Tra strade e cavedagne di pianura le tracce dell’antica centuriazione. Roberto Frazzoli

Forse non tutti sanno che nell’intera pianura emiliano-romagnola sopravvivono numerosi spezzoni di strade campestri romane, oggi asfaltate e integrate nella rete viaria che percorriamo quotidianamente. E’ ciò che rimane della  centuriazione, la suddivisione della campagna in lotti quadrati (710×710 metri, nel bolognese) che gli antichi romani realizzarono oltre duemila anni fa. L’opera aveva lo scopo di costruire le infrastrutture necessarie per la coltivazione (fossi, canali di scolo, strade di accesso) e al tempo stesso di creare una lottizzazione ordinata per poter poi assegnare i fondi ai coloni. L’immensa scacchiera fu creata incrociando una serie di strade pressochè parallele alla via Emilia (dette decumani) con altre strade ad esse perpendicolari (dette cardini). Si calcola che nella sola pianura bolognese Roma abbia costruito oltre 2500 chilometri di strade campestri, rimuovendo venti milioni di metri cubi di terra per scavare i relativi fossi (1).
L’individuazione delle tracce della centuriazione presenta ovviamente molti motivi di interesse. Per quanto riguarda l’area di via Galliera (cioè i territori dei comuni di Argelato, Bentivoglio, Castel Maggiore, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale), un tentativo dilettantistico è stato compiuto nel 1998 dall’autore di questo articolo, semplicemente tracciando linee sulle cartine dell’Istituto Geografico Militare. La breve ricerca qui riassunta non ha alcuna pretesa di scientificità , ma le corrispondenze rilevate non sembrano essere semplici coincidenze.
STRADE DI PROBABILE ORIGINE ROMANA TUTTORA ESISTENTI
Il risultato più interessante, ovviamente, è rappresentato dall’individuazione di strade tuttora esistenti (o tratti di strada) che coincidono con cardini o con decumani. Qui di seguito le corrispondenze rilevate.
Via Saliceto, com’è noto, coincide con il “cardine massimo” della  centuriazione bolognese, cioè con il suo asse di riferimento. Se ne discosta solo in un primo tratto (da Bologna fino all’altezza della zona industriale di via Di Vittorio) e nei pressi della Trasversale di Pianura. Via Saliceto termina a Bentivoglio (il traffico prosegue su una strada che svolta verso est) ma il cardine massimo continua ad essere segnato verso nord dal canale Navile e dalla strada che scorre sull’argine (via Argine Navile).

Via di Mezzo di Santa Maria in Duno, la strada principale del paese, coincide con un cardine dalla sua estremità sud (ossia da via Ringhiera) fino a un punto situato nel comune di San Giorgio di Piano (non lontano da Cinquanta). Va segnalato che il tratto meridionale di questo cardine
si presenta oggi come una stretta strada privata, non più perfettamente rettilinea. E’ questo uno dei cardini meglio conservati di tutta la zona considerata, con una lunghezza di oltre 5,5 chilometri. Il suo prolungamento verso nord – oggi non più esistente – permette di spiegare la strana collocaazione di Cenacchio, una frazione di S. Pietro in Casale che attualmente sorge su una strada a fondo cieco. Sebbene non coincida con il cardine, quel troncone di strada punta infatti verso Santa Maria in Duno.  Appare ragionevole ipotizzare che quel collegamento si sia interrotto in epoca medievale per la formazione di paludi a nord di Bentivoglio.

Vicolo Cimitero a Santa Maria in Duno (che inizia alle spalle della chiesa e termina in campagna, verso ovest) coincide con un decumano. In questa zona sono stati rinve­nuti reperti di età romana, quasi in superficie (2).

 

Via Selvatico (che da via Centese, nei pressi di Argelato, raggiunge via Mascarino) coincide con un cardine per la maggior parte della sua lunghezza. Percorrendola in auto sembra tutt’altro che rettilinea, ma dalla cartina appare chiaro che le sue curve sono soltanto lievi oscillazioni intorno a un unico asse. Presumibilmente la strada prende il nome dal gruppo di case indicato come “il Selvatico” sulla cartina IGM. E’ comunque interessante notare che il nome di questa strada termina con la desinenza “-atico” generalmente associata ai nomi di fondi romani (Massumatico, Lorenzatico, ecc.).

