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Rocca Malatestiana: carcere, sgambatoio, o “Arci”?

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Rocca Malatestiana, il monumento più importante della città di Fano. Dopo essere stato carcere, deposito comunale, sede dei caporali della nettezza urbana, teatro di iniziative e feste di partito negli anni ’80 (era concessa gratuitamente e c’erano anche tavoli, sedie, palchi, strutture per mensa fornite dall’economato comunale), teatro di vari meeting anticlericali cioè momento di shock culturale per tutto il paese (coi carabinieri che prendevano le targhe delle centinaia di persone che andavano ai concerti, tra i quali quelli delle Officine Schwartz, pioniere del rumorismo)…la Rocca viene restaurata e chiusa alla libera fruizione (restauri terminati nel 2003), viene cioè affidata in gestione a cooperative e i costi d’uso salgono così tanto che nessuno la richiede più.
Da monumento fatiscente a lussuoso monumento stantìo. I problemi di agibibilità restano tali sinché alle amministrazioni comunali sta comodo lasciarla in gestione a personale fornito di patentino antincendio e guide turistiche, poi i soldi per l’appalto vengono a mancare e la Rocca non solo non viene più data in uso alla città ma resta proprio CHIUSA.
Stessa sorte del resto del Bastione Sangallo, inaugurato più volte ma poi sempre chiuso per motivi di “agibilità” e per l’elevato costo del personale.
Nel 2012 fa l’assessore MANCINELLI decide: c’è la crisi,  o la Consulta delle associazioni culturali la prende in gestione o si trova qualcun’altro. Questo “qualcun’altro” guarda caso è subito pronto, si tratta dell’associazione Work in progress, costituita appositamente e nella quale si mormora ci siano diretti discendenti della borghesia Pd locale. A questi ragazzi, in cambio del loro lavoro gratuito per l’apertura durante tutto l’arco della giornata nei mesi estivi della Rocca, viene data ampia libertà organizzativa, e lo spazio diventa praticamente un circolo ricreativo gestito dalla Work, senza guide turistica ma semplicemente con concerti e film , comprese proiezioni di partite di calcio, programmate da loro.
L’ufficio cultura, capitanato da Grazia Mosciatti, burocrate vicina anch’essa agli ambienti PD, risolve a suon di deroghe ogni problema di agibilità, compare ogni tanto qualche volontario della protezione civile ma non c’è in realtà alcun controllo di sicurezza, di quelli intendiamoci che vengono pretesi da chi non è protetto dal mantello invisibile della politica. I consiglieri di minoranza AIUDI e MASCARIN tuonano e fanno interpellanza sull’uso della Rocca ma tutto finisce lì. Grazie però alle proteste svolte nel  2012  anche in Consulta (essenziale l’apporto di Alternativa libertaria, associazione che ha sempre seguito il problema dell’uso degli spazi pubblici) e ad una lettera di protesta firmata da decine di associazioni (luglio 2012), l’assessorato alla cultura si decide a garantire alla Consulta la co-gestione dello spazio per le iniziative estive. Il calendario cioè, previo affidamento in ogni caso di apertura e varie attività alla Work, sarà aperto alla programmazione di eventi.
Nel frattempo il Comune di Fano mette a bilancio per il 2013 altri 8000 euro per “agibilità chiesa di san Francesco, Corte Malatestiana e Rocca Malatestiana”, senza indicare a chi è affidato questo incarico e senza che nessun cambiamento sia stato fatto: chi ha preso i soldi e per cosa?
Non va proprio così, perché a fronte di alla richiesta di spazio svolta proprio da Alternativa libertaria, che prenota la sala della Rocca per il Fuorisalone libertario per il 6-7-8 settembre  2013, si scopre che le iniziative andavano “comunicate” sin da aprile! In realtà si tratta di un cavillo usato per impedire lo svolgimento di un dibattito anticlericale, pubblicizzato dalla stampa, perché la Work aveva già messo in calendario il Fuorisalone senza alcun problema, come altre iniziative non certo decise ad aprile ma solo mesi dopo.
Ad una interpellanza presentata da Mascarin sull’accaduto, l’assessora Cucuzza mostra di non essere a conoscenza dei fatti. Non solo, si scopre dall’accesso agli atti riguardante la vicenda che anche per il 2013 l’agibilità dello spazio  è “in deroga”. E non si fa parola del fatto che il bar gestito senza autorizzazioni dalla Work in progress viene fatto chiudere di soppiatto a seguito delle proteste di un gruppo di genitori a causa della somministrazione di alcolici a minorenni.
Qual’è il succo di queste vicende? Il nuovo sindaco Seri scrive nel suo programma elettorale che la Work deve continuare a gestire lo spazio. La Work però vuole evidentemente un rimborso delle ore lavorate, e quindi il bar. Il bar quest’anno viene fatto con un ‘permesso temporaneo’…  ma guarda caso Tatiana Olivieri, portavoce di Uisp, tramite Petrelli del Resto del Carlino  , denuncia a suo dire il malumore degli esercizi commerciali del centro che lo ritengono “concorrenza sleale” a causa dei bassi prezzi. Ma Olivieri è anche, come tutt’ora Aiudi e Mascarin, schierata con la giunta Seri!
Si tratta quindi di un caso di denuncia che mette in difficoltà la Giunta, visto che Seri ha già scritto nel suo programma che la Work per la gestione della Rocca gli va bene e il modello l’hanno gustato anche i suoi giovani, e ci credo, visto che è praticamente gratis. Il gesto di chiusura temporanea per protesta agito dalla Work ieri è quindi un messaggio: mettetevi d’accordo perché noi senza l’incasso del bar la Rocca non ve la apriamo.
E anche il fatto che una rappresentante di Uisp alzi la voce, in solitaria, è un segnale, la Rocca interessa molti, e certo non è ammissibile che le regole siano valide per alcuni e non per altri. Ad esempio un luogo pubblico che viene dato in gestione con un bar dovrebbe possedere un patto economico di gestione, che non c’è, non ci è dato sapere quale è stato in questi anni il denaro speso e quello incassato dalla Work, che ha agito in proprio interfacciandosi solo con la dirigente dell’Ufficio cultura (senza neanche presentarsi né alle riunioni della Consulta giovani nè tantomeno a quelle della Consulta cultura) e della quale non si conosce la ragione sociale.
Del resto interessi ad apropriarsi dello spazio come “simbolo” ce ne sono stati anche altri: pensiamo all’accordo fatto dalla associazione Regresso arti alcuni anni fa con la giunta Aguzzi, che gli concedeva lo spazio gratis per settimane in cambio di lavoro volontario antigraffiti, ma quell’associazione era nota in Italia per le simpatie vetero fasciste di cui è stato più volte accusato, fatti alla mano, il presidente Cenerelli.
La Rocca diventa quindi il primo palese caso di conflitto di interessi tra ala Pd-ex Dc e ala minoritaria (Sel, Arci) della Giunta.
a farne le spese, come sempre, tutti gli altri cittadini ed i più giovani, ormai avvezzi all’uso che per fare qualcosa occorre diventare o servio  fuori-legge… o entrambe le cose

