QUARESIMA con i Padri del Deserto (17)

Quaresima, giorno per giorno, con i Padri del Deserto.
Arsenio

Nato a Roma verso il 354 e ordinato diacono da papa Damaso, trascorse la giovinezza alla corte di Costantinopoli, forse come precettore dei figli dell’imperatore. Lo strappò alla vita mondana una voce: «Fuggi gli uomini», e si ritirò nel «vastissimo deserto» di Scete, verso il 394 e morì verso 449. Si diceva che, come a corte nessuno portava vestiti più belli di lui, così tra i monaci nessuno li portava più vili. Quasi nessuno dei padri del deserto è stato tanto celebrato nella letteratura ascetica ed è presente in modo così vivo negli ambienti monastici. «Del padre Arsenio dicevano che nessuno poteva eguagliare il suo modo di vita”.


17.   Vieni e ti mostrerò le opere degli uomini.jpg

17.   Vieni e ti mostrerò le opere degli uomini

Disse il padre Daniele: «Il padre Arsenio ci raccontò questa storia come accaduta a un altro, ma probabilmente era lui stesso. Giunse una volta a un anziano seduto nella sua cella una voce: – Vieni e ti mostrerò le opere degli uomini. Egli si alzò e uscì. Lo condusse allora in un luogo ove gli mostrò un etiope che tagliava legna e ne faceva una grande catasta. Tentava poi di portarla, ma non vi riusciva. Invece di toglierne una parte, ricominciava a tagliare legna e ad aggiungerla al mucchio. Così fece a lungo. Procedettero un po’ e gli mostrò un uomo che attingeva acqua da un pozzo per versarla in un recipiente forato che riversava la stessa acqua nel pozzo. Gli dice ancora: – Vieni, ti mostrerò un’altra cosa. E vede un tempio e due uomini a cavallo che portavano un palo trasversalmente, l’uno di fronte all’altro. Avrebbero voluto entrare per la porta, ma non potevano perché il legno era trasversale e nessuno dei due si umiliava a mettersi dietro all’altro per portare il palo diritto. E per questo rimanevano fuori dalla porta. – Ecco, dice, portano con superbia quella specie di giogo che è la giustizia e rifiutano l’umiliazione di correggersi per percorrere la via umile di Cristo; per questo rimangono fuori del regno di Dio. Colui che taglia la legna è un uomo immerso in molti peccati, il quale, invece di convertirsi, vi accumula sopra nuove iniquità. Colui che attinge l’acqua è un uomo che compie buone azioni, ma, poiché sono commiste a malvagità, anche le opere buone vanno perdute. Bisogna che ognuno vigili sulle proprie azioni, per non faticare invano».

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.