Two popular antivegan arguments which are pseudoscientific bullshit: “Top of the Food Chain” and “Circle of Life”

Food Chains

Let’s clarify terminology:

A food chain is a series of steps in which organisms transfer energy by eating and being eaten.

Miller and Levine, Biology, ed. 2010, page 73

A vegan foodchain has the same starting point as any non-vegan food chains (non sentient primary producers) and the same target point as any non-vegan food chains (humans) – which means that vegans are at the top of their food chain precisely as well as non vegans. Rather than being an argument against veganism, food chains are an argument in favour of veganism: Vegan foodchains are inherently more efficient, because of better http://feed conversion ratios, due to a smaller number of links. This also logically implies that veganism is inherently less resource-intensive than any alternatives (as shown clearly by research).

Circle of life

The concept of “Circle of Life” is often used in arguments against veganism, but it has no biological definition, and has no scientific relevance.

If we define it as some sort of supernatural “energy” flowing through living things, a “symbolic representation of birth, survival and death“, “Nature’s way of taking and giving back life to earth. It symbolizes the universe being sacred and divine. It represents the infinite nature of energy, meaning if something dies it gives new life to another“… : this is just pseudoscience.

If we define it as a concept related to food chains… see section above about food chains.

If we define it as biological life cycle, what is the argument against veganism exactly? What biological cycles would vegan affect, which non-vegan do not affect?

“Circle of Life” arguments against veganism are bullshit, however you define the meaning of the expression.

Evoluzione imbruttita!

Questo post nasce da un video condiviso su Youtube dall’immenso Giorgio Immesi (aka “il Vegano Imbruttito”, https://www.facebook.com/ilveganoimbruttito ) in cui intervista Valentino Bellucci (https://en.wikipedia.org/wiki/Valentino_Bellucci) sul tema della Teoria dell’Evoluzione, e sulla sua legittimita’ scientifica. Ecco il link al video: https://www.youtube.com/watch?v=iNDtc6R33Mg

Valentino Bellucci ha scritto anche un libro sull’argomento, “La Chiesa di Darwin: I Dogmi dell’evoluzione e gli scienziati che la criticano”.

A mio avviso, tutti gli argomenti proposti nel video si basano su un’errata comprensione della Teoria dell’Evoluzione, e di vari concetti ad essa legati (caso, selezione naturale, …). Riportero’ in questo post una serie di citazioni dal video, e ne trarro’ alcuni commenti…

L’apertura del video

Il video si apre con il Bellucci che dice:

Se ci fosse veramente scienza su questo, ci sarebbe un dibattito. […] Questo dibattito non si fa perche’ se no le persone cominciano a svegliarsi, e tu sai che se le persone si svegliano per certi poteri e’ finita

V. Bellucci

Non cominciamo benissimo. Il dibattito sull’Evoluzione e’ in corso da decenni, gli argomenti contro l’Evoluzione sono sempre gli stessi, e sono stati rigorosamente sbufalati innumerevoli volte. Basti pensare al caso di Dover, negli Stati Uniti, in cui un gruppo religioso ha tentato di inserire nel curriculum scientifico di una cittadina americana un testo sulla teoria dell’ Intelligent Design, come teoria scientifica alternativa all’Evoluzione; gli insegnanti di scienze si sono rifiutati (giustamente) di parlare di Disegno Intelligente come di una teoria scientifica, e la cosa e’ finita in tribunale (https://en.wikipedia.org/wiki/Kitzmiller_v._Dover_Area_School_District). Il dibattito su questo tema durante il procedimento legale e’ stato enorme, e la risonanza mediatica fortissima. Ma non e’ certo la prima volta che la Teoria dell’Evoluzione e’ stata sottoposta a uno scrutinio approfondito e a violente critiche; basti pensare che gia’ nel 1986 Richard Dawkins scriveva il suo celebre “Orologiaio Cieco” https://it.wikipedia.org/wiki/L%27orologiaio_cieco, in cui spiega come processi causali e selezione naturale diano origine a strutture biologiche funzionali senza alcun bisogno di un designer intelligente.

Segue un riferimento a fantomatici “poteri forti”, in classico stile complottista, che mi asterro’ dal commentare 😀

Si apre l’intervista

La conversazione si apre con Giorgio che si interroga sul ruolo del caso nei processi evolutivi, e su come possiamo essere il prodotto di processi casuali.

Bellucci risponde introducendo il suo libro “La Chiesa di Darwin”:

Perche’ l’ho chiamato cosi? Perche’ si e’ creata una sorta di religione, di dogma, come nelle chiese: devi credere come dico io e basta, anche se non ci sono le prove.

V. Bellucci

La Teoria dell’Evoluzione non ha nulla di dogmatico, ed e’ stata comprovata empiricamente da molteplici discipline scientifiche: genetica e paleontologia prima di tutto, ma anche embrologia, biogeografia, e anatomia (per esempio lo studio degli organi vestigiali). Centinaia di fenomeni di adattamento evolutivo sono stati osservati in natura (non solo in specie monocellulari, ma anche in specie complesse che si riproducono sessualmente), e sono stati persino osservati casi di speciazione osservata direttamente (https://blogs.scientificamerican.com/science-sushi/evolution-watching-speciation-occur-observations/); esistono molteplici libri scritti sull’argomento, e materiale divulgativo disponibile anche online, tra cui consiglio l’opera di Jerry Coyne, “Perche’ l’Evoluzione e’ vera”. Ha anche fatto dei video divulgativi, disponibili su youtube, come per esempio: https://www.youtube.com/watch?v=KIiXU_CfT04

Se l’Evoluzione fosse cosi’ evidente non esisterebbero fior di genetisti, che sono tra i piu’ grandi del ‘900 ma anche oltre, che dicono che non e’ cosi’

V.B.

Per qualsiasi teoria scientifica esistono individui, piu’ o meno qualificati, che esprimono opinioni diverse. Questo non prova affatto che la teoria sia debole: proprio per questo il metodo scientifico richiede che ogni affermazione venga comprovata empiricamente (e, come vedremo, nessuna delle affermazioni del dott. Bellucci e’ supportata empiricamente).

