Aprile 2021 à 15:48pmReading time: 4 minutes

Quale data consacra l’Italia come Paese chiave della costruzione europea?

La Console Generale d’Italia risponde

 

Il 25 marzo 1957. Quel giorno, nella Sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio, a Roma, sei Paesi europei (Italia, Germania, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo) firmano i “Trattati di Roma”.

Questi due accordi intergovernativi istituiscono, a partire dal 1° gennaio 1958, la Comunità Economica Europea (CEE), poi divenuta Comunità Europea e successivamente Unione Europea, e la Comunità Europea dell’Energia Atomica (CEEA, o Euratom). Insieme al Trattato istitutivo della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) – Parigi, 18 aprile 1951 – questi accordi sono le pietre miliari di quell’organizzazione internazionale sui generis nel diritto internazionale che nell’arco di sette decenni è divenuta, oggi, l’Unione Europea (UE).

Questa settimana festeggiamo quindi il 64° anniversario del momento in cui l’Italia assume piena centralità sullo scacchiere europeo. Vediamo come e perché.

 

Cos’è il Trattato di Roma sulla Comunità Economica Europea?

È l’accordo intergovernativo, negoziato a livello diplomatico, che istituisce la CEE, ne disciplina l’impalcatura istituzionale e il funzionamento, anche in rapporto con gli Stati Membri (SM) che la compongono.

In questi sette decenni è stato la stella polare dei numerosi passi intrapresi verso una sempre più stretta coesione fra i Paesi appartenenti all’UE che sono passati dai “Sei” SM iniziali ai “Ventisette” attuali, dopo che il 31 gennaio 2020, si è consumata la Brexit: l’uscita del Regno Unito dall’UE.

 

Che ruolo ha il Trattato di Roma nell’architettura istituzionale dell’UE?

Pienamente centrale, visto che – pur con svariate modifiche, anche profonde, apportate nel corso dei decenni – rimane una delle due basi giuridiche su cui si fonda attualmente l’UE: il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), ossia quello di Roma, emendato nella cosiddetta “versione consolidata” e il Trattato sull’UE (TUE) pure novato.

Dal punto di vista giuridico, infatti, svariati altri accordi intergovernativi hanno contribuito a modificare l’assetto iniziale e creare l’attuale architettura istituzionale dell’UE. Tra i più rilevanti spiccano il TUE e il Trattato di Lisbona. Il primo, firmato a Maastricht dai 12 SM che allora componevano l’UE, trasforma la Comunità Europea in Unione Europea a partire dal 1º novembre 1993, con la creazione, inter alia di “tre pilastri”, successivamente aboliti dal Trattati di Lisbona. Quest’ultimo recepisce la volontà degli SM di ampliare le competenze comunitarie anche a settori non economici e modifica di conseguenza – dal 1º dicembre 2009 – sia il TUE (Maastricht) che il Trattato di Roma che istituisce la Comunità Europea, senza tuttavia sostituirli.

 

Quali sono le priorità del Trattato di Roma?

In estrema sintesi, il Trattato di Roma punta a creare un mercato comune e favorire la trasformazione delle condizioni economiche degli scambi e della produzione nella Comunità (oggi Unione), definendo il quadro per l’attività legislativa degli SM.

Le sue priorità includono: eliminazione dei dazi doganali; istituzione di una tariffa doganale unitaria; adozione di politiche comuni (commerciale, agricola, dei trasporti, ecc.) e sviluppo della cooperazione tra gli SM.

È il primo, deciso, passo verso la progressiva creazione di un’Unione più coesa.

 

Quali sono i compiti della Comunità (oggi UE) delineati dal Trattato di Roma?

Ce li descrive l’art. 2: “La Comunità (oggi UE, n.d.r.) ha il compito di promuovere, mediante l’instaurazione di un mercato comune e il graduale ravvicinamento delle politiche economiche degli Stati membri, uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell’insieme della Comunità (oggi UE, n.d.r.), un’espansione continua ed equilibrata, una stabilità accresciuta, un miglioramento sempre più rapido del tenore di vita e più strette relazioni fra gli Stati che ad essa partecipano.”

La collaborazione tra SM si è dunque incentrata all’inizio sugli scambi commerciali, considerati il volano dell’espansione economica, secondo un approccio detto del ‘funzionalismo economico’ per la resistenza di alcuni SM a cedere porzioni maggiori della loro sovranità. I tempi non erano allora maturi per una progressiva integrazione politica tesa alla creazione di una Federazione di “Stati Uniti d’Europa”, anelata da Altiero Spinelli.

Insieme alla Squadra consolare, vi aspetto al prossimo approfondimento.

La vostra Console Generale,

Silvia Costantini

 

 

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