Photokina 2016 – Olympus

olympus-01-dsc00236Lo stand Olympus, accanto a quello Nikon, era più piccolo, ma attrezzato con molto buon gusto, quest’anno sui toni scuri. Anche qui un buon affollamento, ma le possibilità di provare le fotocamere erano molto migliori come spiegherò
Lo stand era dominato dall’assenza della OM-D E-M1 II! Infatti nello stand era data grande evidenza a questa fotocamera, annunciata il giorno prima nella conferenza stampa, ma in realtà se ne poteva vedere solo un ologramma che ne illustrava le principali caratteristiche. C’erano comunque delle novità: la PEN e-Pl8 specializzata per i selfie e alcuni nuovi obiettivi, il 25 mm f/1,2 Pro, il 12-100 f/4,0 IS Pro e il 30 mm f/3,5 Macro.olympus-02-dsc00721

In vari banchi dedicati era possibile vedere le fotocamere della serie OM-D, le PEN e gli obiettivi, ma erano assenti le compatte Stylus, tranne i modelli impermeabili.
C’era anche un piccolo palco sul quale si esibivano acrobati e si tenevano workshop di ripresa.

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Olympus, unica fra tutti, ha avuto un’ottima idea per la prova delle fotocamere. Invece di consentirne la prova di fronte al bancone, con le fotocamere legate come tutti gli altri ha organizzato un servizio per consentire la libera prova delle fue macchine. Bastava infatti registrarsi all’apposito banco fornendo un documento d’identità ed era possibile chiedere macchine ed obiettivi e portarseli in giro per la iera per tutto il tempo che si riteneva opportuno. In questo modo era possibile provare le fotocamere con calma scegliendo i soggetti ed anche in esterni. Purtroppo però avevo poco tempo e quindi mi sono limitato a provare la nuova PEN E-PL8 e la OM-D E-M5 II con lo zoom supergrandangolare M Zuiko 7-14 mm f/2,8.

Prima però ho cercato informazioni sulla nuova O-MD E-M1 II. La sua presenza aleggiava nello stand, ma la macchina non c’era. Evidentemente è ancora allo stato di prototipo oppure ci sono stati problemi di produzione dovuti al terremoto in Giappone. Comunque le sue principali caratteristiche sono note ed è stata presentata nella conferenza stampa del 19 settembre.

