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Negli ultimi giorni, a Los Angeles (USA) si è tenuto il Summer Game Fest (7/6), un evento che ha preso il posto del defunto E3. Durante l’evento, si sono svolte conferenze per la presentazione delle line-up di vari editori, e di seguito cercherò di elencare gli annunci che hanno catturato la mia attenzione, suddivisi per conferenza.

Summer Game Fest

  • Black Myth: Wukong è un gioco che trae ispirazione dalla mitologia cinese, e l’ambientazione mi affascina. Tuttavia, ciò che mi fa esitare nell’acquisto è la sua difficoltà, dato che, essendo un soulslike, rappresenta per me una sfida notevole a causa del gameplay. Infatti, oltre ad avere un livello di difficoltà elevato, questi tipi di giochi sono quelli che trovo più difficili da padroneggiare.

Evento Xbox

  • Indiana Jones e l’Antico Cerchio: sono un grande fan di Indiana Jones, ho adorato la prima trilogia e ho trovato interessanti gli ultimi due film. Tuttavia, avrei preferito un passaggio di testimone nell’ultimo film, con un ruolo molto ridotto per Harrison Ford, quasi un cameo. Passando al videogioco, il titolo sembra promettente, con una forte componente narrativa e cinematografica, aspetti che amo e detesto allo stesso tempo, poiché sono un appassionato della saga di Red Dead Redemption e L.A. Noire. (potrei condividere le mie impressioni su questi due titoli menzionati, anche se penso che nessuno mi legga e quindi posso scrivere liberamente). Tuttavia, non riesco ad apprezzare la saga di Uncharted (il film non mi è piaciuto) né quella di The Last of Us, di cui ho giocato solo il primo capitolo (e non mi è piaciuta nemmeno la serie TV) per le caratteristiche citata precedentemente la componente narrativa e cinematografica.
  • Perfect Dark: Annunciato circa quattro anni fa, il progetto sembrava essersi perso, trasformandosi in una chimera, un essere mitologico. Tuttavia, improvvisamente riappare più vivo che mai con un’impressionante dimostrazione di gameplay con un video di 3 min.
    Non posso determinare con precisione il genere del gioco, ma il trailer suggerisce che sarà un’avventura d’azione con elementi di stealth. Dato che nel gioco originale la protagonista è Joanna Dark, un’agente segreta del Carrington Institute incaricata di infiltrarsi e investigare sulla DataDyne, e che nel video mostrato all’evento Xbox queste caratteristiche sono evidenti nel gameplay.
  • Fable: Ho acquistato un Xbox 360 per questa serie creata dal genio Peter Molyneux. Sono curioso di scoprire come Playground Games ha sviluppato fino ad ora la serie Forza Horizon, un titolo arcade di corse automobilistiche.
    Dal video si notano le caratteristiche che rendevano unici i primi giochi della serie Fable, come il sistema di reputazione tra bene e male, ora diventate comuni in molti RPG. Inoltre, si può ammirare l’incantevole ambientazione della città di Bowerstone.
  • Clair Obscur: Expedition 33: Da un appassionato di JRPG, appena avrò terminato Cyberpunk 2077, acquisterò Persona 5 Royal o Persona 3 Reload. Il gioco presentato all’evento Xbox è un JRPG sviluppato dai francesi di Kepler Interactive, ambientato nella Belle Époque francese. Una figura enigmatica si risveglia ogni anno e dipinge un numero sul suo monolito, segnando l’età di coloro che saranno destinati a sparire a causa di una maledizione implacabile. Noi interpreteremo i membri della Squadra 33 con l’obiettivo di sconfiggere questa figura enigmatica.