– La strada privata che inizia a Santa Maria in Duno e si collegava un tempo a via Co­mastri (una traversa di via Galliera, di fronte al Mercatone Uno) coincide in parte con un decu­mano. Questa strada è stata distrutta quasi completamente a causa della costruzione dell’Interporto. Sul tratto coincidente con il decumano sorge l’edificio che Enrico Rizzo ha identificato come l’antica chiesa di S. Giovanni di S. Maria in Duno, ora convertito in abitazione privata (3).

РUna cavedagna vicina a via Comastri, tra Funo e San Giorgio di Piano (di fronte al distributore IP che si trova sulla via Galliera) merita di essere segnalata perch̩ pare coincidere con lo stesso decumano sopra citato.

– La cavedagna che passa (o passava?) alle spalle del cosiddetto Palazzo della Morte, a Funo, coincide in parte con un decumano. Come appare da un disegno del 1640 (4), un tempo il viale che collegava il palazzo con via Nuova passava tra due coppie di colonne. Ciò suggerisce l’idea di un cancello posto sulla cavedagna di origine centuriale. La presenza di un decumano su questo lato del Palazzo della Morte può anche suggerire l’idea che la facciata principale dell’edificio (o di un ipotetico edificio preesistente) fosse in origine quella rivolta a sud.

 

Via Cinquanta, nel tratto compreso tra le due curve secche che si incontrano da via Galliera andando verso Cinquanta, coincide con un cardine. La seconda curva coincide con l’incrocio tra tale cardine e un decumano, che in quel punto oggi non esiste più ma che riappare poco più a ovest
sotto forma di cavedagna.

Via Casadio, nel tratto corrispondente al centro di Casadio, coincide con un decumano.

Via Stiatico coincide con un cardine in corrispondenza del centro di Stiatico.

Via Gramsci (ossia via Galliera nel tratto urbano di Castel Maggiore) coincide con un cardine in un breve tratto immediatamente a nord dell’incrocio con via Bondanello. Ma tutto il tratto di via Gramsci compreso tra la Frabaccia e la Coop è molto vicino al cardine.

Via Chelotti a Sabbiuno (una strada privata che da via Sammarina va verso ovest e subito piega verso nord) coincide sostanzialmente con un cardine dopo la prima curva a destra e fino a via Barchetta.

Via Quattro Portoni  (che da Malacappa va a via Venenta) coincide con un cardine per un breve tratto dal lato di via Venenta.

Via Argelato (che dal centro di S. Giorgio va a via Selvatico) coincide pressappoco con un cardine nel brevissimo tratto vicino al vecchio macello di S. Giorgio di Piano (un tratto tra due curve secche che ora fa parte della nuova strada alle spalle della Coop). Il cardine ha un prolungamento verso sud sotto forma di una cavedagna che porta a una casa colonica. Le due curve secche rafforzano l’idea di un percorso
spezzato dovuto alla necessità di usare un tratto del preesistente cardine.

Via Galliera in un breve tratto a nord di San Pietro in Casale coincide sostanzialmente con un cardine.

 

——- Strade esistenti parallele agli assi centuriali

Molte delle strade tuttora esistenti, pur non corrispondendo nè a cardini nè a decumani, possiedono un orientamento parallelo agli uni o agli altri e quindi appaiono legate alla centuriazione. Sembra lecito ipotizzare che esse derivino da strade campestri minori, costruite forse dai coloni romani per suddividere i grandi lotti in appezzamenti più piccoli. Qui di seguito un elenco delle strade che rientrano in questa categoria.

РLa cavedagna che segna il confine settentrionale del Centergross, che un tempo si prolungava a ovest fino a raggiungere via Galliera nel centro di Funo, ̬ parallela ai decumani.

Parte della rotonda del Segnatello (la rotonda che oggi collega il Centergross con la strada di accesso all’Interporto) è parallela ai decumani nel breve tratto rettilineo da cui si accede al Centergross.

