Gli emoticons sono tanti, eppure ne uso un range ridotto… alla fine cado sempre su quelli.
Un po’ come il lessico.
Un italiano alfabetizzato (ri)conosce 7000 parole: il vocabolario di base, formato da un vocabolario fondamentale di 2000 parole, da uno di alto uso composto da 2300 parole e da uno di alta disponibilità di 2300 (fonte: Tullio De Mauro, Guida all’uso delle parole, Editori Riuniti, 12° edizione, 2003).
Riconosco gli emoticons quando li vedo (di norma).
Conosco più o meno (ma sono incerto) una ventina di significati.
Ne uso cinque o sei.
(Per chi vuole un elenco lungo il giusto, vale la pena un salto alla voce Emoticon di Wikipedia)
Una prima duplice domanda: ho difficoltà di apprendimento o si tratta di PEAS (sindrome da atrofia emotiva progressiva, progressive emotional atrophy sindrome).
Se si tratta di difficoltà di apprendimento non c’è che un rimedio.
Stampare una buona lista di emoticons, appenderla in cucina, sugli stipiti delle porte, sullo specchio in bagno, dentro e fuori le ante degli armadi e delle antine della scarpiera, così da venire inesorabilimente sospinto all’apprendimento per eccesso continuativo di stimoli (infestando lo spazio visivo, superato il rigetto, sopraggiunge il condizionamento estorto).
Se si tratta di PEAS allora non so che fare… se non assistere – osservatore distaccato – alla caduta degli ultimi baluardi emozionali. Nessuno mi può aiutare. Né vi sono rimedi. La letteratura medica è implacabile. Alla fine si entra prima in uno stato vegetativo, niente ti scuote, tutto ti è alieno. Poi, almeno questo riferisce il digesto medico psicopatologico internazionale, il cuore pur continuando a battere si indurisce, facendosi ingranaggio pietroso e nell’ES il ribollire delle passioni si acquieta silenzioso.
Vi terrò aggiornati.
(Ma se sarà PEAS non me ne fregherà più nulla.)
Epperò, prima che sopraggiunga la morte emotiva, mi rimane la curiosità di sapere di che textura son fatti gli emoticons – ecco la seconda batteria di domande -.
– Mi chiedo se cambiano e come.
– A quale evoluzione siano soggetti nel tempo.
– Se significano emozioni diverse in culture o ambienti differenti.
– Se noi possiamo cambiarli, e come (che forse per allontanare frigobar delle passioni è necessario sostiuirli, intercambiarli, immetterne di nuovi).
Se ci sono microaccordi locali, che so, emoticon tra moglie e marito, e oltre agli emoticon coniugali, emoticons da subcodice professionale (emoticons fra parrucchieri/e, consulenti, avvocati/e, psicologi/e, mediatori/trici, maestri/e, cantanti, taxisti/e, e così via).
Oppure emoticons di classe (nel triplice senso di: emoticons di classe sociale di appartenenza; emoticons che fanno figo, cioè glamour; oppure emoticons di classe delle superiori…)
Ad esempio.
Un caro amico che fa il bancario (e tanto altro ancora) quando mi scrive, ognitanto usa questo emoticon >:O = accigliato che ti sollecita, equivale a: allora ti muovi, perché comincio ad arrabbiarmi... Sarà un’emoticons capitalista?
Un altro esempio.
Per parte mia mi capita di usare (abbastanza) spesso l’emoticon ;-/
Non so se vale, ma per me è la fusione fra l’occhiolino di intesa ;-) e il digrignare i denti per il disappunto :-/ (che ho trovato che invece andrebbe usato per segnalare il tono sarcastico).
Ora la somma di ;-) + :-/ = ;-/ che equivale a dire: le cose non sono andate per il verso giusto, ma ce la posso fare, ho un piano B, sperabilmente;-/
Forse per superare la PEAS è necessario uno sforzo di creatività scompaginante volto a produrre emoticons mai visti prima.
Si tratta cioè di non cedere alle passioni classificate, ma di inventare, sperimentare e nominare (per sé e pubblicamente) passioni inedite.
Ecco, forse è il caso di marciare convinti verso l’epoca delle passioni inedite.
PS
Proporrei anche che qualche programmat* illuminat* elabori un software che produca emoticons per effetto della mescola di verbi, aggettivi, sostantivi, avverbi (e altro ancora), oppure dalla mescola di segni random ne scaturiscano definizioni, oppure…
[ma tanto sicuramente c’è già e sono solo io che non lo so]
PPS
Emoticon è maschile o femminile?
Un emoticon o un’emoticon?
Le emoticons o gli emoticons?
Boh.
Ma la faccina che inseriamo nel nostro scritto esprime, attraverso un unico simbolo, tutta quella gamma di emozioni che proviamo in quel momento?
Che fretta abbiamo? Per accorciare i tempi, “abbreviamo” anche le emozioni.
Spesso mi capita di leggere messaggi (succede negli sms) che sembrano codici fiscali; tra qualche tempo (se non è già arrivato il tempo) descriveremo le nostre emozioni, senza troppe parole e soprattutto senza tanta fatica, solamente con emoticons.
A quel punto credo che smetterò di leggere.
|-ZZ !
(cioè ho sonno, ma non riesco a dormire e questa cosa mi infastidisce parecchio)
un’espressione emozionale che richieda tutto questi impegno cognitivo
mi stufa subito!!
anche se sono completamente d’accordo:
?-\
(cioè, ho un orzaiolo nell’occhio sinistro e questo mi rende difficile accettare
gli altri esseri umani)
§ -)
(cioè, sono arrivate le scollature estive!!)
%)
(cioè, sto mentendo anche a me stesso che pinocchio mi fa un baffo)
&-[
(cioè, sono adolescente da tre mesi ed odio portare l’apparecchio ai denti, almeno ho l’iphone)
buona settimana!!
v
:-)