Immigrati: il Cpr toscano va realizzato, lo chiede il sindaco Nardella

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«Il Cpr serve alla Toscana e va realizzato vicino alle grandi reti di comunicazione, dunque più province sono potenzialmente coinvolte nell’individuazione della collocazione». Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella. «Se in Toscana non abbiamo il nostro Cpr, gli immigrati che delinquono, proprio perché non possono essere portati in altre regioni per tempi e costi troppo
elevati, rimarranno nelle nostre strade e città. E noi non possiamo più tollerare questo livello di tensione sociale. L’individuazione spetta al ministero degli Interni di concerto con i sindaci dei territori interessati e la Regione. Ma la struttura va trovata vicino alle reti di grandi comunicazione e questo fa sì che vi siano più province potenzialmente coinvolte nell’individuazione della collocazione, anche se questa non determinerà alcun problema per il comune o territorio dove il
cpr verrà posto, perchè si tratta di strutture protette e vigilate che non hanno nulla a che vedere con i vecchi Cie, perché non sono pensati per accogliere centinaia di persone, bensì non più di cento, in modo da garantire un flusso continuo di rimpatri».

Nardella ha anche aggiunto che però, «sul fronte dell’accoglienza, il territorio di Firenze con i suoi comuni ha già raggiunto il livello massimo, dimostrando di essersi assunto le sue responsabilità prima e più di tante altre province italiane». Rispetto alla posizione del presidente della Regione Enrico Rossi, contrario alla realizzazione dei cpr, il sindaco di Firenze ha spiegato di non aver intenzione di aprire polemica con lui, che si è espresso dicendo noi vogliamo stare fuori da questa vicenda.

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