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Sarò un nomade
I
Mi alzo dal letto più stanco
mi affaccio sulla strada
e mi accorgo che il cielo nitido
non mi eccita più
che la luce violenta non mi invita più
a respirare aria di mattina e giornali.
Oggi penso a milioni di sguardi come il mio
a milioni di passi smisurati
di energie consumate senza pensiero.
Oggi, rinchiuso in una nuova desolazione
provo quasi invidia
per chi è in un solo modo
per chi vive una vita sola.
II
Sarò un nomade
senza questi muri
senza il ricordo
di questi negozi,
di queste panchine
di queste fontane.
Mi mancheranno
i nostri passi
i nostri sgambetti
i nostri trabocchetti
Sarò forse partito
per cercare nelle ombre
quelle ombre
negli incontri
quegli incontri
nei baci
quei baci.
Viaggerò trattenendo
il respiro
nell’attesa
che una piccola voce
uguale alla tua
apra un varco insperato
nella coltre pesante
del silenzio.
Tu sei la terra che lascio
e quella che sto per trovare.
Partirò, non si può
evitare. Intanto,
la tua immagine
sul vetro
scolorisce
ogni volta che piove.
Giovanni Merloni
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