Non solo: gli studiosi dell’Evoluzione, da scienziati rigorosi quali sono, hanno elencato esplicitamente come la teoria dell’Evoluzione potrebbe essere dimostrata falsa; elencando quali tipi di evidenza sperimentale proverebbero la sua falsita’, come per esempio l’individuazione di una specie in cui non esista variabilita’ genetica, l’individuazione in una specie di tratti favorevoli solo ad un’altra specie, oppure il rinvenimento di fossili incompatibili con lo strato geologico che li contiene (per esempio, il ritrovamento di un mammifero nel devoniano). Nessuna evidenza di questo tipo e’ mai stata trovata. Mai.

Darwin stesso era consapevole che c’erano molti punti deboli, uno di questi erano i fossili. Ci dovrebbero essere un sacco di transizioni tra il pesce e quello che viene fuori, i rettili, oppure tra i rettili e i mammiferi. Non ci sono questi fossili. Ma non perche’ lo dico io, […] Roberto Fondi ha detto: guarda e’ cosi’, i paleontologi lo sanno che i fossili non supportano questa teoria.

V.B.

La verita’ e’ che i ritrovamenti fossili supportano completamente la teoria evolutiva, e – nonostante solo lo 0.01% delle specie abbiano esemplari fossili ritrovati (dato stimato, fonte: Jerry Coyne), esistono centinaia di fossili di transizione: tra pesci ed anfibi, tra anfibi e rettili, tra rettili e mammiferi, tra mammiferi ed uccelli. Sono documentati in innumerevoli libri, in innumerevoli ricerche scientifiche, sono esposti nei musei di scienze naturali di tutto il mondo (consiglio a tutti una visita al Museo di Scienze Naturali di Londra, in particolare, essendo ricchissimo ed affascinante).

Ma allora perche’ cosi’ tanta gente si lamenta dell’assenza di questi benedetti fossili? Chiariamo con un esempio, immaginiamo di voler trovare le specie intermedie tra due specie A e Z, e supponiamo di trovare un fossile di transizione B: adesso la domanda diventera’: adesso devi trovarmi il fossile tra A e B, e quello tra B e Z. Quindi ora la richiesta si fa di due fossili. Quando gli scienziati troveranno quei due fossili, il negazionista dell’Evoluzione chiedera’ quattro nuovi fossili tra tutte le specie trovate e cosi’ via, in modo esponenziale: non e’ che manchino i fossili di transizione, e’ che non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire…

Non solo i fossili esistono, ma sulla base della Teoria dell’Evoluzione, gli scienziati sono stati in grado di fare predizioni di questo tipo: “Negli strati risalenti a circa 375 milioni di anni fa, dovrebbero esserci fossili con caratteristiche intermedie tra il pesce e l’anfibio”. Ed e’ cosi’ che un gruppo di ricercatori, ispezionando strati di questo periodo geologico, hanno trovato Tiktalik, un meraviglioso fossile di transizione… tra pesci ed anfibi, come previsto: https://en.wikipedia.org/wiki/Tiktaalik

Si e’ deciso che la verita’ e’ quella per motivi che fanno comodo a certi poteri

V.B.

A ridaje co’ sti poteri…

Il caso e’ un concetto non scientifico. Quando senti parlare un Dawkins o altri divulgatori, anche Stephen Hawkins diceva ‘l’universo e’ tutto un caso’, quella non e’ piu’ scienza, non si sta parlando di matematica, si sta facendo pessima filosofia. […] La parola ‘caso’ e’ un nonsense, cosa vuol dire caso, non ha alcun senso perche’ ogni effetto ha una causa. tipo: da dove viene la vita? E’ casuale.

V.B.

A fare cattiva filosofia ci sta pensando il dott. Bellucci: anche se si ammette che ogni effetto abbia una causa (una visione meccanicista, messa in discussione da alcune prospettive sulla teoria quantistica, ma questa e’ un’altra storia), parlare di caso non significa dire che un effetto non abbia una causa: significa ammettere che le cause di un evento siano cosi’ complesse da non poter essere trattate se non in termini probabilistici. E non bisogna scomodare l’evoluzione per capirlo: il lancio di un paio di dadi e’ un fenomeno estremamente complesso se lo si vuole esaminare dal punto di vista matematico con un modello determinista, pertanto lo si affronta con il calcolo delle probabilita’. Ebbene si’: il concetto di caso non solo e’ un concetto perfettamente legittimo nel mondo scientifico, ma anche nel mondo matematico (il concetto di evento casuale e’ il fondamento stesso del calcolo delle probabilita’).

Quando si parla di “mutazioni casuali” non si intende dire che le mutazioni non abbiano cause, ma che queste cause non siano determinabili in un modello determinista, in quanto troppo complesso per essere trattabile (sul piano matematico e, piu’ in generale, sul piano concettuale): e’ un fatto osservato ed indubbio che il genoma di ogni specie sia soggetto a mutazioni, e ad errori di replica nel DNA. Questi errori di replicazione nel DNA si traducono in cambiamenti fisiologici su cui opera la selezione naturale, portando dal primo organismo unicellulare alla meravigliosa varieta’ della biosfera.

La perfezione

Secondo me l’essere umano e’ perfetto. Secondo la teoria di Darwin noi non siamo ancora perfetti, perche’ seguendo la logica di Darwin noi tra 200000 anni avremo le ali, o saremo degli esseri perfetti. Secondo la teoria di Darwin, gli animali 200 milioni di anni fa erano a meta’, e noi eravamo a meta’.

Giorgio Immesi

Cosa vuol dire perfetto? In una prospettiva evolutiva, non esiste il concetto di perfezione: esiste il concetto di adattamento all’ambiente in cui un organismo vive. Si potrebbe definire che ogni organismo e’ adatto all’ambiente in cui vive e da questo sorge la nostra percezione della sua perfezione. Secondo la logica della teoria dell’Evoluzione e’ possibile che la nostra specie si evolvera’ in futuro con adattamenti evolutivi, ma visto che l’evoluzione non e’ un processo teleologico, ma un processo di interazione tra mutazioni genetiche casuali e selezione naturale, e’ impossibile prevedere in quale direzione l’evoluzione ci portera’. Gli animali 200 milioni di anni fa erano “perfetti” nella stessa misura in cui sono “perfetti” oggi.

Sono cose che uno puo’ credere solo se non va ad approfondire, ma se va ad approfondire non ci sono prove. Lo squalo e altri animali sono rimasti uguali per milioni di anni, quindi questa evoluzione ha qualche problemino, diciamo, o c’e’ o non c’e’.

V.B.