Ubisoft Forward

  • Star Wars Outlaws: Il primo vero titolo open world di Star Wars ci permette di non essere né un Jedi, né un membro dell’Impero, né un ribelle, ma di assumere il ruolo di una contrabbandiera, e presumibilmente anche di una cacciatrice di taglie. Questo aspetto mi entusiasma molto e mi spinge a considerare l’acquisto del gioco al lancio, poiché potrebbe offrirmi un’esperienza parallela a quella di Han Solo, il mio personaggio preferito della trilogia originale di Star Wars. Tuttavia, i combattimenti spaziali, in cui io sono una pippa galattica, mi rendono un po’ titubante; ma se esiste una modalità facile, allora non vedo perché dovrei rinunciare a un gioco del genere.
  • Anno 117: Pax Romana: Sono un pessimo giocatore nella serie Anno, poiché non possiedo la pazienza necessaria per seguire la curva di apprendimento. Ogni titolo presenta una curva di apprendimento che aiuta il giocatore a familiarizzare con le meccaniche di gioco: alcuni titoli hanno una curva rapida e morbida, mentre altri, a causa della complessità delle meccaniche, come i titoli Anno di genere gestionale/manageriale, hanno una curva lenta e ripida.
    Ma la serie mia attrare e quindi vedrò in futuro cosa fare
  • Assassin’s Creed Shadows: Il nuovo Assassin’s Creed, quello che tutti volevamo, ambientato nel Giappone feudale tra foreste di bambù e villaggi rurali, si svolge nella prefettura di Kyoto. Questo è evidenziato nel trailer che mostra una missione nel villaggio di Fukuchiyama durante il periodo Sengoku questo perché uno dei protagonisti è Yasuke, un guerriero africano che divenne samurai sotto Oda Nobunaga.
    La decisione di includere due protagonisti nella saga di Assassin’s Creed non è una novità, dato che questa meccanica è presente in Assassin’s Creed Syndicate, un gioco che ho analizzato nel mio blog, concentrandomi sul contesto della Londra vittoriana.
    I protagonisti sono Yasuke, un samurai che dovrebbe possedere le meccaniche di un tank, e Naoe, che dovrebbe adottare un approccio da shinobi più furtivo, arricchito dalla classica e sempre attuale meccanica del parkour.

Dragon Age: The Veilguard merita una menzione speciale; il titolo è affascinante, tuttavia il gameplay sarà rivelato solo nei prossimi giorni. Sono interessato, ma rimango indeciso sull’acquisto poiché la serie di BioWare non mi ha mai particolarmente entusiasmato.

Alla prossima sperando di scrivere meglio (aka sperando che mi ricordi di far controllare e correggere a chatgpt i miei errori grammaticali e di sintassi, si sono favorevole al uso delle IA). Per chi volesse leggere considerazioni a caldo pote trovarmi a questa pagina Threads che si collega alla pagina instagram

Oggi va così

Tra qualche giorno sarà inizio giugno e ieri, mentre vedevo Jeanne du Barry – La favorita del re (2023), un film con protagonisti Maïwenn e Johnny Depp, di cui ho parlato velocemente sulla mia pagina Threads (non sono qui per pubblicizzare la pagina), scrivevo nel documento Excel che tengo come archivio, dove annoto due o tre considerazioni sui film e serie TV che vedo. In questi primi cinque mesi del 2024, ho visto 27 film (15 mi sono piaciuti e 12 no) e forse di questi 15 solo 4 mi hanno veramente convinto: Fiori d’Equinozio (1958), My Fair Lady (1964), Oppenheimer (2023) e The Whale (2022).

Fiori d’Equinozio (1958)

A differenza dei titoli citati in precedenza, molti film recenti, come Barbie (2023), sono piaciuti a tutto il mondo, o meglio alla maggior parte delle persone che vivono parlando di film e serie TV sui social, ma al sottoscritto non hanno detto nulla, anzi l’opposto. Lo stesso vale per Killers of the Flower Moon (2023), che è bello, ma ho sentito tutte le quasi quattro ore di film. Oppure Povere Creature (2023), dove ho sentito tutte le due ore di film. Questo effetto l’ho avuto anche con uno dei miei tanti guilty pleasure, come Fast X (2023). Però, a discolpa del titolo, bisogna dire che non si deve giudicarlo come singolo film, ma come primo film di una trilogia. Ma se questo era l’antipasto, mi sa che la portata principale e il dolce non siano ben riusciti.

Povere Creature (2023)

Concludendo il discorso, in questo periodo faccio fatica a parlare di qualcosa. Anche a livello di serie TV, forse questo accade meno frequentemente: su quasi 20 serie viste, penso che solo 7 mi abbiano davvero preso. Ad onor del vero, 4 si sono concluse di recente, quindi per fare un ragionamento completo dovrei aspettare un po’ di tempo affinché si affievolisca il ricordo di ciò che ho visto.
Nel breve termine, questo peggiorerà, perché si sta avvicinando il caldo, e già faccio fatica a rimanere concentrato con temperature normali, figuriamoci con il caldo. Quindi o mi invento qualcosa per il blog, oppure per settimane, se non mesi, sarà vuoto o scritto con post che trattano argomenti che sì, mi hanno preso, ma non al punto di infognarmi.

