08/12/2022 – Immacolata Concezione della B.V. Maria

Lc 1, 26b-28

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

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Pochissime righe usate da Luca descrivono il momento grandioso che cambia la storia. E dentro queste poche righe troviamo una serie di elementi che accompagnano letteralmente il cuore attento a scovare una profondità incredibile, abitata dal silenzio.

Prima riga: l’angelo è mandato. L’iniziativa di Dio precede ancora una volta, Lui decide, sceglie, prepara la strada o, in questo caso, la dimora per il proprio figlio che viene nel mondo. L’angelo arriva in un luogo preciso, geograficamente definito, non nella rumorosa Gerusalemme, non in un centro nevralgico e iperattivo, ma in periferia: Dio sceglie da subito la periferia esistenziale, per preparare la dimora al proprio figlio che viene nel mondo. Entra in una casa, luogo protetto, intimo, luogo degli affetti e della confidenza: Dio sta fuori dai palazzi e al riparo dalle Piazze per preparare la dimora per il proprio figlio che viene nel mondo.

E il tabernacolo che ha scelto perché accolga questo figlio? Lo ha pensato da sempre, lo ha preservato intatto. Maria è “piena di grazia”, dunque “piena di Dio”, quindi in lei non c’è mai stato posto per il peccato, Dio ha colmato da sempre ogni fibra del suo essere… Da sempre, appunto: Maria ha vissuto, vive e vivrà in eterno questa relazione totalizzante con il Suo Signore che niente e nessuno ha mai interrotto.

Ma la meraviglia di tale relazione è che si innesta totalmente in una dimensione affettiva, è tutta amore, solo e unicamente amore.

Come possiamo noi, miseri, guardare a questo mistero e non provarne vertigine e lontananza?

Proprio perché Gesù ci ha affidato ad una madre come lei, ad una donna come lei, possiamo imparare uno stile d’amore nei confronti del Padre e delle sue creature! Proprio perché abbiamo in Maria un modello concretissimo di quotidianità accolta, vissuta e donata, possiamo coltivare la speranza di compiere il nostro cammino all’altezza del nostro desiderio.

Che dono incredibile questa fanciulla di Nazaret! Oggi è la festa della gratitudine!

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