L’evoluzione, indubbiamente, c’e’: il che non significa che debba operare con la stessa rapidita’ per tutte le specie, o in tutti gli ambienti. E’ una considerazione che discende ovviamente dalla natura casuale dei processi di mutazione genetica su cui opera la selezione naturale. L’esistenza di specie molto antiche pertanto non e’ una ragione per dubitare dell’Evoluzione…

Things Raphael can’t understand

Raphael is a dear friend of mine.

However, when we discuss veganism, he repeatedly made clear there are a number of things he just can’t understand about veganism. Here’s a list, with a clear explanation for him.

1. Veganism is not a diet

Raphael keeps saying veganism is “just a diet”, or “an opinion about diet”, and he keeps asking “if you take out diet from veganism, what’s left?”.

Veganism is a lifestyle which affects many aspects of daily life: it affects what you eat, surely, but it also affects how you dress: for example the materials used for your clothes, for your shoes, for your wallets, for your bags, for your suitaces.

It affects the way you conceive we should treat animals in settings like zoos (which should be closed altogether), and the policies vegans promotes for hunting in general, and for trophy hunting in particular.

It affects what you choose to buy for cosmetics, for jewelry, the materials inside the car you drive, the soap and shampoo you use to keep yourself clean and fresh.

It encompasses the ethics of scientific research (vegans think there is no moral justification for the exploitation of animals, no matter what knowledge you are after; science should pursue alternative methods).

All this should be clear from the definition of veganism ( https://www.vegansociety.com/go-vegan/definition-veganism ), but Raphael never read it, and it ignores it when he is pointed to it.

2. Speciesim is a form of discrimination based on species, exactly as racism is a form of discrimination based on race

Raphael will say “speciesism is not a thing”, or “there is not such a thing as speciesism”, or “speciesism is a made up word”.

He is wrong.

Here’s the definition of speciesism from Cambridge: https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/speciesism; here’s the definition from Mirriam Webster: https://www.merriam-webster.com/dictionary/speciesism ; here’s the definition from Oxford: https://www.oxfordlearnersdictionaries.com/definition/english/speciesism; here is Collins: https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/speciesism ; here is MacMillan: https://www.macmillandictionary.com/dictionary/british/speciesism

Here is Richard Dawkins acknowledging that we live in a speciesist society (00.16): https://www.youtube.com/watch?v=Vgmjh7bh7Ks

Dear Raphael, if you think “speciesism is not a thing”, you’re either delusional or intellectually dishonest. Recommended reading: https://www.amazon.co.uk/Speciesism-Why-Wrong-Implications-Rejecting/dp/154651032X/ref=sr_1_1?dchild=1&keywords=speciesism&qid=1615721236&s=instant-video&sr=1-1-catcorr

3. Veganism is not a religion

Again, from the definition of veganism (https://www.vegansociety.com/go-vegan/definition-veganism) this should be perfectly clear. Yet, Raphael insists it’s a “cult”, it’s a “sect”, or it’s a “religion”.

In veganism, there are no articles of faith, no mythological narrative, no dogmas, no rituals, no temples, no sacred scriptures.

Furthermore, the fact that veganism is a philosophical belief, was acknowledged by British law (https://www.bbc.co.uk/news/uk-50981359); and the definition of “philosophical belief” is: “A philosophical belief is a non-religious belief and includes things like humanism, secularism and atheism.” (https://www.citizensadvice.org.uk/law-and-courts/discrimination/protected-characteristics/religion-or-belief-discrimination/).

N o n – r e l i g i o u s, Raphael.

Consuming animal products and zoonotic diseases

True: COVID-19 was not born in an industrial farm, and it is not even well established whether the first spillover occurred in the Wuhan wet market. It is also true that some risk factors related to the development of new diseases are not related directly to animal product consumption, for example the increasing world population and the size of urban agglomerates in proximity of wildlife habitats.

But, as a matter of fact, consuming animal products increases many risk factors for the genesis and spread of new zoonotic disease, and it had its role in the genesis and spread of COVID-19 itself. If you think that’s not true, you’re in denial.

Let’s see the facts.

1. Animal farming is a significant cause of deforestation and loss of biodiversity worldwide

2016 study from the Institute of Social Ecology (University of Natural Resources & Life Sciences, Vienna) analyzed the relation between dietary choices, global food supply and deforestation. The result is summed up in this article, which reports the words of the authors: “If the world’s population followed a vegan diet, all combinations of parameters, even those with lowest yield levels and low cropland expansion, would be feasible”.

See also: http://www.fao.org/3/a0701e/a0701e00.htm

And no, the soy production for seitan and tofu is not responsible for that. Soy produced for human consumption has a negligible role compared to the production for animal consumption: https://sentientmedia.org/does-soy-consumption-harm-the-planet-depends-whos-eating-it/

2. Deforestation and loss of biodiversity are risk factors for the spread of zoonotic pandemics

This is explained quite well in recent articles published by several newspapers like https://www.nytimes.com/2012/07/15/sunday-review/the-ecology-of-disease.html, https://www.thenation.com/article/environment/coronavirus-habitat-loss or http://theguardian.com/world/2020/mar/28/is-factory-farming-to-blame-for-coronavirus

But let’s see other sources:

“The rapid growth in livestock production and supply chains is creating public health threats as- sociated with an animal-to-human pathogen shift, which implies pandemic risks, food safety hazards and high burdens of zoonotic diseases, depending on the agro-ecological and socio- economic development context.
Livestock production and supply practices are part of a complex of global factors that drive disease emergence, spread and persistence.”

http://www.fao.org/3/i3440e/i3440e.pdf

“Disease emergence correlates with human population density and wildlife diversity, and is driven by anthropogenic changes such as deforestation and expansion of agricultural land (i.e., land-use change), intensification of livestock production, and increased hunting and trading of wildlife”

https://www.pnas.org/content/117/8/3888

3. The appetite for animal products and the consequent intensification of industrial farming pushes small farmers towards hunting, commodifying and trading wild animals as alternative trades

This is precisely what happened in China in the past decades, increasing the risk for the development and spillover of zoonotic diseases. Which resulted in Coronavirus. Thank you, meat eaters.