Via Ringhieri e Via Calcarata,
che da via Santa Maria in Duno vanno verso San Giorgio di Piano, sono entrambe parallele ai decumani.

Via Cataldi (che da via  Calcarata va a Cinquanta) è parallela ai cardini.

Una cavedagna che da via Calcarata va verso la chiesa di Cinquanta ha, nei suoi vari spezzoni, l’orientamento dei cardini o dei decumani.

Via Codronchi a San Giorgio di Piano: il tratto alle spalle della Reagens è pressoché parallelo ai cardini, mentre il tratto che prosegue verso Santa Maria in Duno è parallelo ai decumani. Si tratta della prosecuzione di via Calcarata, sopra citata.

Via Chiesa (che dal centro di Castel Maggiore va alla chiesa e poi piega verso Ca­stello) è pressoché parallela ai decumani nel tratto dal centro di Castel Maggiore al cimitero, ed è parallela ai cardini nel tratto che va verso via Matteotti.

Via Centese, nel brevissimo tratto compreso tra il Riolo e la chiesa di Argelato (coincidente con il centro di Argelato), ha un andamento pressoché parallelo ai decumani.

Via Rubizzano, che va da Cinquanta a Rubizzano, è sostanzialmente parallela ai cardini.

Via Masi a Castel Maggiore (traversa di via Lirone in direzione sud) è parallela ai cardini nel tratto ini­ziale, dal lato di via Lirone.

Via Rigosi a Castel Maggiore (che va da via Lirone a via Passo Pioppe) ha l’orientamento dei cardini nel tratto rettilineo verso via Passo Pioppe.

La strada che da Stiatico va verso via Canaletta, dove sfocia col nome di via Ponte Riolo, è parallela ai decumani nel tratto iniziale.

Via Palazzaccio, che da Stiatico va verso ovest, terminando in campagna, è parallela ai decumani in vari tratti.

Via Lepre, che da via S. Maria in Duno va verso via Galliera, nel primo tratto ha un andamento pressoché parallelo ai decumani. La strada è oggi interrotta per la chiusura del passaggio a livello.

Via Barche e via Scapino sono parallele e vicine a un decumano. La prima va da via Saliceto a via Saletto, la seconda da via Saletto a Ca de’ Fabbri.

—– Edifici e centri abitati vicini a strade di possibile origine romana

Interessante è anche rilevare l’esistenza di centri abitati o di singoli edifici antichi nei pressi di cardini o di decumani. Qui di seguito l’elenco delle corrispondenze rilevate.

I centri di Stiatico e Casadio (e in parte anche il centro di Castel Maggiore) sorgono su tratti di strada coincidenti con cardini o decumani. Il centro di Argelato sorge su un tratto di strada pressoché parallelo a un decumano.

Il complesso di Villa Orsi (attualmente incorporato all’interno del Centergross) sorge in corrispondenza dell’incrocio tra un cardine e un decumano. Magda Barbieri riferisce che nel 1594 nel giardino di Villa Orsi fu rinvenuta una lastra di marmo con iscrizione latina risalente forse al III secolo (5). Appare quindi lecito ipotizzare per la villa un’origine romana.

Una villa a Cinquanta,  indicata sulla carta IGM comeVilla Bernaroli, sorge nei pressi dell’incrocio tra un cardine (via Cinquanta) e un decumano (che in quel punto oggi non esiste più, ma che riappare poco più a ovest sotto forma di cavedagna).

– La chiesa di Santa Maria in Duno sorge nei pressi dell’incrocio tra un cardine (via di Mezzo) e un decumano (vicolo Cimitero).

– La chiesa di Casadio sorge nei pressi dell’incrocio tra un decumano (via Casadio) e un cardine che in quella zona è scomparso. Sebbene una delle due strade non esista più, la collocazione della chiesa non sembra essere casuale.

– La ex-chiesa di S. Giovanni di S. Maria in Duno, ora convertita in abitazione privata, sorge nei pressi di una strada privata coincidente con un decumano.

