purezza

purity

Non c’è niente da fare, quando finisce un amore e si chiude una storia, la prima cosa che pensi con disperazione è: mai più sarà così grande. Poi l’acqua passa sotto i ponti, un altro amore bussa alla porta, un’altra storia ti viene raccontata e tu scopri con entusiasmo che la vita è meravigliosa.

Bisogna avere pazienza, e io ne ho avuta. Dopo aver chiuso gli ultimi romanzi che mi avevano rapita e portata sopra le nuvole, ho aspettato l’uscita di Purity. Forse questa volta parte piano Franzen, come uno spasimante che non ti bacia al primo appuntamento ma ti lascia cuocere nel tuo brodo. Poi una sera non riesci più a liberartene e leggi fino alle tre del mattino. Senza accorgertene ti sei innamorata e sai che per un po’ il tempo smetterà di scorrere.

Ogni personaggio in Purity ha una madre. Ineludibile presenza dai contorni psichici tanto precari da far pensare che gli esseri umani abbiano infinite possibilità di essere. Possono scegliere. In qualche modo.

Era facile incolpare la madre. […] Okay, forse non era giusto, ma tua madre poteva sempre incolpare la propria madre, che a sua volta poteva incolpare la propria, e così via fino all’Eden. […] Un’irregolarità nello sviluppo cerebrale truccava le carte a svantaggio dei figli: la madre aveva tre o quattro anni per sputtanarti la testa prima che il tuo ippocampo cominciasse a registrare ricordi duraturi.

(Franzen)

C’è un momento nella vita in cui puoi passare dalla colpa al perdono. Ma non è facile e non è un’operazione che si chiude perfettamente, in modo pulito. Restano sempre dei frammenti a ricordarti che se stai male, qualcosa nella tua relazione originaria è accaduto. Ogni volta che avvertirai un malessere o un’incompatibilità, ti ricorderai di lei.

Tutto cambia quando la madre sei tu. Allora diventi il meccanismo finale di una macchina che sa correre nel tempo fino al paradiso perduto, ma che arrivando a te non sembra conservare niente della preistorica felicità. Tu non sei perfetta come Eva, anzi, rischi di essere ancora più imperfetta di tua madre. Allora la perdoni, se non altro per creare il precedente che permetterà agli altri di perdonare te, e a tutti i costi vuoi superarla e essere migliore di lei. Ma chi è migliore di chi?

Ormai è chiaro: sei dall’altra parte. Sulla riva di un fiume insieme a tutte le madri che ti hanno preceduta. Mai i tuoi occhi hanno visto ciò che vedono ora. Ti verrebbe quasi voglia di chiuderli, ma non vale la pena. È un treno che quando passa va preso perché trasporta una possibilità. Perché se è lì che sta la colpa, allora ci sta pure l’innocenza. Quella del bambino ma anche la tua, e di tua madre e della madre di tua madre. E con l’innocenza riaprirai le porte dell’Eden e ci entrerai dentro con tuo figlio in braccio.

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