A riprova della versione dei fatti da noi illustrata, visto che l’ex assessore Serfilippi ci attacca, accomunandoci coi ragazzi del Grezzly, e dice che diciamo cose non vere, ecco i documenti riguardanti la posizione della Consulta sulla Rocca, la Delibera dello scorso anno, la rassegna stampa sul vergognoso sgombero del Fuorisalone:
del.n102
doCUMENTO CONSULTA ROCCA
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7 commenti su “Rocca Malatestiana: carcere, sgambatoio, o “Arci”?

  1. Franco Cenerelli
    giugno 23, 2014

    Interessante articolo in cui mi permetto di far notare l’inesattezza circa le mie simpatie vetero fasciste che avrebbero in qualche maniera determinato il fallimento della nostra presenza alla Rocca…
    In realtà non abbiamo avuto mai problemi nè a Pesaro, con cui collaboriamo da ormai 9 anni ed abbiamo l’uso gratuito di spazi in cambio del nostro servizio di pulizia muri, nè a Urbino, recentemente pulita, nè Fossombrone. E’ che a Fano siamo rimasti impigliati nelle beghe tra la disonesta campagna politica dell’ANPI nelle cu mire non era tanto l’Associazione Regresso Arti, quanto l’amministrazione di centrodestra! E così siamo diventati “neonazzisti” (a cui è seguita querela da parte nostra) più che altro per denunciare la piccolezza del cervello di Aguzzi (che tra l’altro ha concesso loro pure una sede, ed allora sono diventati improvvisamente mansueti!)
    Rimango comunque dell’opinione che uno spazio come la Rocca debba essere valorizzato al massimo ed anche se si volesse gestirla al risparmio avvalendosi del lavoro di associazioni e volontari, la sua gestione deve essere TRASPARENTE e DEMOCRATICA, ogni cosa deve essere proposta, valutata e selezionata nella maniera più collegiale possibile! In poche parole la via da seguire è quella del bando a cui tutti gli interessati possano partecipare! E le regole e leggi devono valere per tutti! Come è possibile che quando Regresso Arti proponeva corsi e laboratori non era possibile organizzarli per questioni di sicurezza ed oggi, con Work’n’Progress queste questioni paiono superate – o meglio – aggirate?

