Castello di Poggio di Guardea – Guardea (TR)

Dal Castello si apre una meravigliosa vista sull’Oasi di Alviano.

 

Cenni Storici

Il Castello del Poggio di Guardea, situato sulla sommità del colle che sovrasta l’attuale Guardea, concepito in funzione difensiva, fu costruito nel 1034 su una preesistente rocca bizantina del VII sec.
Edificato dai Normanni, con il restauro cinquecentesco ad opera dell’architetto Antonio da Sangallo il Giovane,il Castello addolcisce le sue forme con lo splendore del portico, dei loggiati e delle scalinate la forza e la solidità delle più antiche mura perimetrali, diventando di forma rettangolare. L’ala sud e quella ovest si sviluppano formando un patio interno: il “piccolo tesoro” del Castello del Poggio.
L’evoluzione del Castello si ferma qui e la sua funzione rimane prevalentemente abitativa ed agricola. Per più di mille anni il colle dove sorge il Castello è rimasto inalterato. Dentro le mura merlate ci sono sette piccole case e le fondamenta di molte altre diruite, lo circondavano a cerchio nel lato di nord-ovest.
Il castello è composto dalla residenza della Signoria con l’antistante fortezza e le sue mura merlate che racchiudonole abitazioni degli antichi mercenari. La Rocca è divisa dalla fortezza e da una corte interna.
Un terzo cerchio di solidissime mura,chiude tutt’intorno il tratto sud-est ed è interrotto soltanto dal portone d’ingresso. Nelle sue linee architettoniche semplici ed artistiche insieme, rappresenta, per la impareggiabile posizione panoramica, per i pregi di molte rifiniture, per l’eleganza del cortile interno e per molte altre particolari caratteristiche,un “unicum” da annoverare fra le rarità italiane.
Da un primo esame delle sue strutture, il Castello appare formato da vari recinti fortificati posti a spirale attorno ad un nucleo quadrilatero, culminante in due torri di cui una, la più antica (forse i resti della costruzione alto-medioevale), è il maschio, termine della composizione assiale.
La sua configurazione che si adatta al terreno, presenta caratteristiche di una costruzione a difesa avanzata da un lato edi difesa piombante dall’altro, segno che i costruttori hanno saputo sfruttare molto bene la configurazione del terreno,a salita dolce dal lato delle difese avanzate, a salita più rapida dall’altro.
Per tali motivi la fortezza in esame, nel suo complesso, si inserisce con sue proprie particolarità nella castellologia del maturo medioevo italiano susseguente alle esperienze di difesa dei crociati in Palestina culminanti con le fasi costruttive del “Krac dei Cavalieri” e il Castello di Saone (Siria) che furono un banco di esperienza per la guerra con sofisticate macchine di assedio, dove si abbandona definitivamente la forma quadrata o regolare per adottare forme più difficilmente espugnabili con vari sbarramenti formati da successive costruzioni turrite, poste una dentro l’altra precedute da stretti passaggi in cui si poteva colpire l’avversario di fianco o di dietro.
Per quanto ci tramanda la storia, il Castello di Guardea è tra i più antichi d’Italia, fu probabilmente fondato come feudo imperiale ma fu successivamente assorbito nel XII secolo dal vicino “Status Alviani” feudo della Chiesa, divenendo l’avamposto chiave per la sua difesa verso i monti che lo separavano da Todi.
Il complesso occupa il crinale di un colle di dimensione molto evidente che domina l’abitato di Guardea con una presenza paesaggistica ed ambientale di ottimo rilievo.
Da qui il Castello doveva assolvere la funzione di vedetta della valle di Cocciano, dei monti e dei borghi circostanti e ancora delle strade laterali che attraversano i monti per il Passo di Puosi o della Femmina Morta e per la Valle di san Benedetto. Il passaggio per queste strade non avveniva certamente senza il pagamento di un pedaggio come testimonia lo stesso nome Guardea, da “Guardigium” che significa protezione, difesa, derivata dal termine “guarda” che vale “tributo” dovuto dai sudditi ai Signori del luogo per la protezione e la garanzia che ne ricevevano. Alterne comunque le vicende successive, ora con Todi, ora con la Camera Apostolica, ora con Orvieto,ora a vivere una breve stagione di autonomia.
Prevalse Todi, che nel 1232 riuscì a impossessarsene. Importante per la storia del castello è il secolo XV che segna anche la fine della sua funzione di roccaforte. Nel 1465 con la protezione della Chiesa si libera dal dominio degli Anguillara e divenne dipendente della Camera Apostolica.
Nel 1495 Bartolomeo d’Alviano che aveva preso in consegna la fortezza resistette all’assalto di Todi, alleata con Amelia; nel firmare la pace si stabilisce che la Rocca non venga più riedificata, da qui iniziò la sua decadenza e il suo abbandono.
Comunque, fra i personaggi che conquistarono il Castello citiamo: Federico I, detto Barbarossa, che passò di lì conquistandolo; Carlo V di Spagna, Imperatore di gran parte d’Europa, che fece mozzare la torre dalle sue truppe per facilitarne la conquista; Cesare Borgia che lo cinse d’assedio occupandolo e lo regalò alla sorella Lucrezia; Filiberto di Savoia il cui stemma con la croce bianca è affrescata con altri sopra uno dei caminetti, e per ultima la principessa Olimpia Doria Panphili, cognata di papa Innocenzo X.
Verso la fine dell’800, l’amministratore Farina divenne proprietario del castello, la figlia Lina, sposata con l’attore comico americano Jimmy Savo, lo ereditò ed insieme lo abitarono istituendovi per un periodo un Art Center, che ospitò, tra gli altri, il premio Nobel per la letteratura John Steinbeck.
Nel 1981, dopo essere stato in vendita per dieci anni, ridotto in pessime condizioni, fu acquistato nuovamente da privati e restaurato con impegno di molti anni dagli attuali comproprietari, il Dr. Tommasi Aleandro, sua moglie Irene Fabi e il Dr.Marco Pica, insieme all’Architetto Franco Della Rosa.
Per la sua particolare connotazione storico-architettonica il Ministero dei beni Culturali ed Ambientali ha concesso al Castello il vincolo di Monumento Nazionale, in quanto rappresenta un “caratteristico esempio di architettura militare con più difese avanzate spiraliforme, e per l’importanza storica delle vicende che ivi si sono verificate“.
ll Castello del Poggio è segnalato fra le 24 Dimore storiche dell’Umbria da salvare in sede internazionale.
 

