Il pagamento del ticket sui servizi di Pronto soccorso non piace alla gente. A qualche mese di distanza dall’adozione del provvedimento regionale che introduce la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, i malumori crescono ed iniziano a prendere forma. E’ in quest’ottica che va letta l’iniziativa, presentata venerdì scorso nel corso di una conferenza stampa, di una raccolta firme per chiedere l’abolizione della delibera regionale che dispone il nuovo balzello. A mobilitarsi è il Comitato di Difesa Sanità Pubblica Tutela per i Diritti, che ha annunciato di dare il via alla campagna in tutti i comuni della Basilicata. L’obiettivo è quello di raggiungere quota 15 mila firme entro il prossimo mese di giugno. Firme che saranno sottoposte, nei primi mesi dell’estate, all’attenzione dei componenti del nuovo Consiglio Regionale.

“La delibera della Giunta Regionale del 30 dicembre 2004 è un’operazione a discapito dei cittadini”, ha dichiarato Antonio Danella, membro del Comitato, “e rappresenta le disfunzioni e le difficoltà di una sanità disorganizzata nella nostra regione. Per questo”, ha concluso, “vogliamo chiedere ai candidati di ritirare il decreto ed in futuro di prendere misure contro gli sprechi”. Sotto accusa, dunque, il provvedimento attraverso il quale la Regione Basilicata si è posta l’obiettivo di evitare che i pazienti “abusino” delle prestazioni da sempre erogate gratuitamente nei servizi di Pronto Soccorso degli ospedali. Il decreto, come si ricorderà, stabilisce che tutti quei pazienti che non presentano particolari motivi di urgenza (i cosiddetti “Codice Bianco”), sono tenuti al pagamento di un ticket sanitario per i servizi ricevuti. Spesa che oscilla tra i 20 euro, nel caso di una semplice visita, ed i 35 euro quando, invece, si ricevono anche prestazioni specialistiche, diagnostiche e terapeutiche. Esentati dal pagamento i “Codice Bianco” in possesso dei requisiti che, secondo la normativa vigente, danno diritto all’esenzione, nonché i successivi gradi di urgenza individuati dai codici verde, giallo e rosso.

Un programma ben preciso, quello del Comitato di Difesa Sanità Pubblica, che si propone di avere un ampio respiro e di non riguardare soltanto le 5 Aziende Sanitarie Locali (Asl) ed i 18 ospedali presenti in regione. “La nostra è una richiesta che inoltriamo a tutta la società lucana”, spiega Anna Esposito, anch’essa membro del Comitato, “perché viviamo un momento di disagio economico. Il costo del ticket al Pronto Soccorso significa gravare sul budget familiare. Noi chiediamo un riordino della sanità. Nell’adozione della delibera”, ha poi concluso, “abbiamo anche letto che l’attenzione verso il sociale è venuta meno”.

Secondo la posizione del Comitato, inoltre, la delibera regionale sul ticket sarebbe in netto contrasto anche con i principi affermati dalla nostra Costituzione. “L’articolo 32 della Costituzione Italiana”, ha precisato l’esponente del Comitato, Romina Avigliano, “indica la salute come diritto fondamentale. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale è universale e viene ridistribuito tra tutti i cittadini”. L’accento viene posto anche sul Sistema Sanitario Regionale al quale, se pur con notevoli difficoltà, viene riconosciuto il merito di aver garantito, per un lungo periodo, il diritto alla salute con un buon livello di assistenza e di cura. “Il ricorso al ticket invece”, ha concluso la Avigliano, “serve a poco e pone problemi ai cittadini di questa regione che già pagano un’aliquota Irpef”. A sostegno dell’iniziativa, cui oltre al Comitato di Difesa Sanità Pubblica si sono affiancate altre associazioni e movimenti di cittadini, si può firmare già da sabato. Punti di raccolta firme saranno allestiti nelle farmacie, negli ambulatori dei medici di base e nelle principali piazze dei paesi della Basilicata.

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