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27 Maggio, 2024

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Il cimitero del colle S. Elia a Redipuglia nel 1923

Trovata sul tavolo di un antiquario al mercatino di Vittorio Veneto, una foto panoramica del primo cimitero militare di Redipuglia, quello del colle di Sant’Elia, appena costruito:

Quel cimitero, di cui rimangono oggi solo poche vestigia, ebbe breve vita, sostanzialmente corrispondente al regime fascista, che lo sostituì nel 1938 con l’imponente sacrario realizzato sul prospicente Monte Sei Musi.

Quella che segue è invece una serie di 35 fotografie, realizzate evidentemente prima dello smantellamento del cimitero sul S. Elia e pubblicate in data sconosciuta (anche se certamente anteriore alla metà degli anni ’60, quando le acquistai).

E’ evidente perché questo cimitero non poteva sopravvivere in ambiente fascista.

Militarista, sì, ovviamente. Ma anche un’insopportabile (per il regime) miscela di kitsch nazional-popolare, trasudante mistica cristiana, pietismo consolatorio e particolaristico spirito di corpo. Tutto il contrario di quella monolitica colata di pietra che gli fu costruita di fronte, dove al lamento dei singoli veniva opposta una compatta massa amorfa, un’armata di caduti assoldata dal totalitarismo.

E poi quei delicati e femminei bassorilievi, e quelle strofe in puro stile decadentista, contrapposte al maschio “obbedisco” delle gradinate del nuovo sacrario.

 

Infine, poco discosto ed al di fuori dell’ “area sacra”, l’immagine del cimitero di guerra austroungarico. Quello soprattutto degli sloveni, croati e bosniaci che – non dimentichiamolo – difendevano le loro terre dagli invasori italiani:

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