  2. admin
    giugno 24, 2014

    Abbiamo verificato che la querela di cui lei parla, fatta verso il signor Scherpiani dell’Anpi, si è risolta in una assoluzione piena per Scherpiani nel 2012. Quindi Anpi aveva le sue ragioni a criticare l’attività di Regresso arti. Sempre che per lei la “giustizia” borghese sia valida anche quando le dà torto. Per noi la sua presenza su rimarchevole finisce qui.

  3. Franco Cenerelli
    giugno 24, 2014

    E’ bello cantarsela e suonarsela negando ulteriori repliche all’interessato vero? Non so se mi censurerete questa replica ma vorrei dire che la querela, come strada, ci fu indicata dai Carabinieri dopo che la domanda di rettifica alla pagina infamante fatta al responsabile del sito ANPI non ebbe nessun esito.
    Dopo tre anni di udienze varie in cui il processo stava andando a nostro favore venne addirittura cambiato il giudice e repentinamente Scherpiani venne assolto, non perchè non esistesse diffamazione nei nostri confronti ma perchè, in un abile giuoco di scaricabarile, scaricò la responsabilità su chi, in maniera volontaristica, curava all’epoca il sito dell’ANPI. Non restava la scelta tra fare nuovamente denuncia nei confronti di questa persona, affrontando nuove spese processuali e perdendo ulteriore tempo nelle aule dei tribunali o lasciare perdere.
    Visto che a quel punto, la mia fiducia nella giustizia italiana era andata scemando, optai per la seconda ipotesi.
    A dire il vero, in un primo momento, di fronte alla diffamazione fatta ai danni dell’associazione da me rappresentata, ero propenso a non agire legalmente verso l’ANPI se non che, parlando della cosa con colui che era Assessore alla Cultura di Fano e con cui avemmo a che fare per organizzare la famosa mostra alla Rocca (da pochi mesi dimissionario) ci consigliò questi di fare querela e si offrì di assisterci gratuitamente, in cambio della donazione di un mio dipinto (che attualmente si colloca nel suo studio)
    Dopo qualche mese, anche a seguito della sua carriera politica e delle sue nuove amicizie, l’ex assessore ritenne opportuno scaricarci ad altro studio legale di Pesaro il quale, nonostante la debole azione in sede processuale (avessi potuto parlare direttamente al processo senza intermediazione di avvocati, avrei sicuramente fatto valere meglio le mie ragioni) alla fine ci presentò il conto per cui, grazie ai consigli di questo ex assessore mi sono trovato a regalare un quadro, perdere un processo, perdere le non trascurabili spese processuali.
    Poi dice che uno non ha fiducia nella giustizia italiana…

  4. Andrea Pedini
    giugno 24, 2014

    L’ex assessore Serfilippi ha appena scritto quanto segue su Facebook:
    “sono d’accordo con te sull’ultimo aspetto. In effetti l’informazione manca, domani farò un’analisi a tutto tondo.
    Ti dico solo, relativamente alla tua ultima questione, che sono stati gli unici che hanno chiesto di gestire GRATUITAMENTE la Rocca, aprendola dalle 9.30 alle 00.30 (con tutte le attività connesse per la quale non hanno mai ricevuto un euro).
    Due anni fa (2012) effettivamente è stata fatta una “forzatura”, visto che il progetto di gestione con tutte le iniziative è arrivato ad aprile/maggio e il Comune ha deciso di affidarla a loro senza “gara” (premessa- il comune poteva farci comunque quello che voleva e quando voleva”.
    Dall’anno scorso, work in progress si è sempre confrontata con l’assessorato (alla cultura- che ha in gestione la rocca) e la Consulta delle Cultura, con tutte le associazioni culturali presenti, che ha DEMANDATO a Work in Progress la gestione (con tutti i rischi) della Rocca (alla quale è succeduta la delibera di giunta 2013-2014), con il paletto che qualsiasi associazione/movimento volesse organizzare, in accordo con Work in Progress e l’Assessorato alla Cultura poteva fare qualsiasi evento (naturalmente con un minimo di anticipo).
    Questa è la VERITA’, tutto il resto sono polemiche spicciole di chi (esempio il “rimarchevole” – sito online), accetta l’occupazione abusiva del Greezly all’Aeroporto (dove hanno occupato abusivamente un immobile sul quale litigano da decenni sulla proprietà).. ma critica fortemente Work in Progress… Sono due cose completamente distinte… W i Giovani che si danno da fare per migliorare la nostra città… 😉 Ciao Alby e scusami Matteo per l’intromissione! :)”

    Come controbattete?

