CORSI DI FORMAZIONE DOCENTI SCUOLA: Intelligenza linguistica

L’intelligenza linguistica è la competenza intellettuale più largamente condivisa tra gli esseri umani; ognuno di noi possiede, in misura variabile, la capacità di comunicare e di apprezzare, se non di comporre, opere esemplari delle possibilità di uso del linguaggio, sia esso convogliato a fini scientifici, artistici, o di particolari espressioni.

Volendo identificare le aree in cui si svolgono le operazioni che Gardner definisce centrali per il linguaggio, noteremo che, per alcune di esse, è facilmente rintracciabile un esempio chiaro nella poesia: la semantica viene definita come sensibilità al significato delle parole, su cui si incentra in special modo il lavoro del poeta, attento – nell’organizzazione delle immagini, come per un ragionamento – alle sfumature di significato di ogni singola parola e alle interconnessioni di questa con altre parole presenti nel verso o nella poesia; la fonologia è la sensibilità per i suoni, i ritmi, le inflessioni delle parole e per le loro interazioni musicali, che si esplicita, in modo evidente, nella metrica e nella composizione immaginativa della poesia, in cui si possono associare parole in virtù delle assonanze più che dei significati; la sintassi è la sensibilità all’ ordine tra le parole, capacità di seguire regole grammaticali, per orientarsi nella costruzione della frase e – nel caso del poeta – strumento duttile da piegare ai propri fini artistici.

Secondo Gardner – diversamente da Baldacci (1993), che segnala l’importanza del canale acustico-semantico – la capacità di manipolare il linguaggio dipende sia dalla via percettivo-uditiva che da quella visiva: ambedue i meccanismi sono validi, per esempio, per imparare a leggere in culture diverse; la nostra cultura occidentale, basata sulla fonologia del linguaggio, si serve principalmente dell’uso di suoni, emessi dall’individuo adulto, che il bambino dovrà ripetere per imparare la lettura; nelle culture orientali, dove spesso la scrittura consiste in simboli ideografici, la lettura dipende maggiormente dalle capacità interpretative di materiali visivi, piuttosto che da stimoli uditivi. L’apprendimento del linguaggio sarebbe, quindi, connesso sia a stimolazioni visive che a stimolazioni uditive: <<il fatto che individui sordi possano acquisire un linguaggio naturale>> scrive Gardner, <<fornisce una prova decisiva che l’intelligenza linguistica non è semplicemente una forma di intelligenza uditiva>>; essa condivide la dipendenza dal tratto uditivo vocale con l’intelligenza musicale, e la dipendenza da input visivi con le forme di intelligenza spaziale (Gardner, 1983:118).

Le caratteristiche che, per quest’autore, contraddistinguono l’impegno di uno scrittore alle prime armi sono la pratica e l’imitazione di modelli auspicabili, poesie famose ovvero opere della grande letteratura. Gioca, inoltre, un ruolo essenziale l’abilità tecnica nell’uso del linguaggio, presente anche nell’intelligenza spaziale (dove, però, non si codifica in un abile uso delle parole, ma in una combinazione di immagini mentali interne).

Se, per ipotesi, provassimo a immaginare un tipo di insegnamento che si rifaccia alle modalità apprenditive tratte dall’esame dell’intelligenza linguistica, così come la vede Gardner, dovremmo avere uno schema di insegnamento che rispetti i seguenti parametri:

  • un insegnamento che stimoli l’imitazione,
  • un insegnamento che stimoli l’esercizio sia ripetitivo che creativo, cioè l’abilità nel <<giocare>> con il linguaggio, padroneggiando la sintassi, l’ordine dei concetti ed i possibili significati.

 GRIGLIA DI RIFERIMENTO

INTELLIGENZA LINGUISTICA

  • imitazione di modelli
  • esercizio ripetitivo = pratica
  • esercizio creativo = abilità tecnica