“During the 1990s, large industrial poultry enterprises, organized as vertically integrated “dragon-head corporations” (longtou qiye), began to steadily increase market share. Statistics show a rapid drop in smallholder poultry farms (Ke and Han 2008). During fieldwork, I discovered that many of these smallholders have not necessarily abandoned poultry production altogether, but instead now specialize in local or unusual breeds. One manner of specializing production, which aims to meet the growing demand for distinctive foods among wealthy elites, is to breed wild animals.”

https://journal.culanth.org/index.php/ca/article/view/ca30.1.03/258

4. Amassing large amounts of animals in restricted areas increases the risk of development of zoonotic diseases

“Low genetic diversity in the domestic population encourages rapid dissemination of infection if the latter are susceptible. The expansion of intensive livestock production in the last few decades, particularly for short generation interval species such as poultry and pigs, creates large high density populations in which there is an increased probability of adaptation of an introduced influenza virus and amplification for transmission between farms, to humans, and to wild animals”

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3666729/

Conclusions

These are the facts:

  1. Since animal farming (driven by an increase in demand of animal products) is a significant cause of deforestation and loss of biodiversity, and deforestation and loss of biodiversity are risk factors for the genesis spread of zoonotic pandemics, we can conclude that consuming animal products increases risk factors for the genesis and spread of zoonotic diseases.
  2. Since the intensification of industrial farming (driven by an increase in demand of animal products) pushes small farmers towards hunting, commodifying and trading wild animals as alternative trades (which in turn are risk factors for the genesis and spread of zoonotic disease, consuming), we can conclude that consuming animal products increases risk factors for the genesis and spread of zoonotic diseases
  3. The expansion of intensive livestock production (driven by demand in animal products) in the last few decades, particularly for short generation interval species such as poultry and pigs, creates large high density populations in which there is an increased probability of adaptation of an introduced influenza virus and amplification for transmission between farms, to humans, and to wild animals. It follows that consuming animal products increases risk factors for the genesis and spread of zoonotic diseases
  4. The problem is not confined to the wet markets of Asia, obviously. The consumption of animal products has an impact, regardless of where it happens. For example, several popular “traditional” European products are actually produced with exotic meat (e.g.: the famous “Bresaola della Valtellina” is actually produced with Brazilian meat: https://cucina.corriere.it/notizie/cards/bresaola-valtellina-igp-fatta-carne-zebu-sudamericano-pochi-sanno/caso-bresaola_principale.shtml ), or produced with animals fed with soy-based food (this applies to pork, poultry, fish, …) – and soy is imported from Brazil, where its production causes deforestation.

Veganism, confirmation bias and playing chess with pigeons

What is Confirmation Bias?

What is confirmation bias? It’s the “tendency to search for, interpret, favor, and recall information in a way that confirms one’s preexisting beliefs or hypotheses.” Because of confirmation bias, even the most intelligent people sometimes end up putting together the most absurd arguments, with the most unassailable confidence in their validity. Confirmation bias is the reason why Raymond Damadian, inventor of the first MR (Magnetic Resonance) Scanning Machine, is a young earth creationist. Confirmation bias is one of the reasons why many meat-eaters are incapable of a rational conversation with vegans…

A friendly conversation

Talking about veganism with non vegans is tricky: the conversation gets easily and rapidly polarized, sarcasm quickly kicks in and there’s often not much space left for an honest conversation (it’s often tricky with vegans as well, but for different reasons…). For some reasons, today the subject came up a few times and I had an open chat with a few colleagues on the subject of veganism and its implications. I’ll report my (biased?) recollection of some of the arguments which were purported against veganism. tl;dr yes, they are those arguments

A painful beginning…

Plants feel pain!

This is false, as prof. Daniel Chamovitz explains in this course for the Faculty of Life Sciences of the Tel Aviv University. Plants do not have nocireceptors, and even if these were identified in the future, plants do not have a frontal cortex, and are therefore incapable of any subjective processing of the information these could possibly pass on. Plants do feel mechanical stimulation, and they are capable of complex information processing and complex interactions with their environment, but they are not capable of suffering.

Of course this explanation is not enough when you have preemptively decided that plants do suffer, so this is what happens at this stage of the conversation by virtue of confirmation bias:

  1. the anti-vegan googles “plants suffer”
  2. the anti-vegan picks the first result where somebody claims that plants suffer
  3. the anti-vegan mentions the article and celebrates victory saying that bacon is delicious. Checkmate vegans

What follows is typically some reference to the marvelous complexity of plants, maybe pointing to this wonderful TED speech in which prof. Stefano Mancuso discusses the capacity plants have of processing and memorizing information. (of course they are ready to dismiss instantly your rebuttal when you point out what prof. Stefano Mancuso says about eating meat vs eating plants in an interview with the Italian newspaper Repubblica: “I am almost vegetarian. For one kilo of meat you will need 1600 kilos of plants, so it is always better to eat plants“)

Besides, what could possibly be the evolutionary explanation of pain for plants, if they can survive the removal of a large amount of their own biomass, they are cognitively incapable of associating pain with potentially harmful situations, and they are unable to move in order to avoid them if they happen again (see Evolutionary and behavioral role of pain)? No answers were given.

But that was just the beginning. Let’s move on to the next argument:

Imagine that one day scientists will prove that plants suffer like animals, or even more than animals. Then what would you do? Now you couldn’t eat animals and you couldn’t eat plants. Boom! Veganism is destroyed, check mate vegans.

This is another common pattern: introducing a hypothetical scenario in which having a plant based diet is impossible, or “plants suffer more than animals”, and argue from there that veganism is an incoherent proposition. Other popular examples are: what would you do in a desert island where the only thing you can eat is rabbits? What would you do in a tribal prehistoric society in which there’s no alternative to meat eating? You can try to explain that there is no moral dilemma if there is no choice, and that necessity changes how an act should be evaluated morally, but the argument will be dismissed, and maybe commented with some jokes about how succulent steaks are. Or you can say that rather than starve to death you would even eat human flesh, but that doesn’t mean that cannibalism is morally justified. In that case, they might say: “I would rather starve to death” (which is easy to say when you’ve never crashed in the Andes like this guy). In any case, meat eaters prefer to imagine hypothetical scenarios rather than facing the basic question vegans pose: why should I exploit and kill animals in Europe in 2019, when I can live in in perfect health and happiness without exploiting and killing animals? The reason is simply indifference towards animals, but they surely won’t admit that (and here is where they take distance from industrial farming and claim that humane slaughter is not an oxymoron).

Environment and deforestation

Another argument against veganism was the following:

If everybody went vegan a lot of extra land would be needed to produce their food, and this would have tragic effects in terms of deforestation and environmental impact.