Alla prossima sperando di scrivere meglio

Quando, ai primi di marzo, ho preso e iniziato a giocare ad Hogwarts Legacy, a solo un anno di distanza dalla sua uscita, non pensavo di trovarmi di fronte a un capolavoro, ma almeno a un ottimo titolo. Tuttavia, mi sono dovuto ricredere in negativo. Parlo con cognizione di causa, visto che ad oggi, 22 marzo 2024, non ho completato la main quest ma ho giocato al titolo per soli 2 giorni, 3 ore e 1 minuto.
Il gioco è decente per diverse ragioni. A livello di esplorazione, mescola in modo eccellente l’ambientazione di Hogwarts. Ti prende la voglia di cercare e scoprire ogni segreto del castello, al punto di di capire quando potrai accedere a una determinata zona. Tuttavia, con Hogsmeade è più o meno la stessa cosa, e si conclude quando sblocchiamo tutti e tre i livelli di Alohomora. Possiamo apprendere l’incantesimo aiutando il custode, Gladwin Moon, nella missione di recupero di tutti i Demiguise. È importante notare che per sbloccare il terzo livello e completare la quest servono 22 statuette, anche se nel mondo di gioco ci sono 30 statuette da recuperare. Il minigioco che si avvia ogni volta che dobbiamo effettuare uno scassinamento non è la cosa più divertente e intuitiva del mondo; anzi dopo un po’, non ti viene nemmeno voglia di usare l’incantesimo perché sembra appartenere a titoli del 2010. Ma il resto delle aree da esplorare non è all’altezza del paesaggio, per non parlare del castello.
La mappa è piena di attività da fare, come le prove di Merlino o la magia antica o il far scoppiare i palloncini, ma non offrono ricompense tali da giustificare il tempo speso per completarle.

Trailer

Se la mappa è nel complesso buona, anche la trama principale lo è. Questo perché ambientando l’avventura nel XIX secolo, non è collegata ai film o ai libri. Sì, abbiamo citazioni con alcuni antenati di personaggi importanti nella storia come i Wesley o i Black, ma nulla di più. Questa decisione da parte degli sviluppatori la capisco, perché essendo la storia ambientata nel XIX secolo, quasi 150 anni prima degli avvenimenti di Harry Potter e la Pietra Filosofale, trovo normale pochi riferimenti ai libri e anche ad Animali Fantastici. La storia è la classica storia dei videogiochi d’avventura e fin qui va bene, perché il titolo deve essere giocato da tutti, soprattutto da chi non ha mai preso in mano un pad. La cosa bella della trama è che, volendo, non si è obbligati a fare le missioni secondarie, perché danno solo oggetti estetici per il personaggio.

La nota dolente sta nel gameplay, nell’evoluzione del personaggio e nella telecamera, ma iniziamo dai primi due punti. Il gameplay è basilare, nulla di eccezionale se si gioca a livello semplice, come sto facendo io. Basta usare gli incantesimi base senza pensarci troppo e, al momento giusto, compare a schermo un prompt come se fosse un quick time event per proteggersi, stupeficium e schivare. Gli incantesimi che si imparano servono poco negli scontri (tranne se si vuole completare al 100% le sfide dei duelli magici), tranne alcune volte con i boss o troll, ma in quel caso basta avere la prontezza di usare quando serve la magia antica. Per quanto riguarda l’evoluzione del personaggio, non è essenziale. È più un plus messo per dare l’illusione di un gioco di ruolo. Questo perché, come accennato precedentemente, il titolo è rivolto a tutti gli amanti del mondo creato da J.K. Rowling e non solo ai videogiocatori. Per quanto riguarda la telecamera, qui ci sono problemi. Non mi piace la telecamera usata, preferisco quelle di giochi come Red Dead Redemption 2 o GTA V. Capisco che sia sbagliato fare paragoni con dei capisaldi del genere degli open world, ma allo stesso tempo bisogna essere oggettivi nel mostrare le lacune di questo tipo.

Pro:

  • Magia di Hogwarts: Avalanche Software è riuscita a ricreare al meglio l’atmosfera magica del castello.
  • Linearità della storia: Sembra un concetto banale, ma gli sviluppatori hanno capito bene che il gioco doveva avere una narrativa lineare.
  • Mondo di gioco: Visivamente è bellissimo da vedere, i paesaggi delle Highlands scozzesi sono qualcosa di magico.

Contro:

  • Evoluzione del personaggio: Per come è strutturata l’avventura, l’evoluzione del personaggio non ha senso.
  • Mancanza del photomode
  • Camera di gioco: A mio avviso, si poteva fare meglio.