Aspetto attuale

Attualmente, oltre alla funzione abitativa (ospita nove nuclei familiari) è la sede italiana del prestigioso Club di Budapest, importante organismo internazionale che si occupa dello sviluppo della coscienza civile. Inoltre è la sede del Circolo La Rondine, sede territoriale della Legambiente.
Nel 2001, il Comune di Guardea in collaborazione con il Club di Budapest e alcuni artisti eresse, a Guardea, una grande opera scultorea-architettonica, l’Arco della Coscienza Planetaria, simbolo della fratellanza universale.
L’arco, in cui sono incastonate pietre inviate dai sindaci di ogni parte del mondo, si innalza in mezzo ad un grande parco attrezzato per il tempo libero e per gli eventi culturali,e vuole rendere evidente il senso di appartenenza di tutti gli uomini al “villaggio globale” affinché, entrando nel terzo millennio, come è scritto sul frontone interno dell’arco, ognuno viva in modo che anche gli altri possano vivere.
Il Castello del Poggio, nei propri cortili e saloni ospita e organizza: convegni, concerti, conferenze, seminari, mostre e matrimoni.
Poco distante si trovano i resti dell’Eremo di Santa Illuminata, convento edificato nel 1007, meta di devoto pellegrinaggio in quanto nella vicina Grotta dormì San Francesco.
Il Castello del Poggio, per la impareggiabile posizione panoramica, per l’eleganza del cortile interno e per le sue linee architettoniche, rappresenta un “unicum” da annoverare fra le “rarità italiane”.
Il Castello del Poggio è di proprietà privata, tuttavia lo si può visitare contattando il Comune di Guardea è possibile effettuare visite guidate.
 

Fonti documentative

http://www.grupporicercafotografica.it/

http://www.paesaggi.regioneumbria.eu/

 

Nota

La galleria fotografica ed i testi sono stati elaborati da Silvio Sorcini
 

Da vedere nella zona

Eremo di Santa Illuminata
Cappella delle rondini
Collegiata di Santa Maria Assunta – Lugnano in Teverina
Convento di San Francesco – Lugnano in Teverina
 

Mappa

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