This is factually false. It is obviously more efficient to eat plant based food directly, rather than feeding plants to animals in order to eat their dismembered carcasses. Research on the field is quite clear on the subject: in the study The opportunity cost of animal based diets exceeds all food losses from Oxford University (March 2018) it is showed how a vegan shift would increase the US food supply by a third – eliminating all losses due to conventional food waste and feeding all current Americans plus about 390 million more. Without meat and dairy consumption, global farmland use could be reduced by more than 75% – an area equivalent to the US, China, European Union and Australia combined – and still feed the world. The Economist covered the publication of this study with some eloquent infographics, which explain why direct consumption of plant food is more efficient (which means it would require less land).

Another study, this time published in June 2018, investigates real data about the impact of farming on the planet (superseding previous analysis based on mathematical models), and the conclusions are unequivocal: the researcher who lead the study (Joseph Poore, University of Oxford) declared: “A vegan diet is probably the single biggest way to reduce your impact on planet Earth, not just greenhouse gases, but global acidification, eutrophication, land use and water use. It is far bigger than cutting down on your flights or buying an electric car, as these only cut greenhouse gas emissions.” Prof. Poore was not vegan before beginning the study but he is vegan now.

Need more? This study published in July 2018 reinforces the idea that a plant based shift is what our planet needs. The authors say: “Our analysis finds no nutritional case for feeding human-edible crops to animals”.

Need more? Let’s see what researchers comment on the Lancet (studies are referenced and linked in the page): “Much evidence has shown that plant-based diets have both health and environmental benefits. Therefore, incorporation of sustainability in the dietary recommendations would require inclusion of advice to replace livestock products with plant-based alternatives.”

Ok, what about deforestation? A 2016 study from the Institute of Social Ecology (University of Natural Resources & Life Sciences, Vienna) analyzed the relation between dietary choices, global food supply and deforestation. The result is summed up in this article, which reports the words of the authors: “If the world’s population followed a vegan diet, all combinations of parameters, even those with lowest yield levels and low cropland expansion, would be feasible”.

The results are unequivocal; the friends of the “Truth or Draught” page collected a lot of resources explaining why.

It’s also worth mentioning that the 2019 Global Environment Outlook of the United Nations reaches the same conclusions: “Reducing overall meat consumption as well as providing alternatives to conventional livestock production (eg through plant-based meat alternatives) would substantially reduce the agricultural land-use footprint”. Yes: the planet definitely needs more vegans.

Proteins!!!

I know a person who was vegan and was weak and without stamina. People need proteins in meat, vegan diets are insufficient to satisfy human nutritional needs, especially for those who practice sport…

There are many medical institutions and associations of doctors specialized in human nutrition which have destroyed the myth that a properly planned plant based diet is lacking in proteins (or any other nutrients). Let’s go through a few of them.

Association of Dietitians of Canada

Anyone can follow a vegan diet – from children to teens to older adults. It’s even healthy for pregnant or nursing mothers. A well-planned vegan diet is high in fibre, vitamins and antioxidants. Plus, it’s low in saturated fat and cholesterol. This healthy combination helps protect against chronic diseases. Vegans have lower rates of heart disease, diabetes and certain types of cancer than non-vegans. Vegans also have lower blood pressure levels than both meat-eaters and vegetarians and are less likely to be overweight.

Source: https://www.unlockfood.ca/en/Articles/Vegetarian-and-Vegan-Diets/What-You-Need-to-Know-About-Following-a-Vegan-Eati.aspx

British NHS

With good planning and an understanding of what makes up a healthy, balanced vegan diet, you can get all the nutrients your body needs.

Source: https://www.nhs.uk/live-well/eat-well/the-vegan-diet/

The association of UK Dietitians (BDA)

Well planned vegetarian diets can be nutritious and healthy. They are associated with lower risks of heart disease, high blood pressure, Type 2 diabetes, obesity, certain cancers and lower cholesterol levels.”

Note: The article refers to several types of vegetarian diets, including the vegan option.

Source: https://www.bda.uk.com/foodfacts/vegetarianfoodfacts.pdf

American Academy of Nutrition and Dietetics

It is the position of the Academy of Nutrition and Dietetics that appropriately planned
vegetarian, including vegan, diets are healthful, nutritionally adequate, and may provide
health benefits for the prevention and treatment of certain diseases. These diets are
appropriate for all stages of the life cycle, including pregnancy, lactation, infancy,
childhood, adolescence, older adulthood, and for athletes. Plant-based diets are more
environmentally sustainable than diets rich in animal products because they use fewer
natural resources and are associated with much less environmental damage. Vegetarians and vegans are at reduced risk of certain health conditions, including ischemic
heart disease, type 2 diabetes, hypertension, certain types of cancer, and obesity. Low
intake of saturated fat and high intakes of vegetables, fruits, whole grains, legumes, soy
products, nuts, and seeds (all rich in fiber and phytochemicals) are characteristics of
vegetarian and vegan diets that produce lower total and low-density lipoprotein
cholesterol levels and better serum glucose control. These factors contribute to reduction of chronic disease. Vegans need reliable sources of vitamin B-12, such as fortified
foods or supplements.

Source: https://www.eatrightpro.org/~/media/eatrightpro%20files/practice/position%20and%20practice%20papers/position%20papers/vegetarian-diet.ashx

Myth: Vegetarians and Vegans Have a Hard Time Getting Enough Protein
As meat has become synonymous with protein, many consumers struggle to identify non-meat sources of this dietary building block. But adequate protein needs easily are attained through a well-planned diet. And plant-based protein typically contains more fiber and less saturated fat, factors that are cornerstones of a heart-healthy diet. There are many versatile plant-based sources of protein that fit into a healthy eating plan: legumes (beans, lentils, peas and peanuts), soy products, whole grains, nuts, seeds and (for lacto-ovo vegetarians) low-fat or fat-free dairy and eggs.

Source: https://www.eatright.org/food/nutrition/vegetarian-and-special-diets/building-a-healthy-vegetarian-meal-myths-and-facts

Italian Society of Human Nutrition

Well-planned vegetarian diets that include a wide variety of plant foods, and a reliable source of vitamin B12, provide adequate nutrient intake. Government agencies and health/nutrition organizations should provide more educational resources to help Italians consume nutritionally adequate vegetarian diets.