Cosa Vorrei nel Secondo:

  • Magia di Hogwarts: Vorrei tornare nel castello e sentire il desiderio di esplorarlo.
  • Less is More: Forse un mondo meno vasto. Come ho detto prima, la mappa è bella ma non invoglia all’esplorazione.
  • Modifica dell’Uso di Alcuni Incantesimi: Ad esempio, Alohomora. Una volta imparato l’incantesimo, non dovrebbe essere necessario usare il mini-gioco ogni volta.
  • Photomode: La mancanza del photomode nel primo gioco si è fatta sentire.
  • Revisione o Rimozione del Sistema di Evoluzione del Personaggio: I giochi di Rockstar dimostrano che non è essenziale avere un sistema di evoluzione. Se si desidera mantenere un’evoluzione del personaggio, allora dovrebbe essere caratterizzato con delle caratteristiche uniche in base all’evoluzione del personaggio che si vuole ottenere.
  • Approfondimento dei Personaggi Secondari: Si potrebbe provare a caratterizzarli meglio, rendendoli più che semplici macchiette.

Alla prossima sperando di scrivere meglio

Johnny Silverhand

Ho deciso di scrivere questo post dopo aver riflettuto per qualche settimana, anzi, seriamente saranno due mesi (sto iniziando a scriverlo il 29/02/24).
A Natale 2023 ho trovato una bella offerta di una Xbox Serie X su Amazon e ne ho approfittato. Come primo gioco, ho deciso di acquistare Cyberpunk 2077: Ultimate Edition, che include il gioco originale (Cyberpunk 2077) e l’espansione (Phantom Liberty). Si tratta di un titolo che consiglio a tutti di giocare, poiché, a mio avviso, è un ottimo gioco.
La scelta di parlare di questo titolo in un blog dove spesso tratto di cinema e serie TV ha una risposta semplice: è la migliore interpretazione di Keanu Reeves, che veste i panni di Johnny Silverhand, e Idris Elba, che interpreta Solomon Reed.

Più giocavo, più riflettevo sul fatto che tutti gli attori coinvolti in questo progetto hanno contribuito in modo significativo. Per farvi comprendere l’entità, vi lascio il link alla lista di coloro che hanno dato voce e sembianze ai personaggi. Clicca qui per Cyberpunk 2077 e clicca qui per Phantom Liberty.
Questa supposizione ha senso, poiché ci sono due fasi, pratica che si verifica anche nei film. È consuetudine che gli attori si doppino, ma con una delle differenze nei film sono obbligati a rispettare il timing delle battute e del movimento nella scena. Registrano le loro performance in studio separatamente, e questo permette loro di concentrarsi sulla qualità della recitazione. Questa separazione tra la registrazione della voce e l’azione fisica può offrire agli attori la possibilità di dare performance vocali più enfatiche e articolate. La responsabilità della realizzazione della scena o dei movimenti viene affidata agli artisti 3D e dalle sessioni di motion capture, sono processi in cui i movimenti di attori o oggetti vengono catturati e registrati in uno spazio tridimensionale. Questi dati vengono poi utilizzati per animare personaggi o oggetti digitali, rendendo le animazioni più realistiche.

Trailer di Cyberpunk 2077: Ultimate Edition
Arthur Morgan e Sadie Adler

Un altro esempio è un titolo che ho amato alla follia ed è Red Dead Redemption 2.
Qui possiamo osservare livelli altissimi di recitazione, spesso superiori a quelli dei film. Cito solo una delle cinematiche di fine gioco, quella accompagnata da Unshaken di D’Angelo. Non possiamo fare a meno di menzionare Benjamin Byron Davis nella parte di Dutch Van der Linde, Alex McKenna in Sadie Adler e Roger Clark in Arthur Morgan.
Tutti i personaggi che hanno interpretato nella banda di Dutch o gli NPC più significativi hanno recitato in modo maestoso. È talmente coinvolgente che chi si dichiara amante del cinema o delle serie TV dovrebbe assolutamente provare a giocarlo o vedere almeno un gameplay o le cutscene su YouTube. Questo perché la struttura a capitoli permette di godersi il gioco e fa sembrare il titolo non come un videogioco, ma come se fosse una serie TV d’altissima qualità, da non far rimpiangere produzioni HBO come Deadwood nel genere western, o show di emittenti come FX o di altre reti televisive.

