Nel nostro Paese è stata la Pedagogia non/accademica – nata nelle tante contrade periferiche – ad acquisire il merito di elaborare e di sperimentare una gloriosa teoria/prassi dell’Educazione per l’infanzia e per l’adolescenza. Una via nazionale dell’Istruzione, una strada formativa italiana in cammino ver so un mondo abitato da bambini e da adolescenti idonei a pensare con la propria testa e a sognare con il proprio cuore.
Questa Pedagogia endogena fu nobilitata da due straordinari moschettieri non/togati e petroniani. I loro nomi? Ettore Tarozzi (Assessore all’Istruzione) e Bruno Ciari (Direttore ai servizi scolastici delle due Torri).
La loro scommessa pedagogica fu giocata sulla roulette di nuove generazioni dal volto storico, antropologico, in carne ed ossa. Sono bambini e adolescenti che vogliono conoscere, ma anche sognare. E chiedono di sorseggiare, fino all’ultima goccia, il calice della domenica (l’oggi profumato di quotidianità), ma anche di assaporare le primizie del lunedì (il domani profumato di futuro).
In questo giardino primaverile campeggia la Pedagogia popolare di fine secolo. Nata dal basso (l’incontro tra studenti, docenti, genitori, enti locali e sindacati) nella consapevolezza che la Scuola non debba abbassare mai la guardia in difesa di questo ideale etico/sociale: dare-di-più-a-chi-ha-di-meno.
A tal fine, la Pedagogia non/togata arreda la Scuola di base con tre modelli didattici di sicura tenuta democratica e culturale: parliamo del Nuovo indirizzo didattico (Scuola dell’infanzia), del Tempo pieno ( Scuola primaria) e del Tempo prolungato (Scuola media).
Sono prestigiosi modelli curricolari che fecero il giro del mondo tra due Secoli. Un fecondo patrimonio educativo che la Pedagogia popolare accumulò nelle nostre contrade: tanto da indossare la veste di apripista del cambiamento e dell’ammodernamento del sistema scolastico nazionale.
In sintesi. Nella sfera di cristallo della Pedagogia popolare si respira profondamente la stagione delle rondini. Dare cielo ai loro i voli primaverili significa consegnare al terzo Millennio raffinati abiti da sera: disegnati e confezionati, per l’appunto, nelle prestigiose sartorie non/accademiche.
CONTINUA…
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