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Om-D E-M1 II

La E-M1 II ha caratteristiche abbastanza rivoluzionarie e presenta notevoli miglioramenti rispetto alla già ottima E-M1. Innanzitutto ha un nuovo sensore Live MOS, di formato Micro 4/3 (17,3×13 mm) da 20 Mpx, presumibilmente uguale a quello già montato sulla PEN-F che ho in prova e che da ottimi risultati. L’elaboratore d’immagine True Pic VIII doppio quad core ha un sistema dedicato di elaborazione AF. L’autofocus a rilevamento di fase sul sensore ha 121 punti AF, tutti a croce che coprono il 75 % dell’inquadratura in verticale e l’80 % in orizzontale e con la modalità Subject Tracking Cluster Display consente di mettere facilmente a fuoco i soggetti in rapido movimento. La raffica è velocissima: 60 fg/s in raw a pieno formato con messa a fuoco ed esposizione bloccate al primo scatto e 18 fg/s in raw a pieno formato con autofocus continuo ed esposizione per singolo fotogramma. Inoltre dispone dalla funzione Pro Capture che inizia a scattare quando si preme a metà il pulsante di scatto conservando gli ultimi 14 fotogrammi dal momento in cui si inizia la raffica premendolo a fondo, in modo di cogliere il momento esatto di interesse senza ritardi. Il corpo è costruito in lega di magnesio, protetto da polvere, acqua e resistente alle basse temperature. Come tutte le Olympus è dotata di stabilizzazione sul sensore che garantisce un guadagno di 5,5 stop sul tempo di sicurezza (per soggetti statici!)e di 6,5 in unione al nouvo zoom M Zuiko 12-100 mm f/4,0 IS Pro (equivalente ad un 24-200 mm) stabilizzato. L’otturatore meccanico dispone di tempi da 60 secondi a 1/8000 più la posa, mentre quello elettronico che rende la macchina completamente silenziosa, arriva a 1/16000. Dispone anche della funzione High Res Shot che consente di effettuare riprese di soggetti statici con una risoluzione di 50 Mpx. La ripresa video è 4K veri 4096×2160 pixel a 24 fg/s o a 3840×2160 pixel a 30/25 fg/s con un bit rate fino a 237 Mbps. Le funzioni Focus Bracketing e Focus Stacking consentono di scattare diverse foto con diversa messa a fuoco e di combinarle in una singola immagine totalemente nitida, molto utile nelle foto macro. Infine è possibile la sua gestione tramite USB: questa offre la piena integrazione della fotocamera all’interno di un flusso di lavoro per le riprese in studio. Collegata la E-M1 ad un computer tramite cavo USB, il software gratuito Olympus Capture replica sullo schermo del computer ciò che viene visualizzato dalla funzione Live View, rendendo così più agevole valutare le eventuali modifiche necessarie. Il software permette anche di regolare le impostazioni e di azionare il pulsante di scatto direttamente dal computer.
L’insieme delle caratteristiche è veramente notevole e fa di questa mirrorless una delle più interessanti del settore anche grazie alle sue ridotte dimensioni e sopratutto alle ridotte dimensioni dei suoi obiettivi che consentono di avere un corredo con tele di elvata focale e un peso di 1/2 o la metà di una reflex. L’unica concorrente è la Fujifilm X-T2, mentre fra le reflex si possono considerare le Canon EOS 7D II, Nikon D500 e Sony A77 ii, ma in realtà questa mirrorless, mome la X-T2, ambisce anche a confrontarsi con le reflex fullframe prfessionali, Canon EOS 1DX e Nikon D5 per velocità di autofocus e di raffica.

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Sarà interessante verificare in pratica le sue caratteristiche.

PEN E-PL8

Questa mirrorless in realtà differisce poco dalla precedente E-PL7 e si caratterizza per l’eleganza del design e per le funzioni dedicate alla realizzazione di “selfie” sia foto che video anche temporizzati. L’unica differenza esterna è il rivestimento che ora può anche essere in pelle.

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E’ infatti dotata di uno schermo da 3″ e 1.037.000 pixel ribaltabile in basso fino a 180° in modo da vedere la propria immagine inquadata dall’obiettivo. Lo schermo è di tipo touch e, quando ribaltato, attiva automaticamente la funzione “selfie” per facilitare gli autoscatti, foto e video, che si possono ottenere semplicemente toccando lo schermo. Inoltre la fotocamera è dotata di connessione Wi-Fi e può essere connessa ad uno smartphone, Android o iOS, con l’app OI.Share scaricabile gratuitamente che consente un uo completo controllo remoto.
La E-PL8 è dotata di un sensore di formato Micro 4/3 Live MOS con 16 Mpx, di stabilizzazione sul sensore su 3 assi, di flash integrato, della capacità di raffica fino a 8 fg/s e della ripresa vido Ful HD con audio stereo. Non dispone però di mirino. Olympus ha anche predisposto una serie di acessori dedicati come custodie e tracolle in pelle, flash esterni e custodia subacquea. La macchina è di dimensioni medie per una mirrorless, con un design molto elegante e curato, specialmente nei colori chiari. La messa a fuoco è abbastanza veloce come in tutte le mirrorless Olympus. Lo schermo orientabile verso l’alto e verso il basso fino a 180° è appositamente progettato per scattare i famosi “selfie”. La pubblicità e le brochure Olympus la presentano poi come una fotocamera elegante e particolarmente indicata per le signore, con un catalogo di cinghie tracolla e borse dedicate.
Ho effettuato alcuni scatti con la E-PL8 con il suo obiettivo in kit 14-42 mm a tutte le sensibilità, salvando le foto in jpeg e raw. Le foto sono state convertite da raw in jpeg con il software Olympus Viewer 3, fornito con le fotocamere Olympus, con la riduzione di rumore spenta.