Red Dead Redemption 2

Rockstar non è nuova nella realizzazione di videogiochi che potrebbero essere considerati come film o serie TV. La presentazione di L.A. Noire, un altro titolo che ho amato, è un esempio. Purtroppo, non ha ottenuto il successo meritato, poiché il Team Bondi, la software house che ha realizzato il gioco, è fallito a causa dello scarso successo. Il gioco è stato persino presentato al Tribeca Film Festival, il festival ideato da Robert De Niro.
Con il primo Red Dead Redemption, si è avuta una sorta di fusione tra i due medium. Per pubblicizzare il gioco, Rockstar ha commissionato a John Hillcoat, regista di The Road, un cortometraggio intitolato Red Dead Redemption: The Man from Blackwater. Hillcoat ha utilizzato esclusivamente le cutscene del gioco. La prima trasmissione televisiva è avvenuta sul canale statunitense FOX.

Red Dead Redemption: The Man from Blackwater
Mama 

Non a caso, Rockstar, per non perdere la qualità nei dialoghi e nella recitazione, non doppia i suoi titoli, ma li sottotitola. Questa pratica sta diventando comune anche in Italia, dove il mercato videoludico vale circa due miliardi di euro. Tuttavia, ciò non basta per farlo rientrare tra i venti mercati più importanti.
Un altro esempio degno di nota è Death Stranding di Hideo Kojima. Non l’ho mai giocato, a dir la verità l’ho giocato al massimo 2 ore, perché non sono mai stato attratto dal lavoro del game director giapponese. Tuttavia, in questa sua opera, ha sfoderato tutta la sua abilità e ha potuto contare su un cast stellare, con la presenza di Norman Reedus (protagonista), Mads Mikkelsen, Léa Seydoux, Margaret Qualley, Lindsay Wagner, Guillermo del Toro e Nicolas Winding Refn.
Questi sono solo degli esempi. L’evoluzione del mercato videoludico sta portando a una modifica del sistema attuale, e posso supporre che in un futuro non troppo lontano da noi ci potrebbero essere un paio di produzioni ad altissimo budget (AAAA) realizzate dalle varie software house o publisher per mostrare la loro bravura. Queste produzioni potrebbero essere nettamente superiori, sia a livello di cast che di recitazione, ai maggiori blockbuster cinematografici.

Voi che ne pensate di questo mio pensiero siete anche voi convinti del mio
Alla prossima sperando di scrivere meglio

Questo titolo può sembrare un clickbait, ma ha un motivo per esserlo. Il post è derivato da “My Fair Lady”, un film del 1964 basato sull’omonimo musical di Broadway, a sua volta ispirato al lavoro teatrale “Pygmalion” di George Bernard Shaw. Diretto da George Cukor e con la presenza di Audrey Hepburn e Rex Harrison.
Una premessa importante: non guardo al passato in modo migliore del presente o del futuro. Tuttavia, osservando questa pellicola e altri classici come “La Strana Coppia” o “Sabrina”, mi colpisce la sensazione che molti film classici siano nettamente superiori ai blockbuster attuali, sia in termini di scrittura che di recitazione, al punto da riuscire a farti scorrere velocemente il passare del tempo mentre li guardi. Un esempio recente è “Killers of the Flower Moon” (2023) di Martin Scorsese, dove le oltre 3 ore di film sono sembrate tutte presenti, a differenza di “Balla con i Lupi” di Kevin Costner, che ha una durata simile ma che è riuscito a coinvolgere senza far sentire il peso del tempo.

Questo mio pensiero si sta manifestando anche in molte altre pellicole recenti, soprattutto da quando il digitale ha soppiantato la pellicola nella produzione cinematografica. Questo cambiamento ha permesso ai registi e agli sceneggiatori di scrivere storie senza essere vincolati ai costi della pellicola. Prima, per realizzare 58 minuti di girato su pellicola da 35mm, servivano circa 1 miglio di pellicola, il che spiega perché molti film avevano una durata di circa 90 minuti. Tuttavia, con il digitale, questa limitazione non si applica più a causa dello spazio d’archiviazione disponibile.
Questa liberazione dal vincolo della durata potrebbe aver portato gli sceneggiatori a eccedere, scrivendo storie che superano ampiamente le due ore. Ciò potrebbe, a volte, dare allo spettatore la sensazione di noia se la trama non è avvincente. In sostanza, la maggiore libertà nella durata del film, resa possibile dal digitale, ha influenzato la scrittura delle storie e ha portato a una varietà più ampia di lunghezze dei film, ma può anche presentare sfide nel mantenere l’attenzione degli spettatori se la narrazione non è coinvolgente.