Note: The study collects both lacto-ovo-vegetarian diets and vegan diets under the definition of “vegetarian diets”; the study and the conclusions apply to both types of diets (including the vegan one)

Source: https://www.nmcd-journal.com/article/S0939-4753(17)30260-0/fulltext

American Heart Association “Circulation” journal

many people are afraid to follow healthful, pure vegetarian diets—they worry about “incomplete proteins” from plant sources. A vegetarian diet based on any single one or combination of these unprocessed starches (eg, rice, corn, potatoes, beans), with the addition of vegetables and fruits, supplies all the protein, amino acids, essential fats, minerals, and vitamins (with the exception of vitamin B12) necessary for excellent health. To wrongly suggest that people need to eat animal protein for nutrients will encourage them to add foods that are known to contribute to heart disease, diabetes, obesity, and many forms of cancer, to name just a few common problems.

Source: https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/01.CIR.0000018905.97677.1F

… and the Huffington Post 😀

Ok, this is not a scientific publication, but the author does a very good job in explaining how people “hang on to notions from a 1970s diet fad that’s a “complete” waste of time.” Give it a read!

Source: https://www.huffingtonpost.co.uk/entry/vegetarian-protein-complete-meat_n_5a90357ae4b01e9e56bb3224

End game

After this conversation, the non vegan contributors to the discussion were commenting about “drooling over some tasty fat meat”, sincerely convinced that their arguments were solid.

Checkmate vegans!

Il mito del “Vegano al 100%”

Si sente spesso l’anti-vegano di turno berciare cose tipo:

Non sei al 100% vegano! Esistono derivati animali nei monitor LCD, nei farmaci, in alcune banconote, nei copertoni delle automobili! E poi compri anche tu prodotti dalle multinazionali che inquinano l’ambiente e sfruttano le persone! Dovresti vivere in un bosco e girare scalzo! I vegani sono ipocriti… Scacco matto vegani!

il classico pecorone di turno del gregge anti-vegano

Questa obiezione e’ stupida sotto diversi punti di vista… Vediamo perche’:

  1. Si tratta di una https://it.wikipedia.org/wiki/Falsa_dicotomia , cioe’ di un ragionamento fallace. I vegani non sono perfetti, ma questo non vuol dire che qualsiasi sforzo fatto nella direzione di non nuocere ad animali ed ambiente sia vano. Sarebbe come dire: e’ impossibile eliminare al 100% la criminalita’, quindi tanto vale eliminare del tutto polizia e sistema giudiziario; oppure: e’ impossibile salvare tutte le vittime di un disastro naturale, quindi tanto vale lasciar perdere del tutto i soccorsi. E’ impossibile (o quasi) vivere ad impatto etico e ambientale nullo, ma questo non vuol dire che evitare di mangiare prodotti animali, o evitare di comprare abiti o scarpe di pelle non abbia alcun impatto positivo.
  2. Molti prodotti di scarto delle produzioni animali sono utilizzati nella produzione di tecnologia o altri oggetti di uso quotidiano, semplicemente perche’ le dimensioni planetarie dell’industria della carne e del latte consente prezzi bassissimi, cioe’ per pure ragioni di economia di scala. Quando l’industria della carne e del latte sara’ fortemente ridimensionata, i costi di questi prodotti di scarto diventeranno progressivamente piu’ alti, e il mercato reagira’ rimpiazzandoli progressivamente con prodotti di sintesi, o con prodotti di origine vegetale. Di conseguenza, lo sforzo dei vegani, che si concentrano sulla causa primaria della sofferenza animale, cioe’ sull’industria che produce direttamente prodotti animali, e sull’ideologia specista su cui si basa, e’ perfettamente logico e razionale.
  3. Fa sorridere come questo argomento venga utilizzato da persone che usano automobili, farmaci, mangiano carne e formaggi, indossano abiti in pelle; come se i veri problemi (di cui peraltro accusano i vegani) non fossero la sofferenza animale e l’impatto ambientale di una societa’ dei consumi fuori controllo, ma il fatto che alcune persone (i vegani, appunto) sollevino questi problemi…

Voglio, infine, citare un articolo di Charles Horn, in cui viene sottolineato un punto molto importante:

“Ciò che è etico non corrisponde a quello che la società ci rende facile. Se la società in cui viviamo rende impossibile vivere al 100% in accordo con i nostri standard morali, non dobbiamo cambiare gli standard per adeguarci alla società, ma chiedere cambiamenti nella società in modo che possiamo vivere eticamente.”

https://freefromharm.org/common-justifications-for-eating-animals/100-vegan/?fbclid=IwAR3c7pTe6Q10SesrqBHOk39F0Sy4LrSyY8_ceOGRfbAXhGo5do4UbjtzW4o

“Chiedere cambiamenti nella societa’ in modo che possiamo vivere eticamente”: cioe’ proprio quello che fanno i vegani (anche quelli al 99%).

Veganismo ed evoluzione

Un argomento che viene spesso mosso contro il veganismo è il seguente:

La specie umana è una specie onnivora, che presenta adattamenti evolutivi per nutrirsi di carne. Nutrirsi di carne ha consentito lo sviluppo del cervello e, di conseguenza, delle capacità cognitive proprie della specie Homo Sapiens. Il veganismo è pertanto contrario alla natura umana e in contraddizione con la sua storia evolutiva.

Questo argomento tradisce una fondamentale ignoranza o incomprensione del concetto di evoluzione:

  1. L’evoluzione non è un processo teleologico: gli adattamenti evolutivi sono cioè sempre un risultato a posteriori, e non mutamenti finalizzati ad una qualsivoglia funzione a priorihttps://www.jstor.org/stable/2709913 ; concetto spiegato molto bene da Richard Dawkins nel celebre libro L’orologiaio cieco, https://it.wikipedia.org/wiki/L%27orologiaio_cieco ). I processi evolutivi non hanno obiettivi, ma solo effetti che è possibile riconoscere solo a posteriori.  Pertanto, qualsiasi dieta che sia salutare per una specie va considerata in linea con la sua storia evolutiva. In particolare, se una dieta vegana non fosse in linea con i tratti evolutivi sviluppati nel corso dell’evoluzione umana, nessuna dieta vegana potrebbe essere sana (e invece una dieta vegana ben pianificata è perfettamente sana, come attestato dalle associazioni di dietisti di tutto il mondo; alcuni link, tra le decine disponibili, a studi e documenti ufficiali sono raccolti qui: https://veganfacts.info/…/una-dieta-senza-prodotti…/ ). E infatti per avere dei consigli dietetici, non ci si rivolge ad un antropologo evolutivo ma ad un dietista.
  2. L’evoluzione non riguarda solo aspetti fisiologici, ma anche lo sviluppo di capacità cognitive uniche, assenti in altre specie, come il linguaggio e la capacità di astrazione e ragionamento. È proprio sulla base di queste caratteristiche che la specie Homo Sapiens ha la nozione “filosofica” di etica e di comportamento morale: e questo è precisamente il motivo per cui e’ perfettamente naturale, ed in linea con la storia evolutiva della specie, interrogarsi sui temi etici piú vari, incluso quello dello status morale degli animali (a cui l’Università di Stanford, per esempio, dedica questa pagina: https://plato.stanford.edu/entries/moral-animal/) da cui nasce la proposizione vegana.

