VIA per la variante della cava di Montecalvi

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CAMPIGLIA 16 otto­bre 2016 — È sot­to­pos­to a pro­ce­du­ra di val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale il “Prog­et­to di vari­ante al prog­et­to autor­iz­za­to del­la cava di inerte cal­careo denom­i­na­ta “Mon­te­calvi” nei Comu­ni di Campiglia Marit­ti­ma (LI) e San Vin­cen­zo (LI)” pro­pos­to dal­la soci­età per azioni Cave di Campiglia.
La doc­u­men­tazione si tro­va sul sito del­la Regione Toscana http://www.regione.toscana.it/-/progetti-sottoposti-a-procedura-di-valutazione-di-impatto-ambientale.
Pos­sono essere pre­sen­tate osser­vazioni entro 60 giorni dal 23 agos­to 2016, data di pub­bli­cazione sul quo­tid­i­ano La Nazione.

Le final­ità del­la vari­ante
Le moti­vazioni del­la pre­sen­tazione del Prog­et­to Defin­i­ti­vo (PD), denom­i­na­to Vari­ante al prog­et­to autor­iz­za­to del­la cava di inerte cal­careo denom­i­na­ta “Monte Calvi”, “sono det­tate dal­la neces­sità di mod­i­fi­care l’impostazione prog­et­tuale ester­na al set­tore già risis­tem­ato; l’obiettivo è quel­lo di ridurre i costi di eser­cizio affinchè gli attuali liv­el­li occu­pazion­ali pos­sano con­tin­uare a con­vi­vere con la per­du­rante crisi eco­nom­i­ca. Le moti­vazioni di carat­tere socio — eco­nom­i­co — occu­pazion­ali, tut­tavia, non sareb­bero state suf­fi­ci­en­ti a gius­ti­fi­care una revi­sione tec­ni­ca del prog­et­to sen­za aver acquisi­to una mag­giore cog­nizione dell’assetto geo­logi­co del giaci­men­to mat­u­ra­ta con la pro­gres­sione dei lavori di colti­vazione e con il fon­da­men­tale sup­por­to del­la cam­pagna geog­nos­ti­ca cita­ta in prece­den­za. I temi tec­ni­ci del PD sono i seguen­ti:

  1. lo sposta­men­to del bari­cen­tro di colti­vazione dal­la zona grado­na­ta al piaz­za­le di cava dove, con appro­fondi­men­ti in sequen­za, può essere estrat­to esclu­si­va­mente il cal­care micro­cristalli­no; un bari­cen­tro alti­met­ri­ca­mente più bas­so favorisce una riduzione dei tem­pi di trasporto e degli impat­ti ambi­en­tali attra­ver­so per­cor­si più bre­vi e meno impeg­na­tivi per giun­gere alle per­ti­nen­ze di cava
  2. la riduzione del vol­ume estrat­to nel­la zona grado­na­ta in modo tale da inver­tire l’attuale schema estrat­ti­vo che prevede l’asportazione di ingen­ti quan­ti­ta­tivi di mate­ri­ale di cop­er­tu­ra per ren­dere rag­giun­gi­bile il cal­care micro­cristalli­no ad esso sot­tostante; nel­la zona dove è pre­sente la cop­er­tu­ra, il rag­giung­i­men­to del pro­fi­lo finale del Prog­et­to Autor­iz­za­to com­por­ta la movi­men­tazione da una (nel­lo sta­to attuale) a tre (spo­stan­do il bari­cen­tro del­la colti­vazione ver­so Est) ton­nel­late di cop­er­tu­ra per cias­cu­na ton­nel­la­ta di cal­care micro­cristalli­no con un evi­dente ed insosteni­bile aggravio dei costi di estrazione. Il vol­ume “per­so” in quest’area è recu­per­abile con gli appro­fondi­men­ti di cui al pun­to prece­dente
  3. la min­i­miz­zazione del vol­ume di cop­er­tu­ra com­p­lessi­va da movi­menta­re rima­nen­do invari­a­ta la quan­tità di mate­ri­ale da estrarre pari al vol­ume resid­uo del Prog­et­to Autor­iz­za­to. Attual­mente devono essere anco­ra estrat­ti ca. 3.080.000 mc di cui ca. 1.000.000 mc di cop­er­tu­ra ovvero ca. 32%, men­tre con il PD si intende abbas­sare det­ta per­centuale ad un val­ore prossi­mo al 5%
  4. l’adozione di uno schema di risis­temazione parzial­mente diver­si­fi­ca­to rispet­to all’attuale che pro­pone, per l’area grado­na­ta, la tec­ni­ca del rimodel­la­men­to dei fron­ti medi­ante ripor­ti alter­nan­do zone vari­a­mente “ingeg­ner­iz­zate”, per­al­tro già pre­sen­ti nel set­tore occi­den­tale dell’anfiteatro di cava, a zone roc­ciose “a vista” dan­do orig­ine ad una sequen­za di ver­san­ti con alter­nanze di falde di detri­to e sper­oni roc­ciosi e, per le aree pianeg­gianti, ripor­ti local­iz­za­ti e final­iz­za­ti sia all’impiego ludi­co di dette aree sia alla rinat­u­ral­iz­zazione medi­ante specie arboree tipiche del­la mac­chia mediter­ranea cir­costante
  5. la creazione, durante i lavori di colti­vazione, di una “quin­ta mascher­ante” che riduce il gra­do di inter­vis­i­bil­ità delle zone colti­vate sia pianeg­gianti sia grado­nate dal­la quo­ta più bas­sa (380 m s.l.m.) a quel­la più alta (515 m s.l.m.)
  6. l’utilizzo sci­en­tifi­co di una parte dell’area estrat­ti­va dove è pre­sente una sequen­za di affio­ra­men­ti geo­logi­ci mes­si “a nudo” dai lavori di colti­vazione; siamo per così dire in pre­sen­za di un “geosi­to” di estrema impor­tan­za nel con­testo evo­lu­ti­vo regionale per­ché cos­ti­tu­isce un’effettiva tes­ti­mo­ni­an­za di “sin­go­lar­ità geo­log­i­ca” quin­di una risor­sa cul­tur­ale di grande val­ore la cui tutela è affi­da­ta al R.D. 1357 del 03 Giug­no 1940 Rego­la­men­to per l’applicazione del­la Legge 1497 del 29 Giug­no 1939 che enun­cia “la sin­go­lar­ità geo­log­i­ca è deter­mi­na­ta seg­nata­mente dal suo inter­esse sci­en­tifi­co (sic)”. La valen­za cul­tur­ale nel­lo speci­fi­co è resa anco­ra più sig­ni­fica­ti­va dal­la vic­i­nan­za del par­co Archeo Minerario di San Sil­ve­stro; rite­ni­amo che ques­ta soluzione rien­tri a pieno tito­lo nel con­cet­to di sal­va­guardia del pat­ri­mo­nio del­la ter­ra (earth her­itage) che annovera già numerosi pros­eli­ti nel­la comu­nità sci­en­tifi­ca
  7. la disponi­bil­ità di ampi spazi all’interno del perimetro estrat­ti­vo potrebbe favorire lo sfrut­ta­men­to dell’area per ulte­ri­ori scopi alter­na­tivi a quel­li prece­den­te­mente descrit­ti; in tal sen­so la soci­età Cave di Campiglia S.p.A. ha avvi­a­to una fase ricog­ni­ti­va rel­a­ti­va alla real­iz­zazione di un par­co per la pro­duzione di energie rin­nov­abili medi­ante l’installazione di gen­er­a­tori eoli­ci e pan­nel­li foto­voltaici”.