Alla prossima sperando di scrivere meglio (aka sperando che mi ricordi di far controllare e correggere a chatgpt i miei errori grammaticali e di sintassi, si sono favorevole al uso delle IA).
Per chi volesse leggere considerazioni a caldo pote trovarmi a questa pagina Threads che si collega alla pagina instagram

Trailer

Questa stagione NFL si è conclusa nel peggior modo per il sottoscritto, i mie New England Patriots non si sono qualificati ai playoff e i miei San Francisco 49rs (si tifo due squadre) hanno perso il Super Bowl contro Kansas City Chiefs.
Non sono qui a parlare della stagione NFL ma dei trailer che sono stati trasmessi durante il Super Bowl.

The Fall Guy – Everything: vedendo dal trailer potrebbe diventare una fabbrica di meme perenne, parlo positivamente, perché ha tutte le caratteristiche, sembra un ottimo film divertente con un ottimo attore

Wicked: si sentiva il bisogno di ritornare nel mondo di Oz per capire come mai la strega è diventata strega?
Vi dico anche no ma solo perché non mi ispira ad oggi vedere questo film

Twisters: di colpo è il 2012 con i film sulla fine del mondo

Monkey Man – Elevator: come dicono gli inglese is not my cup of tea

Deadpool & Wolverine: scanzonato, cazzone film che deve essere a dir poco stupendo

Kingdom of the Planet of the Apes: da non amante della saga, dir la verità non ho mai visto un film del pianeta delle scimmie, mi sembra un more of the same ma come ho scritto non posso giudicarlo

Knuckles Series: il film di Sonic mi è piaciuto quindi penso di darli una chance alla serie

The Thundermans Return: prodotto per ragazzi e bambini, di sicuro non il mio target

questi sono alcuni dei trailer trasmessi, non ho pubblicato tutti perché quelli di Moana 2, Cattivissimo Me 4, Kung Fu Panda 4 e altri erano stati rilasciati i giorni scorsi e quindi non aveva senso nella mia ottica

A presto sperando di scrivere meglio
PS anche sto mese l’ho sfangato nella pubblicazione
PSS se avete voglia fatemi sapere quale trailer, tra questi, vi ha detto cazzo voglio vedere sta cosa

Delusioni 2023

A differenza del post del best 2023 dove ho provato a scrivere seriamente le motivazioni delle scelte qui saranno scanzonate perché tutti sono capaci a motivare seriamente il perché ma in pochi riescono a farlo alla cazzo di cane

Film

Air (2023): Un film dove si parla, ho visto il film è per questo ho scritto parlo, di MJ e non c’è MJ
Black Adams (2023): Neanche il sopracciglio di The Rock riesce a salvare questo film targato DC
Diabolik Ginko all’attacco! (2022): Ambientammo un film su Diabolik negli anni 60/70 del XX secolo, tanto il personaggio della Bonelli è in ascesa.
Everything Everywhere All at Once (2023): Non ho capito il perché di tutto questo clamore
Il Pataffio (2022): Il mondo non sentiva il bisogno di questa pellicola, a questo punto mi chiedo come gli enti proposti diano i finanziamenti per la realizzazione dei film e soprattutto gli attori leggono il copione prima d’accettare una parte

Serie TV

Ahsoka (2023): Perché bisogna ancora attingere dai Skywalker
The Idol (2023): Vi dico solo questo smesso di vederla dopo neanche una puntata e non so il perché ma avevo bisogno di smettere di vederla il prima possibile
Crazy Love (2023): Forse il peggior kdramma che abbia visto quest’anno e vi dice uno che ha visto Han River Police
The Last of Us (2023): Se avessi voluto vedere il gameplay lìavrei rigiocato su PlayStation 3
Pesci Piccoli (2023): Youtuber che provano a fare una serie comica pensando che fosse un loro video di 10 min e non una serie di 20 min

Top 2023

Circa due anni sono trascorsi dal mio ultimo post su Best e Delusioni. Nonostante avessi intenzione di scrivere l’anno scorso, non ho trovato il tempo materiale per farlo. Ecco quindi i miei top, con alcune modifiche rispetto al precedente. Quest’anno, non includerò i documentari nella mia lista. Ritengo di non aver visto un numero sufficiente di documentari e docu-reality per poter stilare una classifica adeguata.