Per riassumere: non solo non esiste alcuna contraddizione tra veganismo ed evoluzione, ma il veganismo esiste proprio in virtú dell’evoluzione cognitiva che rende la specie Homo Sapiens capace di riflessioni di natura etica.

Alcune curiosità:

  1. uno dei libri piú letti di sempre sulla storia (evolutiva e non) della specie umana è “Sapiens” ( https://it.wikipedia.org/wiki/Sapiens._Da_animali_a_d%C3%A8i._Breve_storia_dell%27umanit%C3%A0 ), il cui autore (Yuval Noah Harari)  è vegano.
  2.  Anche Richard Dawkins, uno dei massimi esperti mondiali di biologia evolutiva (sua è la voce che si sente al museo di scienze naturali di Londra, nel percorso sull’evoluzione umana), qualifica il veganismo come “moralmente superiore”, e giustifica questa affermazione su basi evolutive: https://www.youtube.com/watch?v=Vgmjh7bh7Ks . Peccato che, pur predicando bene, non razzoli altrettanto bene: pare che – sebbene abbia dichiarato di essere per lo piú vegetariano (“I am vegetarian at home, I’m kind of halfway there”,  https://www.youtube.com/watch?v=eQa0GmWWBWg ) –  non abbia mai adottato pienamente lo stile di vita vegano…

Veganismo e cellulari

Una critica che viene mossa molto frequentemente ai vegani è la seguente:

Voi vegani siete incoerenti: dite di amare gli animali, però usate i telefonini, la cui produzione causa inquinamento (e dunque indirettamente produce danni per gli animali). Per non parlare di lavoro sottopagato e addirittura sfruttamento minorile nelle fabbriche e nelle miniere. Per essere coerenti, i vegani non dovrebbero usare né telefonini né computer.

Dire che i vegani siano ipocriti perché usano i telefonini è come accusare di ipocrisia chi si dichiari sostenitore dei diritti dell’uomo e compri palloni da calcio (perché la loro produzione comporta sfruttamento del lavoro, https://www.alberodellavita.org/lavoro-minorile-168-milioni-vittime-ricordo-nel-giorno-mondiale/), vestiti ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/14/schiavi-della-moda-i-nostri-capricci-sono-la-loro-condanna/3852085/  ), pomodori ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/02/oro-rosso-linferno-delle-braccianti-del-mediterraneo-tra-pomodori-e-violenze-ricatti-e-paghe-da-fame/4392448/ ), …

La produzione di tutti questi prodotti, cosí come la produzione di tecnologia, non è intrinsecamente immorale (a differenza della produzione di carne, ad esempio, che comporta necessariamente l’uccisione di esseri senzienti).

La soluzione a questi problemi ambientali ed etici non consiste dunque necessariamente in un’astensione completa da qualsiasi forma di consumo (sebbene una riduzione dei consumi sarebbe certamente d’aiuto…), ma da consumi più consapevoli. Cosí come è possibile fare scelte consapevoli quando si compra un pallone, un vestito, o un barattolo di pomodori, è possibile fare scelte consapevoli nell’uso e nei consumi legati alla tecnologia:

  • non cambiando telefonini all’uscita di ogni nuovo modello
  • comprando hardware usato, e riparando dispositivi danneggiati
  • scegliendo e promuovendo brand che prestano attenzione agli aspetti etici ed ambientali della produzione, come per esempio https://www.fairphone.com/it/ , che a fronte di un costo iniziale piuttosto elevato garantisce però una vita complessiva del telefonino molto piú lunga, e la disponibilità di parti di ricambio e moduli di estensione; esistono associazioni e siti che valutano l’aderenza a criteri etici ed ambientali dei brand produttori, come per esempio: https://www.ethicalconsumer.org/technology/shopping-guide/mobile-phones

Il problema ovviamente non riguarda specificamente il veganismo o i vegani, riguarda tutti.

I vegani promuovono uno stile di vita che riduca il piú possibile la sofferenza animale, e mostrano con l’esempio come fare. Chi solleva il problema dell’impatto ambientale e sociale dell’uso della tecnologia faccia lo stesso: proponga soluzioni e mostri con l’esempio quali comportamenti adottare – i vegani saranno sicuramente tra i primi ad adottare e promuovere abitudini di consumo piú responsabili.

Una dieta senza prodotti animali può essere sana?

Cosa dice la Società Italiana di Nutrizione Umana?

La Società Italiana di Nutrizione Umana ha pubblicato in un documento ufficiale la propria posizione sulla famiglia di diete “vegetariane”, che (come spiegato nel documento stesso) include sia diete lacto-ovo-vegetariane, sia diete completamente prive di prodotti di origine animale.

La conclusione del gruppo di lavoro è che entrambe le tipologie di diete vegetariane (dunque includendo quella vegana) sono nutrizionalmente adeguate, a patto che contengano un’ampia varietà di cibi di origine vegetale e un’adeguata assunzione di vitamina B12.

Links:

Cosa dice l’ American Academy of Nutrition and Dietetics (AAND)?

La posizione dell’ AAND è che le diete vegetariane o vegane, se propriamente pianificate, sono salutari, nutrizionalmente adeguate, e benefiche per la prevenzione e il trattamento di alcune malattie. Queste diete sono appropriate per tutti gli stadi della vita, compresi gravidanza e allattamento, infanti, bambini, adolescenti ed anziani, e sono adatte per chi svolge attività sportive. Le diete vegetali sono piu’ sostenibili dal punto di vista ambientale perché utilizzano meno risorse naturali e sono associate ad un minor danno ambientale. Le diete vegetariane e vegane comportano una riduzione del rischio per alcune patologie, come cardiopatie ischemiche, diabete di tipo 2, ipertensione, alcuni tipi di cancro ed obesità. 