Nelle foto si inizia a percepire il rumore, come puntini neri e senza punti colorati, i più fastidiosi, a 6400 Iso, ma questo diventa fastidioso solo a 12800 Iso. Una prestazione ottima, solo leggermente inferiore a qualla della E-M1.
Approfittando poi dell’esibizione sul palco di un duo di acrobati ho anche sperimentato brevemente le sue capacità di raffica.

Altre due foto in giro per gli stand.

L’ultima foto è un mio “selfie” (era irrinunciabile con la E-PL8) con due delle gentili e simpatiche addette dello stand Olympus.

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C’era poi un settore dedicato alle OM-D ed ai suoi obiettivi professionali e un altro dedicato alle PEN.
Fra gli obiettivi le novità erano tre: un obiettivo a focale fissa ultraluminoso M Zuiko 25 mm f/1,2 Pro (equivalente ad un 50 mm)

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M Zuiko 25 mm f/1,2 Pro

che purtroppo non ho potuto provare perchè ancora non era un esemplare definitivo, uno zoom ad ampia escursione M Zuiko 12-100 mm f/4,0 IS Pro, molto interessante per l’ampia escursione focale con luminosità costante e perchè è il primo obiettivo Olympus stabilizzato consentendo così di combinare la stabilizzazione ottica con quella sul sensore per ottenere migliori risultati, come ha già fatto Panasonic, e infine un M Zuiko 30 mm f/3,5 Macro.

M Zuiko 40-150 mm f/2,8 Pro
M Zuiko 40-150 mm f/2,8 Pro

Sfuttando il sistema di prova organizzato da Olympus ho però provato un altro degli obiettivi professionali di grande interesse del suo corredo, lo zoom M Zuiko 7-14 mm f/2,8 pro (14-28 mm equivalente), abbinato alla OM-D E-M5 II.

M Zuiko 7-14 mm f72,8 Pro

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Questo obiettivo professionale va dal grandangolo spinto a quello moderato e la sua luminosità, abbinata alla corta focale ed alla stabilizzazione, consente di scattare in poca luce senza aumentare eccessivamente la sensibilità e quindi con una migliore qualità d’immagine. Inoltre la sua grandissima profondità di campo, grazie anche al sensore di dimensioni relativamente ridotte, offra la possibilità di avere foto nitide su tutto il campo. Con focali di questo genere inoltre è possibile abbracciare angoli di campo molto ampi a distanze ravvicinate e ottenere prospettive particolari con primi piani vicinissimi e sfondi lontani o con prospettive distorte.

L’obiettivo mi ha consentito di riprendere facilmente interi e ampi spazi degli stand integrando le foto fatte con la fotocamera che avevo con me. La nitidezza è ottima, così come la profondità di campo. La messa a fuoco rapida e quasi sempre precisa anche con la E-M5 II che non dispone dell’AF a rilevamento di fase.

Oltre a questo ho provato anche la nuova versione del 14-150 mm, equivalente ad un 28-300 mm, sulla E-M10 II.

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Questo obiettivo piccolo e leggero in rapporto alle focali coperte è adatto ad una fotocamera piccola e leggera come la OM-D E-M100 II, se si vuole uno zoom con escursione più ampia del 14-42 EZ “pancake” di solito fornito in kit. L’obiettivo è un po’ più corto del precedente, con un nuovo schema ottico per migliorarne la nitidezza e la risoluzione. Ho approfittato del fatto di avere la E-M100 II per scattare anche foto a tutte le sensibilità, però solo in jpeg, come farebbero la maggior parte dei fotografi con questa macchina che è un modello base.

La nitidezza fornita dall’obiettivo è sempre ottima e si mantiene anche alle sensibilità molto elevate grazie al buon lavoro svolto dalla conversione della fotocamera che riesce ad eliminare la maggior parte del rumore senza incidere sulla nitidezza. Solo a 12800 Iso si nota un rumore eccessivo ed un calo sensibile di nitidezza con perdita di dettagli.

Infine devo sottolineare l’estrema gentilezza degli addetti e addette allo stand che mi hanno assistito per le prove e si sono impegnati per trovare le versioni inglesi delle brochure che avevo richiesto vista la mia difficoltà a leggere il tedesco.

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