Film

Iniziamo con le premesse: quest’anno ho visto davvero pochi film, solo 48 per l’esattezza. Per fare un confronto, nel 2022 ne avevo visti ben 72. Ritengo che questo calo sia attribuibile allo sciopero dei doppiatori in Italia e agli scioperi di sceneggiatori e attori negli USA e alla mancanza di tempo. Immaginate quindi la sfida di selezionare cinque film che mi hanno entusiasmato e uno o due che si sono rivelati piacevoli sorprese, oltre a cinque che, purtroppo, mi hanno deluso. Questi titoli rappresentano quasi un quarto di quanto visto.
Babylon (2022): Forse il miglior film che ho visto nel 2023, anzi, oserei dire la miglior produzione dell’anno. Ne ho parlato in un post dedicato (clicca qui). La pellicola mi ha conquistato con il suo ritmo jazzato, grazie a una trama avvincente, montaggi efficaci e una colonna sonora coinvolgente. La sua durata di circa 3 ore non pesa, grazie a una narrazione che ti tiene incollato.
Film disponibile su Parmount+ Voto 9
Anton Tchékhov 1890 (2015): è una produzione francese del 2015 che narra la vita del celebre scrittore russo (1860 – 1904). Il film ci guida attraverso la gioventù dello scrittore, quando inizia a scrivere racconti per i giornali per mantenere la sua famiglia, fino al raggiungimento della fama e al conseguimento del Premio Pushkin e gli ultimi momenti di vita.
Film disponibile su Now Voto 7
Gli spiriti dell’isola (2022): Gran bel film con paesaggi irlandesi eccezionali. La relazione tra gli abitanti dell’isola e l’isola stessa, in un certo senso, rispecchia il legame degli irlandesi con le loro tradizioni. La storia è avvincente e conduce a un finale misterioso e criptico, in sintonia con la trama.
Film è disponibile su Disney+. Voto 7.
In Your Name (2016): sì, lo so, mi piacciono i cartoni e i fumetti, e solo ora ho avuto il tempo di vedere questo film che, vi devo dire, mi ha colpito. Il tempo a disposizione è quello che è, quindi solo quest’anno ho trovato il tempo per guardarlo.
Film è disponibile su Prime Video. Voto 7.5.
Caccia al ladro (1955): Si hai un blog e pagina instagram dove provi a parlare di cinema e serie tv e solo nel 2023 vedi una pellicola del 1955? Si solo ora l’ha vedo perché io sono dell’idea che non bisogna per forza vedere un film a tutti costi ma è lui che decide quando devi vederlo. Stiamo parlando di un capolavoro di Alfred Hitchcock che riesce tutt’oggi ad essere contemporaneo nei tempi di recitazione e narrazione dell’opera.
Film disponibile su Paramount+ Voto 7.5

Serie TV

Anche qui dobbiamo fare delle premesse in questo 2023 ho visto 28 serie TV, nel 2022 ne avevo visto 52, quasi il doppio e quindi come per i film è arduo trovare cinque titoli che ho apprezzato e cinque che ho deluso ma ci proviamo
I Leoni di Sicilia (2023): Di sicuro, è la miglior serie TV italiana che ho visto nel 2023, e forse in generale, tratta dall’omonimo romanzo di Stefania Auci. La serie narra le vicende della famiglia Florio, seguendo gli eventi dalla famiglia dal 1799 all’arrivo di Garibaldi in Sicilia e la sconfitta dei Borboni.
La Serie disponibile su Disney+ Voto 7.5
Tokyo Vice (2022): Premetto, come per Tulsa King, che ho barato un po’ perché ufficialmente ho iniziato a guardarle nel 2022 ma le ho concluse nel 2023. Le ho inserite qui perché altrimenti non avrei raggiunto le cinque serie necessarie per questa classifica. La serie è inclusa perché è ambientata a Tokyo e mostra un lato del Giappone nascosto a molti: il Paese del Sol Levante affronta seri problemi di corruzione e criminalità organizzata, yakuza. La serie segue le vicende di un giornalista statunitense che lavora per un giornale giapponese e inizia a investigare su un caso molto complesso, seguendo le indagini delle forze dell’ordine e, in particolare, di un detective .
La Serie disponibile su Disney+ Voto 7
Funny Woman (2023): Una serie comedy nel Regno Unito degli anni ’60/’70, in cui viene narrata la storia di una ragazza di Blackpool che diventa reginetta di bellezza della sua città. Tuttavia, rinuncia al titolo e scappa a Londra con l’intenzione di diventare un’attrice comica, ispirandosi al suo idolo Lucille Ball. Si trova ad affrontare le rigide regole morali dell’epoca, che non erano allineate con i tempi che stavano cambiando.
La Serie disponibile su Disney+ Voto 7
Tulsa King (2022): Come nel caso di Tokyo Vice, ammetto di aver barato un po’ perché, ufficialmente, ho iniziato a guardarle nel 2022, ma le ho concluse nel 2023. Seguiamo le vicende di Dwight “il generale” Manfredi, interpretato da Sly, un affiliato di una famiglia mafiosa di New York che viene rilasciato di prigione. In segno di riconoscenza per il suo silenzio, lo mandano a Tulsa (Oklahoma) per creare nuovi sviluppi e territori d’espansione per la famiglia. Tuttavia, le cose non vanno come vorrebbe il padrino e il suo successore.
La Serie disponibile su Paramount+ Voto 7.5
Extraordinary (2023) In un mondo in cui tutti sono supereroi, tu sei una delle poche che non ha poteri. Come ti comporteresti e cosa faresti? Ecco cosa scopriremo vedendo questa serie che intreccia le trame della protagonista, che non ha poteri, e dei suoi amici, più un gatto.
La Serie disponibile su Disney+ Voto 7