Links:

Un’alimentazione vegana e’ adatta anche ad infanti, bambini e adolescenti?

Certamente:

Sebbene sia noto da oltre 30 anni che le diete vegetariane e vegane, se correttamente pianificate, siano nutrizionalmente adeguate e promuovano una crescita regulare fin dai primi anni dello sviluppo umano, alcuni ricercatori continuano a scoraggiare i genitori dal crescere i propri figli in un regime dietetico vegetariano o vegano.

La cosa si puo’ forse spiegare, sia pure parzialmente, dal fatto che alcuni casi sono stati descritti in letteratura, in cui bambini venivano sottoposti a regimi dietetici vegetariani molto restrittivi, con un range di alimenti e un apporto calorico molto limitato. Questi regimi dietetici, tuttavia, non sono certo da considerarsi propriamente pianificati, quindi non si puo’ trarre nessuna conclusione generale, riguardo alla crescita dei bambini, dall’analisi di questi casi.

Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, August 30, 2018

Link: https://jandonline.org/article/S2212-2672(18)30943-2/fulltext

Cosa dice l’associazione dei dietisti Canadesi?

Una dieta vegana propriamente pianificata e’ salutare.

Tutti possono seguire una dieta vegana: bambini, adolescenti, anziani. È sana anche per donne in stato di gravidanza e mamme. […] Nella popolazione vegana si riscontrano tassi inferiori di incidenza di patologie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro. I vegani, in media, hanno inoltre una pressione sanguigna piú bassa e sono a minor rischio di sovrappeso

Links:

E le linee guida del Servizio Sanitario Inglese?

Con un’adeguata pianificazione e comprensione di cosa costituisca una dieta vegana bilanciata e salutare, e’ possibile ottenere tutti i nutrienti di cui il corpo umano ha bisogno.

Links:

E l’associazione dei dietisti del Regno Unito?

L’Associazione Dietetica Britannica conferma che le diete vegane, se pianificate appropriatamente, siano adatte ad una vita sana per persone di tutte le eta’.

British Dietetic Association, Online newsletter, August 2017

Link: https://www.bda.uk.com/news/view?id=179

Altri studi

American Heart Association, Agosto 2019

Studio pubblicato ad Agosto 2019, condotto su una popolazione di 12000 persone in un periodo di 29 anni. “Conclusione: le diete ricche di prodotti vegetali, e povere di prodotti animali sono associate ad un minor rischio di patologie cardiache e mortalita’ nella popolazione generale.” 

Link: https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/JAHA.119.012865

Japan’s Center for Public Health Sciences, Agosto 2019

Domanda:  qual e’ la relazione di lungo termine tra l’apporto di diversi tipi di proteine e cause (specifiche o generiche) di mortalita’ nella popolazione giapponese?

Risultato  In questo studio di una coorte di 70 696 Giapponesi adulti seguita in un arco temporale medio di 18 anni, un maggiore apporto proteico da alimenti vegetali e’ associato ad una mortalita’ totale piu’ bassa. Inoltre, sostituire proteine vegetali a proteine animali (particolarmente per carni rosse o insaccati), e’ associato ad un rischio inferiore di mortalita’ generale, e ad un rischio inferiore di mortalita’ dovuta a tumori o malattie cardiocascolari.

Link: https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/article-abstract/2748453

Cosa succederebbe se tutti diventassero vegani?

A vegan world

  1. Gli allevamenti sarebbero costretti a chiudere a causa della mancanza di domanda.
  2. Una piccola parte degli animali verrebbe trasferita in strutture capaci di accudire gli animali al di fuori da logiche di sfruttamento e produzione. Il numero di animali “salvati” in questo modo dipenderebbe dalla quantita’ e dimensione delle strutture disponibili (che nel caso in cui tutti diventassero vegani, sarebbe molto maggiore di quanto non sia oggi)
  3. I rimanenti animali verrebbero uccisi e macellati; la carne derivata verrebbe venduta a prezzi bassissimi o distrutta, come sempre accade quando un’attivita’ commerciale e’ costretta a chiudere a causa di cambiamenti nel proprio mercato di riferimento. Ovviamente la colpa di questa uccisione di massa non sarebbe certo da imputarsi ai vegani, ma ai consumatori di prodotti animali e agli allevatori che – ricordiamolo – li avrebbero uccisi comunque
  4. Con la chiusura degli allevamenti, cesserebbero anche le pratiche di riproduzione forzata degli animali, con due importanti conseguenze:
    1. La sofferenza inflitta agli animali non si propagherebbe alle generazioni successive, cioe’ ad un numero incalcolabile di animali (ne vengono uccisi per l’industria della carne milioni ogni giorno: https://www.animalequality.net/food). L’interruzione di questo ciclo di riproduzioni forzate e sofferenza e’ la raison d’être stessa del rifiuto da parte dei vegani di consumare prodotti di origine animale.
    2. Il numero di animali domestici presenti sul pianeta diminuirebbe drasticamente, portando le percentuali a valori piu’ fisiologici e “naturali” per il nostro pianeta (attualmente, a causa dell’allevamento, gli animali da allevamento costituiscono il 60% di tutti i mammiferi presenti sul pianeta, e il 70% degli uccelli presenti sul pianeta sono polli o galline da allevamento, fonte: http://www.pnas.org/content/115/25/6506)
  5. La produzione di cibo per consumo umano aumenterebbe, con un consumo piu’ efficiente di risorse.
    1. In questo studio si discute come l’adozione di uno stile di vita vegano negli USA porterebbe ad una capacita’ produttiva tale da poter nutrire la popolazione corrente degli USA (327 milioni di persone), piu’ ulteriori 350 milioni di persone (fonte: http://www.pnas.org/content/early/2018/03/20/1713820115
  6. Il pianeta ne gioverebbe anche dal punto di vista ambientale. Si vedano ad esempio https://www.ft.com/content/3b210ddc-bba0-11e8-8274-55b72926558f e lo studio citato direttamente nell’articolo https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29853680
  7. Si leggerebbero molte meno stronzate su facebook, da parte di persone ignoranti e contrarie alla causa vegana