Alcuni edifici colonici a ovest  di via Selvatico sorgono nei pressi dell’incrocio tra un cardine scomparso e un decumano che sopravvive in forma di caveda­gna. E’ interessante notare l’esistenza di edifici colonici nei pressi di incroci centuriali, soprattutto quando tali
incroci non siano più chiaramente riconoscibili. Secondo gli sto­rici, infatti, anche gli edifici dei coloni romani erano collocati agli angoli delle centurie. Ciò autorizza ad ipotizzare che alcune case coloniche siano state sempre ri­costruite sulle rovine di case preesistenti.

– Il pilastrino votivo di via Bondanello (tra Castel Maggiore e la chiesa di Bondanello) è vi­cino al punto in cui si incrociavano un cardine e un decumano, non più esistenti in quella zona.

—— TRACCE MINORI

Molto numerose, poi, sono le strade o i tratti di strada “compatibili” con il reticolo centuriale romano, che cioè – pur essendo tortuose, oppure non parallele agli assi del reticolo stesso – rimangono abbastanza vicine a un cardine, a un decumano o alle loro ipotetiche parallele. Ma la traccia più evidente della centuriazione è costituita dal fatto che le cavedagne e i confini tra i campi, nella maggior parte dell’area
considerata, sono pressochè paralleli ai cardini o ai decumani.
L’esame sommario di una cartina di Funo in scala 1:5000, inoltre, ha permesso all’autore di constatare che molti campi hanno tuttora una larghezza media di 35 metri, pari a un “actus” romano.

 

  —– Proteggere le cavedagne romane

Fermo restando che la breve ricerca qui riassunta ha un carattere assolutamente dilettantistico, le coincidenze rilevate sembrano suggerire che le tracce della centuriazione siano relativamente abbondanti anche nella pianura centrale bolognese, nonostante secoli di alluvioni e lo spostamento dei corsi d’acqua. Particolarmente rilevante è il fatto che alcuni cardini e decumani sopravvivano sotto forma di cavedagne, elementi del paesaggio soggetti oggi a un forte rischio di distruzione per le esigenze dell’agricoltura e per la costruzione di nuovi edifici.
Sembrerebbe ragionevole, pertanto, ipotizzare forme di tutela per queste cavedagne romane  così cariche di storia.

 

 —– Le cartine su cui è stata condotta la ricerca

Le  cartine IGM su cui è stata condotta la breve ricerca qui riassunta. Si tratta di tre diverse carte disposte sull’asse nord-sud. Le linee sottili
rosse
rappresentano i cardini e i decumani, tracciati dall’autore di questo articolo prendendo come riferimento la centuriazione ben
conservata nei pressi di Bologna. Le linee larghe azzurre segnalano le coincidenze rilevate, cioè le strade esistenti che sono sovrapposte, oppure parallele o semplicemente compatibili con i cardini e con i decumani.

Cartina inferiore (zona di Castel Maggiore- in foto sopra)
– Cartina centrale (zona di Funo e San Giorgio di Piano)  –
Cartina superiore (zona di San Pietro in Casale)
non riproducibili per ragioni di “pesantezza”

NOTE

1. Questa stima è stata proposta da Gianluca Bottazzi in AA. VV., Ro­manità della pianura, Bologna, 1991.
2. Maria Minozzi Marzocchi in AA. VV., Ro­manità della pianura, Bologna, 991.
3. Enrico Rizzo, L’antica Pieve di San Marino e i suoi Comuni, Bologna, 1989.
4. Il disegno è stato pubblicato nel libro di Lorenzino Cremonini e Piero Ruggeri, Antiche ville e palazzi della campagna di Argelato, Bologna, 1992.
5. Magda Barbieri, La terra e la gente del Castello d’Argile e di Venezzano ossia Mascarino, vol. 1, 1993.

*Foto in alto:  Persistenze di centuriazione  nell’orientamentodi cavedagne e campi nell’area tra bolognese e modenese

** Le foto  di stele funerarie romane rinvenute nella zona di S. Pietro in Casale, e del colossale milliario trovato presso il Reno lungo la via Emilia, sono tratte dal libro “Il Museo Civico Archeologico di Bologna“, a cura di Cristiana Morigi Govi e Daniele Vitali

studio e ricerca sul territorio  di ROBERTO FRAZZOLI