Sorprese

Little Forest (2018): Ho scritto un post qui su WordPress e uno su instagram, dove spiegavo nel dettaglio del perché è stato una bella sorpresa, riassumendo è stata una sorpresa per via della calma che trasmette il film.
Film disponibile su Paramount+ Voto 7
Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri (2023): Qui ammetto non avrei dato nessun euro sul fatto che il film è uscito bene ma mi sono dovuto ricredere perché non solo prende a due mani il mondo di D&D ma riesce velocemente a spiegare alcuni concetti del mondo come le classi.
Film disponibile su Paramount+ Voto 7

GTA VI

Solo un post veloce per postare il trailer di GTA VI, poi se nei prossimi giorni avrò del tempo proverò ad analizzare il paesaggi ma ora godetevi questo capolavoro

Vivere con Lentezza

Nell’ultimo periodo sto guardando molte serie TV asiatiche, soprattutto giapponesi e sudcoreane (Il Vigilante, Il Club di Sumo, Grind, Snowdrop, Han River Police, Women in Taipei, solo per citarne alcune viste quest’anno).
Questo è normale perché, ogni volta che posso, leggo fumetti, inclusi quelli giapponesi (manga). Quello di cui vi parlo ora è un mix: il film protagonista è sudcoreano ed è la trasposizione del manga Little Forest (リトル・フォレスト, Ritoru Foresuto) di Daisuke Igarashi, finalista nella categoria Grand Prize al Tezuka Osamu Cultural Prize del 2005, pubblicato da dicembre 2002 a luglio 2005 sulla rivista mensile Monthly Afternoon.

Little Forest ha avuto anche una trasposizione cinematografica giapponese nel 2014, ma oggi vi parlo della trasposizione sudcoreana del 2018, diretta da Yim Soon-rye con Kim Tae-ri, Ryu Jun-yeol, Jin Ki-joo e Moon So-ri.
Questa versione è uscita al cinema nel luglio 2020, cosa non usuale per il mercato cinematografico italiano.

Il film ha come protagonista Song Hye-won (Kim Tae-ri), che di punto in bianco lascia la vita frenetica di Seul (Sud Corea) per tornare nel paesino d’origine, un villaggio rurale agricolo. Il film parla di questo suo anno e delle relazioni che ha con gli abitanti della zona, soprattutto i suoi due amici Lee Jae-ha (Ryu Jun-yeol) e Joo Eun-sook (Jin Ki-joo), e del rapporto con la madre (Moon So-ri). Quest’ultima appare soprattutto in flashback quando Lee Jae-ha è piccola. La pellicola si concentra sulla relazione della ragazza con il cibo, quasi vicina all’ossessione, visto che in quasi tutte le scene compare; la natura e la comunità, sottolineando il ritmo delle stagioni.

Joo Eun-sook (Jin Ki-joo) – Song Hye-won (Kim Tae-ri) – Lee Jae-ha (Ryu Jun-yeol)

La fuga che compie la protagonista, di nascosto, dalla metropoli verso il villaggio nativo non viene vista come un fallimento nel non essere riuscita a superare i test o nel non essere riuscita ad avere un lavoro di prestigio, ma viene vista come un tentativo di ritornare a ritmi più umani e meno frenetici rispetto alle metropoli, dove la città ti prende, ti risucchia e ti lascia sola. Infatti, il film è diviso in due atti e come intermezzo si ha lei che ritorna a Seoul, ma non è felice come quando era a casa.

Il ritmo del film non è mai accelerato, anzi è l’opposto: calmo e tranquillo, il che ti rilassa mentre lo guardi, grazie alla fotografia e alla scelta dei paesaggi, che, secondo IMDb, dovrebbero essere quelli della regione del North Gyeongsang.
Ha la capacità di metterti in pace con te stesso, la stessa sensazione che provavo guardando gli episodi dell’anime Aria.

Alla prossima sperando di scrivere meglio