Castello di Valenzino – Umbertide ( PG )

Cenni Storici

Situato lungo la provinciale che collega Pierantonio con Corciano, a breve distanza dal castello di Antognolla, Valenzina o Valentino è in buone condizioni strutturali, anche perché sottoposto da poco a interventi di restauro. Il toponimo Valenzino o Valenzina deriva dal nome del torrente che scorre ai piedi del colle sui cui sorge il castello.
La presenza del nucleo religioso è documentata sin dal XIII secolo. Della stessa epoca è certamente la parte più antica dell’insediamento castellano, costituita dalla torre circolare e dalla parte ad essa annessa, come si evince dalla lettura delle mura del castello.
Appartenne al contado di porta Sant’Angelo. Nel 1282 e nel 1370 era classificato come villese Valensine e aveva 15 fuochi. Il 7 marzo 1416 tale Paulus Petti Iohannis Bucari de villa Velensina, dichiarò di aver abbandonato il contado a causa di guerre e carestie e di essere andato in “terris Caroli de Petramala” e chiese di potervi ritornare con la moglie e due figli.
Rimase classificato come villa e locus per tutto il secolo XVI.
Venne riadattato e fortificato nel 1600 e condivise sempre le vicende del vicino castello di Antognolla, i cui conti Ruggero, Gregorio, Matteo e Nicola avevano ingenti possedimenti. Al riguardo, nel descrivere il maniero, un antico commentatore ha scritto: «come quello di Antognolla sta all’ingresso, così quello di Valenzina fa la guardia alla sbocco, come due giganti armati per far fronte all’impeto dei nemici».
Nel 1576 la cattedrale di Perugia entrò in contrasto con gli abitanti di Solfagnano, Castiglion Ugolino, Valenzina e Migiana di Monte Tezio pretendendo il “plebo“, cioè i diritti del fonte battesimale che erano dovuti alla chiesa pievania.
Ne seguì un lungo e tormentato processo.
Il castello nel 1836 apparteneva a Giovanni Battista Guglielmi di Civitavecchia, che acquisì il titolo di marchese di Valenzina.
Nel 1921 fu acquistato dall’ingegner Clemente II de Fonseca Pimentel alla cui morte (1953) passò in eredità alla figlia Eleonora de Fonseca Pimentel Carabba Tettamanti.
I de Fonseca Pimentel, oriundi portoghesi, si erano trasferiti a Roma verso la metà del ‘700 e
successivamente a Napoli. Degna di ricordo è Eleonora (Roma, 1752-Napoli, 1799), figlia di Clemente I e Caterina Lopez, letterata e patriota, decapitata a Napoli sulla piazza del Mercato, a causa delle sue idee giacobine.
 

Curiosità

Viene raffigurato, insieme ai castelli di Murlo e di Antognolla, nella carta di Ignatio Danti raffigurante il territorio perugino alla fine del XVI secolo, eseguita su un rilievo dello stesso autore e poi da costui affrescata nella Galleria delle Carte Geografiche del Vaticano.
 
 

Aspetto attuale

Il castello ha avuto diverse funzioni di utilizzo, è passato da centro agricolo con funzioni di rimessaggio del bestiame fino a che agli inizi degli anni ’90 è stato acquistato da una società di imprenditori locali che lo ha ristrutturato e diviso in appartamenti. La circostante tenuta è rimasta invece proprietà degli eredi dell’ing. De Fonseca Pimentel.
 

Architettura

La Fortezza è formato da un imponente corpo abitativo con un’unica torre angolare circolare.
A pochi metri sorge la chiesa, oggi completamente irriconoscibile come tale, dedicata a San Clemente, che nel XIV secolo risultava dipendente dal monastero di San Salvatore di Monte Acuto.
 

www.castellovalenzino.com

 

Fonti documentative

Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria di Daniele Amoni edizioni Quattroemme 2010

http://www.mondimedievali.net/

 

Da vedere nella zona

Castiglion Ugolino
Castello dell’Antognolla
 

Mappa

Link alle coordinate

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>