  5. admin
    giugno 25, 2014

    Innanzitutto Rimarchevole non “accetta” o “rifiuta”un bel niente, noi ci limitiamo a riportare ciò che sappiamo e a prendere una posizione politica sulla questione degli spazi e non abbiamo niente a che fare con l’esperienza di Grezzly che è un’altra cosa perché questi hanno occupato uno spazio demaniale e non comunale, precisato questo, e siamo abituati che gente di centro destra faccia di tutta l’erba un FASCIO, occorre sottolineare che NON E’ VERO che la Consulta ha “demandato la gestione della Rocca alla Work”, lo spazio doveva essere messo a disposizione da parte della Work (ciò è scritto nel documento della consulta della primavera 2013, nel 2012 invece la consulta era del tutto fuori dagli accordi) per le iniziative proposte dalla Consulta…ma l’assessorato ha accettato solo quelle già annunciate ad appendice della delibera di aprile 2013, la Work ne ha fatte poi svolgere altre per propria scelta… ma guardacaso il Fuorisalone libertario è stato “sgomberato” dicendo che l’iniziativa non era compresa nella delibera di aprile. Serfilippi non ha letto evidentemente bene la Delibera con le sue appendici. L’assessorato alla cultura alla luce dei fatti pare responsabile di una gestione pressapochista e personalista della Rocca, demandata a dei ragazzi ai quali “qualcun” ha permesso di fare un baretto abusivo per compensare la fatica (e non ci vengano a dire che non lo sapevano perché lo scorso anno c’è stata anche una protesta di alcuni genitori e gliel’hanno fatto chiudere)… questo è ciò che sta sotto gli occhi di tutti e ci spiace per la “verità” acciaccata di Serfilippi.

  6. GIUSEPPE SCHERPIANI
    giugno 29, 2014

    lAIntervengo non per pronunciarmi sulla questione dell’uso della Rocca e della sua gestione da parte dell’ass. Work in Progress, perché circa il merito su cui essa verte, io non so quasi nulla.
    Vorrei intervenire, invece, sulla trista e rancorosa precisazione del sig. Cenerelli, che, colpito da un giudizio a lui sfavorevole, si comporta come il popolano Tecoppa delle farse di Ferravilla: “E io non accetto!”. Vorrei suggerirgli, inoltre, di regolarsi un poco sulla terminologia che usa quando parla dell’ANPI e del sottoscritto in una sede pubblica come FB, altrimenti la spiacevolezza della nostra compresenza in un’aula giudiziaria potrebbe ripetersi.
    Porto perciò all’attenzione di chi legge alcuni punti:
    1- la formula esatta della sentenza è “perché il fatto non costituisce reato”, in quanto: a) un blog non è un giornale e quindi non c’è un direttore responsabile dei contenuti pubblicati (nei giornali c’è sempre, preventivamente, l’approvazione del direttore e del CDR); b- l’autore materiale del posi contenente l’aggettivo “neonazzista” non fui io; c- molti contenuti rispondenti a tale definizione (con una “z” in meno) erano all’epoca presenti nel sito di “Regresso Arti”, nello specifico sulla pagina riservata al socio Cenerelli.

    2- Lo stesso signore, in qualità di querelante, rifiutò, in due distinte fasi del processo, la rituale proposta del giudice di addivenire ad una composizione pacifica della lite.

    E’ vero invece che ricevette dalla Giunta Comunale allora in carica l’uso della prestigiosa location per una mostra sull’arte del Terzo Reich, in cambio della rimozione dei graffiti dai muri di alcuni luoghi di Fano che non conosco. Lo affermò lui stesso in apertura di processo, su precisa richiesta del Giudice.

    Lascio infine alla ragionevolezza e all’intelligenza di chi vorrà leggere questo post l’ingrato compito di valutare le descrizioni che Ceberelli fa dell’ANPI come di una sorta di potentissima “Spectre” in grado di far trasferire magistrati e, conseguentemente, di orientare processi.

    Grazie e saluti. GS

  7. Franco Cenerelli
    giugno 30, 2014

    Quando si ha la passione per la mistificazione, si finisce per non riconoscere più la verità dalla menzogna!
    https://www.facebook.com/regresso.arti/media_set?set=a.102402059773042.5177.10000009745170

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Questa voce è stata pubblicata il giugno 23, 2014 da in fuorisalone libertario fano, politica locale, spazi pubblici con tag , , , .