L’au­tor­iz­zazione attuale
La sca­den­za dell’autorizzazione in essere è pre­vista per il 31 dicem­bre 2018.

L’area estrat­ti­va e gli stru­men­ti urban­is­ti­ci
In atte­sa dell’approvazione del Piano Regionale Cave (P.R.C.) la perime­trazione di rifer­i­men­to per l’area estrat­ti­va è fis­sa­ta dal Piano delle Attiv­ità Estrat­tive, di Recu­pero delle aree esca­v­ate e Riu­ti­liz­zo dei Residui Recu­per­abili Provin­ciale (P.A.E.R.P.), approva­to da parte del­la Provin­cia di Livorno con delib­er­azione del Con­siglio Provin­ciale n°54 del 10 giug­no 2014, con la Car­ta delle Pre­scrizioni Local­iz­za­tive; l’area estrat­ti­va è iden­ti­fi­ca­ta con il codice 402 I 15 (rif. Tav.n°01 — Sez. “D”). Con delib­er­azione del Con­siglio comu­nale n° 34 del 27 aprile 2016  il Comune di Campiglia M.ma ha dato avvio, in con­for­mità all’art.n°17 del­la L.R. 65/2014, al pro­ced­i­men­to per la Vari­ante al Piano Strut­turale ed al Rego­la­men­to Urban­is­ti­co final­iz­za­ta all’adeguamento di det­ti stru­men­ti urban­is­ti­ci al P.A.E.R.P.. L’adegua­men­to nor­ma­ti­vo e car­tografi­co  con­siste nel­l’am­pli­a­men­to del­l’area estrat­ti­va, iden­ti­fi­ca­to come ambito E10 dal vigente Rego­la­men­to Urban­is­ti­co  (pari ad cir­ca 32,65 Ha), aggiun­gen­do un ambito di cir­ca 2,8 Ha pos­to nel mar­gine sud-est del­la cava e des­ti­na­to dal Rego­la­men­to Urban­is­ti­co vigente al solo ripristi­no ambi­en­tale (ambito E10/1).

La pro­duzione
La pro­duzione del­la cava è così descrit­ta: “L’offerta com­mer­ciale, basa­ta sul cal­care micro­cristalli­no, van­ta un ampio spet­tro mer­can­tile che com­prende i finis­si­mi (filler), gli iner­ti (graniglia e sab­bione), le sab­bie (risel­la, sab­bia e sab­bia fine), gli sta­bi­liz­za­ti (aggre­ga­to mis­to, griglia­to e sta­bi­liz­za­to). Negli anni sono sta­ti avviati alla com­mer­cial­iz­zazione anche i mate­ri­ali cos­tituen­ti la cop­er­tu­ra del giaci­men­to cal­careo (cal­cari strat­i­fi­cati e marne) sot­to­for­ma di toutvenant e bloc­chi da scogliera. Il cal­care micro­cristalli­no è intera­mente des­ti­na­to alla com­mer­cial­iz­zazione, men­tre la cop­er­tu­ra in min­i­ma parte è com­mer­cial­iz­za­ta ed in larga misura è uti­liz­za­ta per le oper­azioni di risis­temazione del sito estrat­ti­vo”.

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