MASSEREENE TRIAL. NELL’AUTO ABBANDONATA LA PROVA CHIAVE CONTRO DUFFY E SHIVERS

Quarta udienza nel processo per la strage di Massereene del 7 marzo 2009. L’attenzione sull’auto ritrovata dopo l’omicidio e alle prove repertate. Un ufficiale del corpo artificieri testimonia di non aver visto il guanto di lattice che avrebbe fornito prova del DNA di Colin Duffy

Seconda settimana di processo per la strage alla base militare di Massereene in cui, il 7 marzo 2009, persero la vita i soldati Patrick Azimkar e Mark Quinsey. Attenzione  incentrata sull’auto ritrovata dopo l’omicidio, nei pressi Randalstwon. Pur se parzialmente bruciata, al suo interno i corpo artificieri rinvennero prove di vitale importanza, che tengono oggi ancorati al banco degli imputati il repubblicano Colin Duffy – in carcere da 2 anni e 7 mesi – e Brian Shivers.
L’auto era stata acquistata 2 settimane prima dell’attentato a Ballymoney. Il venditore ha testimoniato di aver intrattenuto la trattativa con un ragazzo sulla ventina, che era riuscito a spuntare il prezzo di 400 sterline. Il venditore al momento del pagamento, ree 20 sterline al giovane uomo, a titolo scaramantico di “penny fortunato”.
Nel bagagliaio dell’auto fu ritrovato un borsone  contenente abbigliamento mimetico,passamontagna e munizioni.
Due telefoni cellulari sono stati trovati nel console centrale e nel vano portaoggetti, un barattolo da caffè con all’interno proiettili che poi è stato provato fossero stati caricati nelle pistole. Un ufficiale del corpo artificieri ha testimoniato di non aver però visto il guanto di lattice da cui sarebbero state prelevate le tracce di DNA di Colin Duffy e Brian Shivers, prova che costituisce le fondamenta dell’accusa contro i due repubblicani.
Il processo continua.

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