La rubrica ?Cara Lucania? si propone di dare lustro a voci letterarie del passato e del presente. Non necessariamente i riflettori della fama storica richiamano l?eccellenza. Spesso proprio gli scrittori meno noti sono quelli più singolari, unici ed originali. Questa settimana, la nostra riflessione letteraria prende spunto dalla vis poetica di Emilio D?Andrea.
La poesia di E. D?Andrea è arte, intuizione lirica.
Nel testo poetico c?è un fitto intreccio di strati, lo strato fonologico, ritmico, sintattico, la rima. E? proprio la complessa stratificazione interna che rende unico e particolare il linguaggio poetico.
Nei versi, il nostro autore trasfonde tutto se stesso, i suoi desideri, le speranze, i progetti.
C? è un nostalgico richiamo d?amore, di un sentimento che vibra forte nel profondo del cuore.

?E adesso
tu non ci sei,
e adesso
torna la nebbia;
poco dopo
primavera
è arrivata la neve.
E il sole gioca
Con le nubi??

L?amore è luce, chiarezza, limpidezza, ma se si allontana, se scompare e si dissolve, tutto appare come avvolto nella nebbia, nella foschia. I colori diventano cupi, scuri, e tristi.
Dalle parole si ricrea un mondo, un paesaggio che si muove fra reale e immaginario.Esso è reale perché parte da elementi tangibili e concreti, ma da essi si allontana e, legandosi a ricordi, si ricrea un mondo nuovo, diverso, immaginario.
Quale senso dare al paesaggio?
Il paesaggio rappresenta lo sfondo entro il quale si snoda la vita dell?uomo.
Esso è consequenziale ad un?elaborazione mentale di elementi appartenenti alla realtà spaziale.Negli scritti letterari, la natura assume il valore partecipativo di ?personaggio?, al quale è attribuita la funzione esplicativa di un particolare momento, di una singolare dimensione d?animo che si vuole comunicare.Il poeta legge il mondo circostante mediante il filtro dei sentimenti dell?animo e la razionalità della mente. Nella poetica del paesaggio narrato l?uomo e la natura s?incontrano realizzando un?intima e profonda unione. E? un legame forte quello che li lega e nel paesaggio, l?uomo riversa la gioia o la tristezza, la felicità o l?insoddisfazione, il turbamento o la letizia.
La realtà descritta rappresenta il punto di mediazione tra esteriorità e interiorità.Lo spazio letterario si presenta e propone nell?espressione formale di rappresentazione mediata di uno spazio reale, concreto, percettibile dai sensi ed interpretabile dalla mente.Tuttavia è un reale necessariamente personalizzato dalla soggettività del soggetto che lo legge ed interpreta.
Negli scritti di Emilio D?Andrea non mancano le descrizioni, i racconti, le storie del passato. Il volume ?Le fontane dei ricordi, infatti, si presenta come un libro-documento sulla cittadina di Barile.In esso vi sono varie indicazioni didattiche per cui può essere particolarmente costruttivo proporlo ai ragazzi.

Il nostro poeta- scrittore non ci propone solo raccolte di poesie, ma scrive anche in prosa.Nel 1986 compare un breve racconto, ?Storia di un esame (il primo esame universitario), nel quale vi sono forti accenni a tormenti interiori, a quel malessere che caratterizza la realtà del nostro tempo.Spesso, dinanzi alle infinite e nello stesso tempo indefinite occasioni e possibilità offerte dal presente, ci si sente smarriti, non si sa da che parte andare, dove poter arrivare e che cosa cercare. Il problema non è tanto quello di riuscire a dare un senso al futuro, ma al proprio presente. E? da esso che bisogna partire se si vogliono dare robuste radici a ciò che verrà .Ciò che è è già stato (in altri modi o forme);ciò che sarà non è ancora, non esiste nella sua forma più piena, ma c?è già. Il futuro, infatti, non è improvvisazione, ma è frutto di un?evoluzione mai causale, ma meditata e ragionata.

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